Clan Laudani, 19 arresti |Azzerato il gruppo di Paternò - Live Sicilia

Clan Laudani, 19 arresti |Azzerato il gruppo di Paternò

Tutti i particolari.

operazione dei carabinieri
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CATANIA – Comandava anche dal carcere. Il boss Salvatore Rapisarda sarebbe riuscito a inviare le missive ai suoi sodali tramite “una postina”: la moglie (Vanessa Mazzaglia) del suo fedelissimo Alessandro Farina,  anche lui detenuto.  Così il referente dei Laudani di Paternò, da dietro le sbarre, avrebbe continuato a impartire ordini. Ma i carabinieri sono riusciti a scoprire la strategia criminale e oggi hanno azzerato l’intero gruppo mafioso. Sono 19 le persone finite questa mattina, all’alba, in manette: tra detenuti e indagati a piede libero. Le accuse sono a vario titolo di associazione di tipo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, rapina, porto e detenzione illegale di armi, con l’aggravante del metodo mafioso.

Il boss, alleato dei “Mussi i ficurinia” di Paternò, inoltre avrebbe potuto contare sull’aiuto anche del suocero di Farina, Antonino Mazzaglia, e il nipote Lucio Farina.

L’inchiesta, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania e sviluppata dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo dei carabinieri di Catania, ha permesso di fotografare l’organigramma del gruppo di Paternò (articolazione territoriale della famiglia mafiosa “Laudani”). Le indagini sono in linea con il blitz En Plein che nel 2015 portò alla cattura di diversi affiliati della famiglia Rapisarda di Paternò. Una retata che ha fermato la faida intrapresa per il controllo del potere criminale all’ombra del Castello normanno. Guerra che culminò con l’omicidio di Turi Leanza e il tentato omicidio di Antonino Giamblanco. In questi mesi poi si sono aggiunte le rivelazioni del pentito Orazio Farina che hanno dato importanti input investigativi all’inchiesta. Sono finiti in manette infatti i due fratelli Alessandro e Angioluccio e il nipote Emanuele Lucio.

Il ruolo di capo operativo di Paternò sarebbe stato affidato a Vincenzo Marano (detto Enzo U squalu). A lui spettava la gestione delle piazze di spaccio e la ‘cura’ della cassa del clan. Inoltre sono state individuate le nuove leve della ‘famiglia’ mafiosa di Paternò. Il traffico di cocaina e marijuana inoltre si sarebbe sviluppato non solo nel comune etneo, ma anche nella vicina Santa Maria Di Licodia. Sono state ricostruite le squadre del gruppo Morabito-Rapisarda a Paternò, Belpasso e Santa Maria di Licodia.

Fatta luce anche su una tentata rapina a mano armata ai danni di un benzinaio di piazza Purgatorio commessa il 30 dicembre 2017. I due malviventi, Emanuele Lucio Farina e Samuele Cannavò, spararono anche un colpo di pistola. Individuato anche un canale della droga Paternò-Calabria: quello di rifornimento della cocaina. In carcere anche due calabresi, Salvatore e Domenico Morabito. Nessun collegamento con i boss Morabito: è solo omonimia.

Il blitz, denominato ‘En Plein 2’, ha permesso dunque di azzerare la cosca. Gli indagati saranno sottoposti all’interrogatorio di garanzia nei prossimi giorni. Tra gli arrestati anche Antonino Barbagallo, scarcerato dal Riesame appena qualche giorno fa. Era finito in manette per l’accusa dell’omicidio di Turi Leanza. 

I NOMI DEGLI ARRESTATI . Salvatore Morabito, Domenico Morabito, Biagio Sambataro, Salvatore Sambataro, Antonino Mazzaglia, Francesco Pappalardo, Giorgio Castorina, Emanuele Lucio Farina, Samuele Cannavò, Angioletto Farina, Giuseppe Arcidiacono, Antonino Barbagallo, Giuseppe Patanè, Salvatore Rapisarda, Alessandro Farina, Sebastiano Tocra, Vincenzo Vinciullo, Vanessa Mazzaglia e Vincenzo Marano.

 


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