Maxi operazione della Finanza |Sequestrato il tesoro di Cosa nostra - Live Sicilia

Maxi operazione della Finanza |Sequestrato il tesoro di Cosa nostra

Sigilli a un patrimonio di 45milioni di euro. Nella foto Giombattista Puccio.

CATANIA – Nuovo colpo alla mafia, il Gico della Guardia di Finanza ha sequestrato il tesoro di Cosa nostra. Su proposta della Procura della Repubblica, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno eseguito un provvedimento di applicazione di misura patrimoniale, emesso dal Tribunale etneo, Sezione Misure di Prevenzione, finalizzato al sequestro di attività commerciali, immobili, autovetture e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 45 milioni di euro, riconducibili a  Giombattista Puccio (cl. 1960, detto “Titta U Ballerinu” per via della sua accertata appartenenza sia alla “Stidda” che al clan di “Cosa Nostra”).

L’INCHIESTA – Gli approfondimenti della guardia di finanza hanno consentito di ricostruire un complesso sistema di relazioni, grazie a intercettazioni e dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, ma anche all’esame di documentazione bancaria e contabile e dalle evidenze di atti pubblici e scritture private. Tale attività, svolta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Catania ha permesso di tracciare analiticamente il profilo soggettivo del Puccio, di ricostruire il complesso quadro di imprese da lui di fatto gestito e tracciare gli asset patrimoniali dallo stesso illecitamente accumulati.

“La “qualificata” pericolosità sociale del Puccio – scrivono gli inquirenti –  emerge essenzialmente dagli esiti dell’indagine convenzionalmente nota come Operazione “Ghost Trash” che, nel dicembre del 2017, ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale etneo su proposta di questo Ufficio, nei confronti di otto persone indagate per associazione a delinquere di stampo mafioso – finalizzata all’acquisizione di posizioni dominanti nel settore economico della realizzazione di imballaggi destinati alle produzioni ortofrutticole di Vittoria (RG) -, intestazione fittizia di imprese e traffico illecito di rifiuti”.

Giombattista Puccio – attualmente detenuto presso il carcere di Siracusa – è stato destinatario del provvedimento di custodia cautelare personale poiché ritenuto responsabile “della creazione di un vero e proprio “cartello mafioso di imprese” che ha assunto il dominio del settore degli imballaggi nel territorio di Vittoria (RG)”.

Le indagini condotte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Catania “hanno accertato – sottolinenano gli inquirenti – il coinvolgimento di alcune aziende riferibili al Puccioin un articolato sistema di illecito stoccaggio di rifiuti e sono giunte a ricostruire un nuovo modus operandi dei consessi mafiosi che agiscono in territori, quale quello di Vittoria, caratterizzati da importanti realtà produttive, ossia l’acquisizione esclusiva del controllo di settori economici di rilievo come quello, nel caso specifico, della produzione degli imballaggi. Tale controllo del settore è originariamente avvenuto con il ricorso alle tipiche modalità dell’agire mafioso, caratterizzate dal sopruso e dall‘intimidazione: le aziende di Puccio poi, divenute leader nel settore della produzione degli imballaggi per prodotti ortofrutticoli grazie alla riconosciuta appartenenza dei loro titolari all’organizzazione mafiosa, hanno estromesso le aziende concorrenti che non si piegavano alle condizioni imposte, assumendo in tal modo il controllo dell’intera filiera commerciale”.

I PENTITI – Tale modo di agire è stato confermato anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia secondo le quali: “da decenni il mercato degli imballaggi di Vittoria è in mano a imprese mafiose che, attraverso l’opera diretta degli affiliati al clan Dominante-Carbonaro, impongono agli operatori del settore – con la forza dell’intimidazione e senza ricorrere, quasi mai, all’uso della violenza – l’acquisto di cassette di plastica per l’ortofrutta da aziende conniventi a loro riconducibili; le aziende che non accettano tali condizioni vengono tagliate fuori dal mercato. Proprio in tale sistema affaristico, che ha asfissiato ogni libera iniziativa economica, Giombattista Puccio stabiliva i prezzi di vendita ripartendosi gli utili con gli altri sodali”.

