"Manager della sanità entro l'estate | Civico, Cardiochirurgia pediatrica" - Live Sicilia

“Manager della sanità entro l’estate | Civico, Cardiochirurgia pediatrica”

Intervista a Ruggero Razza. "Contento che il nuovo ministro sia un medico siciliano: collaboreremo".

L'intervista
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7 min di lettura

PALERMO – Nuovi manager della Sanità siciliana entro l’estate. Sono questi i tempi previsti dall’assessore regionale Ruggero Razza. Che annuncia l’arrivo di altri 600 milioni da destinare a interventi su infrastrutture e tecnologie degli ospedali siciliani.

Assessore Razza, la giunta nei giorni scorsi ha definito i criteri per la selezione dei direttori generali. Quali sono le novità?

“Tutti hanno inteso questa cosa come se fossero nuovi criteri rispetto alla delibera che era già stata approvata avviando la selezione. In realtà è la naturale prosecuzione di quell’iter. Alla commissione che verrà nominata in queste ore abbiamo dato i criteri a cui attenersi per scegliere chi comporrà le rose dei nomi per ogni singola azienda. La scelta discrezionale che un tempo la politica faceva a 360 gradi potrà essere compiuta solo sui nomi già selezionati dalla commissione. È un passo avanti significativo”.

Perché ci sono criteri diversi per le varie aziende?

“Abbiamo individuato quattro fasce di specialità. Uno per le Asp delle città metropolitane. Catania, Messina e Palermo hanno un bilancio che superano il miliardo di euro e lì devi dotarti di persone che abbiano uno spiccato senso di managerialità. Un’altra fascia riguarda i policlinici e gli Irccs, cioè le strutture vocate alla ricerca. Poi le altre Asp delle sei province più piccole. E un’ultima fascia è quella delle strutture ospedaliere. Questo ci consentirà di fare una selezione che sia certamente improntata al valore dei titoli”.

Quali saranno i tempi per completare la selezione?

“La selezione riguarda poco più di cento persone. L’auspicio era di chiudere entro il mese di maggio. Poi ho ritenuto che determinare la governance in prossimità delle amministrative non era bene. E ora abbiamo la ragionevole aspettativa di chiudere entro l’estate. Io ho lavorato con persone anche capaci ma che erano state scelte da una governance precedente. Voglio essere criticato se facciamo male o apprezzato se facciamo bene anche sulla base di un gruppo di lavoro che sia determinato dalla nostra decisione collegiale in giunta”.

Qual è lo stato di salute della sanità siciliana? Che idea si è fatto dopo questi primi mesi?

“L’idea che mi sono fatto è di un sistema che nel suo complesso eroga milioni di prestazioni. E questo mi fa dire che lo stato di salute del nostro sistema non è esattamente come appare. E che la sanità siciliana è formata da professionisti di grande valore, molti dei quali devono operare in contesti difficili, sia per carenze di carattere strutturale sia tecnologico. E mi ha fatto molto piacere quindi che lo scorso 17 maggio al Ministero della Salute ci sia stata una riunione col direttore della Programmazione che verteva sulla programmazione dei fondi ex articolo 20, che sono appunto gli investimenti che la Sicilia entro il 31 dicembre dovrà programmare. E che assommano a 800 milioni di euro”.

Per fare cosa?

“Di questi, 224 milioni sono oggetto di una prima programmazione tramite un mio decreto nello scorso mese di gennaio. Il ministero sta lavorando su questa prima tabella. Ed è pronto a ridiscutere con noi anche degli ulteriori circa 600 milioni. Serviranno a interventi sia di tipo infrastrutturale che tecnologico”.

Qualche esempio?

“La Casa della Salute di Bagheria, i presidi territoriali di assistenza, 21 milioni per il nuovo ospedale di Alcamo, 13 milioni per il padiglione dell’ospedale Cervello, 13 per il nuovo stralcio dell’Ospedale Di Cristina di Palermo. E poi abbiamo un altro lavoro importante”.

Cioè?

“Il rilancio del piano regionale di prevenzione. Presenteremo un lavoro nei prossimi giorni e avvieremo una campagna informativa. Parliamo di prevenzione del tumore alla mammella, al colon, lotta al tabagismo, all’abuso di alcol e alla sedentarietà, programmi di formazione all’educazione civica, promozione del benessere mentale nei bambini e nei giovani, prevenzione per le dipendenze da stupefacenti, prevenzione per incidenti domestici e loro esiti, per infortuni e malattie professionali, riduzione delle esposizioni ambientali. E poi ovviamente la prevenzione oncologica. Su questo c’è un intervento di 11 milioni di euro, impegnando i fondi del piano sanitario del 2016. Entro il 31 dicembre impegneremo ulteriori 11 milioni sulle risorse del Piano sanitario 2017. Inoltre avverto la necessità di lanciare due grandi campagne in Sicilia: una per la donazione di organi e una per la donazione di sangue e plasma”.

