Rapinatore sì, killer forse | Il pentito dei tanti misteri - Live Sicilia

Rapinatore sì, killer forse | Il pentito dei tanti misteri

L'omcidio di Giuseppe Calascibetta

Mentre si cercano conferme sul delitto Calascibetta, Fernandez si auto accusa di una sfilza di colpi

PALERMO – Di certo è stato uno dei più spietati rapinatori di Palermo, forse un killer assoldato da Cosa nostra. Fabio Fernandez, 42 anni, si è autoaccusato di avere fatto parte del commando che nel 2011 assassinò Giuseppe Calascibetta, capo mandamento di Santa Maria di Gesù.

Fernandez ha raccontato che assieme ad altre tre persone crivellò di colpi Calascibetta. Conosceva l’identità della vittima, ma non il mandante dell’omicidio. Un suo amico gli aveva chiesto una mano per sistemare con il piombo una vicenda legata al mancato pagamento di una partita di eroina.

Non sarà facile confermare o smentire la sua credibilità sul delitto anche se dimostra di conoscere molti particolari. Di certo i magistrati devono avergli creduto quando ha parlato del suo passato da rapinatore. Gli contestavano un solo colpo ai danni di un benzinaio di via Pitrè messo a segno nel settembre 2017 ed invece si è auto accusato per una serie di rapine elencate nell’avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Maurizio Agnello.

La più vecchia è del 2012, quando assaltò il Credito siciliano di piazza Verdi. Gli impiegati furono legati e chiusi in bagno. Bottino: 44 mila euro. Due mesi dopo fu sempre lui a puntare la pistola contro i titolari di una gioielleria di corso Camillo Finocchiaro Aprile. Li costrinse a fermare la macchina e a condurlo al negozio dove si portò via gioielli per un valore di 10 mila euro. Un’altra volta Fernandez prese a calci e pugni la titolare di una gioielleria di piazza San Francesco di Paola per costringerla ad aprire la saracinesca. L’elenco prosegue con negozi nelle vie Dante, Cataldo Parisio e Sampolo. Il colpo più grosso risale al 2013. Bottino da 350 mila euro in una gioielleria di via Ruggero Settimo.

Sulle rapine i pm non hanno dubbi: ha detto la verità. Sull’omicidio Calascibetta non ci sono invece certezze anche se resta un interrogativo di fondo: perché mai un innocente dovrebbe auto auto accusarsi di un omicidio che non ha commesso?

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI