Poltrone, presidenze e assessorati |L'Opa dei lombardiani al Comune - Live Sicilia

Poltrone, presidenze e assessorati |L’Opa dei lombardiani al Comune

La lista racimola 10.299 voti e si ritaglia il terzo posto tra le formazioni a sostegno del neosindaco Salvo Pogliese.

 

CATANIA – Uno spettro si aggira per Catania: è lo spettro del lombardismo. Tredici anni dopo la mega convention al Palazzo dello Sport che battezza la potenza di fuoco di Raffaele Lombardo e delle sue 4 liste civiche determinanti per l’affermazione di Umberto Scapagnini su Enzo Bianco, la colomba autonomista sorvola ancora la città assumendo le sembianze di un’araba fenice. La lista “Grande Catania” racimola 10.299 voti si ritaglia il terzo posto tra le formazioni a sostegno del neosindaco Salvo Pogliese superando anche la compagine dell’attuale Presidente della Regione, Nello Musumeci. Gli ex autonomisti piazzano quattro consiglieri comunali e cinque di quartiere (comprendo quattro municipalità su sei): un risultato non scontato quando non si è più sulla cresta dell’onda, un bottino da fare valere al tavolo delle trattative per la formazione della squadra degli assessori. Il frontman dell’operazione è il figlio di Angelo Lombardo e nipote di Raffaele, Giuseppe nel ruolo di coordinatore della lista.

Sullo sfondo c’è il regista di sempre: Raffaele Lombardo che sottotraccia colleziona l’ennesimo colpaccio. L’effetto trascinamento delle liste, previsto dalla nuova legge elettorale, è stato un invito a nozze per i campioni del consenso che pure non saranno azionisti di maggioranza in giunta, ma con quattro consiglieri comunali faranno sentire chiara e forte la loro voce. I primi nodi saranno sciolti nei prossimi giorni. Secondo i bene informati, gli ex autonomisti dovrebbero ottenere un assessorato di peso e la presidenza del consiglio comunale. Giuseppe Lombardo può fregiarsi di avere ricoperto il ruolo di coordinatore della lista, un elemento che costituisce una sorta di vantaggio competitivo per la nomina di assessore. Un altro nome, fatto nei mesi scorsi è quello dell’ex consigliere Sebastiano Arcidiacono che però esce ridimensionato dal voto di domenica e perde terreno. Per lui non si aprono le porte del consiglio comunale nonostante i meriti conquistati sul campo dove ha condotto una dura opposizione contro il sindaco uscente Enzo Bianco. Arcidiacono avrebbe pagato lo scotto delle correnti interne e delle sponsorizzazioni più massicce da parte dei big in favore di altri candidati. La competizione all’interno della lista di certo non era facile.

Il consigliere uscente Giuseppe Castiglione, il più votato della lista Grande Catania, è il figlio dell’ex presidente dell’autorità portuale Santo e gode di ottimi rapporti con l’ex presidente della Regione, Sebastiano Anastasi ha potuto puntare oltre che sulla notorietà legata all’attività consiliare anche sulla supporto di Angelo e Giuseppe Lombardo. Il giovane Orazio Mario Grasso avrebbe avuto un forte appoggio da parte di Toti Lombardo. Il quarto scranno se lo aggiudica Alessandro Campisi che centra il salto dal consiglio di quartiere. La competizione con candidati che toccano e superano quota mille voti ha reso la corsa complicata, ma nei fatti ha dato linfa vitale alla lista nel suo complesso: uno schema classico e vincente.

Il risultato che tuttavia sorprende di più è quello dell’ex sottosegretario e capolista Pippo Reina che si ferma a quota 138 voti. Non sarebbe stato supportato adeguatamente dai big si vocifera in ambienti autonomisti. Al netto di tutto, l’arcipelago autonomista si sta ricompattando e le caselle da riempire, prima o poi, salteranno per tutti gli uomini dell’ex Presidente. Nel frattempo si lavora per dimostrare il peso della componente centrista che in Sicilia rimane il fulcro del vecchio schema (vincente da queste parti) del centrodestra unito.


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