I soldi di Virga e Rappa | Confermato il dissequestro - Live Sicilia

I soldi di Virga e Rappa | Confermato il dissequestro

La Corte di Cassazione

Non è configurabile il reato di peculato. In ballo una cifra da un milione di euro.

PALERMO – La tesi difensiva regge anche in Cassazione. Respinto il ricorso della Procura contro l’annullamento del sequestro da un milione di euro nei confronti di Walter Virga e Vincenzo Corredo Rappa. I soldi, già restituiti, restano ai proprietari. Il Tribunale del Riesame aveva accolto le tesi dell’ex amministratore giudiziario e dell’imprenditore, difesi dagli avvocati Enrico Sorgi, Giovanni Di Benedetto e Raffaele Bonsignore. La Cassazione adesso ha dichiarato inammissibile il ricorso dei pubblici ministeri.

I legali hanno sostenuto che non fosse configurabile il reato di peculato contestato ai due indagati visto che si trattava di pagamenti in favore di Rappa antecedenti al sequestro della concessionaria Nuova Sport Car, con sede a Isola delle Femmine e Catania.

Secondo la Procura, Virga, sotto processo a Caltanissetta insieme a Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo che lo aveva nominato amministratore, avrebbe compensato indebitamente e senza l’autorizzazione del giudice delegato un debito da mezzo milione di euro di Rappa nei confronti della società. Si tratta di somme prelevate dall’imprenditore, secondo l’accusa senza alcuna giustificazione, e che sarebbero state mascherate come il compenso che gli spettava per il ruolo amministratore unico per tutto il 2013 (314 mila euro netti) e per i primi tre mesi del 2014 (239 mila euro netti). Cifra a cui vanno aggiunti poco più di 470 mila euro mila euro versati a Rappa, tramite modello F24, a titolo di ritenute fiscali (Irpef, addizionali comunali e regionali). Insomma, invece di farsi restituire i soldi Virga avrebbe compensato il debito di Rappa.

Secondo i legali, a Virga non poteva essere contestato il reato commesso in qualità di pubblico ufficiale perché il pagamento riguardava una fase antecedente alla sua nomina. E neppure le successive compensazioni contabili potevano fare ipotizzare il reato.


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