Ritiene che ci sia poca informazione in Sicilia su questi temi?

“No, penso che sia stata concepita in maniera tradizionale. Le Asp mandano lettere per fare lo screening. Oggi vi è una generazione che ha accesso a sistemi di comunicazione non più tradizionali. E poi gli indirizzari facevano riferimento alla guida del telefono e oggi molte famiglie non hanno più il telefono fisso”.

Un altro tema di grande attualità in questi mesi è stato quella della sicurezza per chi lavora nelle nostre strutture sanitarie. Ci sono stati gravi casi di violenza com’è noto. Cosa si sta facendo su questo punto?

“È un tema molto attuale e molto serio. Nell’incontro che abbiamo avuto con il prefetto di Palermo e nella direttiva che abbiamo dato ci stiamo facendo carico di affrontarlo. L’aspetto strutturale è fondamentale anche in questo caso. Molti degli incidenti sono legati al fatto che c’è un sistema interno vetusto. Infatti, uno dei primi provvedimenti del governo Musumeci fu quello di destinare circa 30 milioni di euro ad adeguamenti strutturali dei pronto soccorso. C’è anche un nuovo progetto, che partirà a breve, per ricevere i cittadini nelle strutture di pronto soccorso con personale volontario per un primo momento di accoglienza”.

A proposito di pronto soccorso, è stato sollevato il caso di quello del Civico, inaugurato con tanto di cerimonia settimane fa e ancora non operativo.

“Per inaugurare una struttura dove ci sono i codici rossi, lo si fa in tutto il mondo quando non ci sono dentro i pazienti. Mi sembra una polemica sopra le righe. Mi dicono che l’apertura è prevista per lunedì (oggi, ndr). Tutti dovrebbero esser contenti che dopo molti anni il Civico di Palermo ha un pronto soccorso degno di questo nome con un giovane direttore che è riconosciuto tra i più validi della Sicilia”.

Un argomento di cui si è molto parlato è quello del futuro della Cardiochirurgia pediatrica. Che novità ci sono?

“In questo momento è previsto nella rete ospedaliera che vada sull’Ospedale Civico di Palermo. Ma in ragione di una collaborazione tra la Sicilia e la Calabria, il ministero dell’Economia avrebbe già dato un assenso per avere qui in in Sicilia anche una seconda struttura. Stiamo formalizzando al riguardo una interlocuzione: un’intesa tra le due regioni consentirebbe di avere una seconda unità di Cardiochirurgia pediatrica”.

Che sarebbe a Taormina, dove attualmente è ubicato il reparto?

“Sì. E resterebbe a Taormina in questa fase. Anche perché il tempo di allestimento di una struttura di cardiochirurgia interessa alcuni anni di preparazione. Ho convocato un incontro con il commissario del Civico e dell’Asp di Messina. Entro il 30 giugno desidero avere contezza dei tempi previsti per l’attivazione del reparto a Palermo e per l’eventuale convenzione con la Regione Calabria. Certamente non si chiude nessuna struttura se prima non c’è pronta quella che dovrà sostituirla. Con i pazienti non si gioca”.

Come ritiene stia procedendo il governo? Non crede che accanto a un’azione amministrativa in questo momento manchi un’efficiente raccordo con l’Ars?

“Io non vedo questo. I numeri vedono la coalizione di governo non godere di un ampio margine di maggioranza. Però quando il presidente della Regione subito dopo la sessione di bilancio chiamerà tutte le forze politiche a volere condividere un percorso di riforme, io credo che ci sarà un’adesione. E poi il problema non è specifico della Sicilia. Anche in Lazio Zingaretti non ha i numeri. Dobbiamo abituarci a un quadro in cui le assemblee legislative dovranno lavorare con la collaborazione di forze diverse”.

Che ne pensa del nuovo governo nazionale?

“Io penso che è un’esperienza che poteva essere anche un po’ allargata e che è stato un errore tenere fuori dal governo chi aveva manifestato l’intenzione di sostenerlo. Per la Sicilia qualsiasi governo è un interlocutore istituzionale. E io credo che potrà collaborare con noi. Mi fa piacere che il ministro della Salute sia un medico siciliano (Giulia Grillo, ndr) con la quale auspico la più ampia collaborazione”.


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