Spiegano i finanzieri: “La caratura criminale di “Titta” è altresì evidenziata dalle sue precedenti condanne con sentenze definitive intervenute, nel 1999, “per aver offerto assistenza a diversi latitanti appartenenti alla Stidda” e, nel 2003, “per aver fatto parte del clan di Cosa Nostra Mammasantissima negli anni 1997 e 1998”.

I NOMI – “Nelle sue imprese mafiose – hanno documentato gli uomini del Gico –  operanti da anni nella produzione di imballaggi per i prodotti ortofrutticoli e nella gestione dei rifiuti, formalmente amministrate da prestanome (tra i quali, i due figli Giovanni e Luigi, la figlia Giuseppina, le nuore SCRIBANO Zaira e GUARNERA Floriana nonché persone di fiducia quali ASTA Salvatore e SANZONE Gianluca) il PUCCIO non appariva quale titolare di cariche sociali, pur gestendone in prima persona i lucrosi affari. Infatti, il “Titta”, emerso quale dominus indiscusso nei rapporti con i diversi clienti e fornitori, al fine di escludere l’applicazione di misure di aggressione patrimoniale nei suoi confronti, assegnava quote sociali e incarichi amministrativi ad altre persone che, tuttavia, rispondevano solo al suo volere”.

Gli uomini della guardia di finanza hanno condotto accurate indagini patrimoniali accertando “la sproporzione, per oltre due milioni di euro, delle attività economiche possedute da Puccio e dalla sua cerchia familiare rispetto ai redditi da loro dichiarati al fisco”.

Inoltre, grazie anche ai riscontri ottenuti dall’esecuzione di attività ispettive di carattere fiscale, i militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria hanno acclarato la stabile riconducibilità al proposto delle seguenti attività d’impresa, tutte colpite dalla odierna misura patrimoniale di prevenzione:

societa’ commerciali: M.P. TRADE S.R.L.; SOCIETÀ COOPERATIVA GIZA A R.L. (già M.P. TRADE); INTERNATIONAL PACKING S.R.L.; G.Z.G. S.R.L. in liquidazione; GR TRADE S.R.L.; SOCIETÀ COOPERATIVA AGRO BIO SERVICE A R.L.; ALBA SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA a r.l.– tutte con sede in Vittoria (RG) – aventi quale oggetto sociale la “commercializzazione all’ingrosso e al dettaglio di prodotti per l’agricoltura” nonché la “fabbricazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli”;

ditte individuali: PUCCIO Giombattista; PUCCIO Luigi; l’impresa agricola di ASTA Salvatore;

Soc. Coop. DECAPLAST a r.l. e ECOLINE S.R.L. in liquidazione volontaria, entrambe aventi sede a Vittoria (RG) e con attività prevalente nel settore della “raccolta di rifiuti non pericolosi in plastica e imballaggi usati”.

Le complesse indagini patrimoniali – eseguite anche con l’ausilio del sofisticato software “Molecola” sviluppato dalla Guardia di Finanza per l’acquisizione massiva e l’analisi di tutte le informazioni rilevabili dalle numerose banche dati in uso al Corpo – hanno, altresì, consentito di sottoporre a sequestro finalizzato alla confisca di prevenzione i seguenti beni mobili e immobili risultati acquisiti in un arco temporale nel quale il proposto e i suoi prestanome non disponevano di mezzi finanziari sufficienti alla loro acquisizione:

beni mobili registrati: due autovetture e un motoveicolo;

titoli e rapporti finanziari: 15 conti corrente e 2 conti deposito;

immobili: 11 fabbricati e 50 terreni situati nel territorio di Vittoria.

Il complessivo patrimonio sottoposto a sequestro per la successiva confisca, è stato stimato in circa 45 milioni di euro.

 


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