Flop M5s, perde il Centrodestra | È la Sicilia del voto “capovolto” - Live Sicilia

Flop M5s, perde il Centrodestra | È la Sicilia del voto “capovolto”

Risultati inversi rispetto alla Penisola. I Cinquestelle perdono l’unico capoluogo. Ko a sorpresa Bramanti e Reale. E il centrosinistra c’è.

I BALLOTTAGGI
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PALERMO – Mentre nella Penisola i Cinquestelle esultano, qui in Sicilia si leccano le ferite. Mentre il centrosinistra perde storiche roccaforti nel Centro e nel Nord, nell’Isola miracolosamente difende a sorpresa un capoluogo. Mentre il Centrodestra fa il pieno in Toscana, a queste latitudini incassa le clamorose sconfitte di Messina e Siracusa.

Il laboratorio è chiuso, insomma. O forse è fin troppo attivo. Al punto da precorrere i tempi con un anticipo esagerato. Il “laboratorio Sicilia”, per intenderci, quello che è ormai lo stereotipo buono per raccontare come spesso nell’Isola siano rintracciabili i germi di un cambiamento incipiente anche a livello nazionale.

Intanto, qui va tutto a rovescio. Il Movimento cinque stelle che aggiunge sette sindaci in Italia rispetto a quelli già in carica, in Sicilia perde la sfida più importante: quella di Ragusa. Importante non solo perché si trattava dell’unico capoluogo siciliano guidato dai Cinquestelle, ma proprio perché il voto contrario suona anche un po’ come una bocciatura all’amministrazione grillina: dove hanno governato, hanno perso. Sarà facile per gli avversari politici sottolineare quello che è un fatto. E la sconfitta è ancora più grave perché avviene sotto i “colpi” di un candidato difficilmente associabile alla “vecchia politica” e che non ha nemmeno ricevuto il sostegno ufficiale di tutta l’armata del Centrodestra. In questo caso, quindi, non tornano buone nemmeno le letture del “tutti contro di noi”. I grillini hanno governato Ragusa, e alla chiamata per il rinnovo, i cittadini hanno scelto l’ex cestista Peppe Cassì.

I Cinquestelle possono in parte consolarsi con Acireale, che sembra riflettere un trend. Lì le elezioni sono il frutto delle dimissioni di un sindaco coinvolto in una vicenda giudiziaria. Ecco, in questi casi sembra che i grillini abbiano vita facile. Il problema è “reggere” alla prova dell’amministrazione.

Il partito di Di Maio in compenso esulta per le vittorie nel resto d’Italia. Dove fa il pieno, però, anche l’alleato-rivale Matteo Salvini che “trascina” il centrodestra (anche quello che a Roma è all’opposizione di Salvini) verso vittorie in parte impensabili. Ma se le vittorie in alcune “fortezze” del voto rosso sono in qualche modo inaspettate, altrettanto fragoroso è il tonfo in questi ballottaggi del Centrodestra siciliano. A Messina, Dino Bramanti, uomo scelto e sostenuto dal presidente della Regione Nello Musumeci e appoggiato da tutti i partiti che oggi appoggiano il governo regionale, ha raccolto poco più della metà dei voti del “ribelle” Cateno De Luca. L’uomo che ha corso “solo contro tutti” (qui si può dire), e che ha messo in luce le difficoltà di certa politica “tradizionale” di fiutare le preferenze delle città.

Un po’ più complesso il discorso di Siracusa, dove Ezechia Reale avrà di che lamentarsi. Dopo avere fallito il “match point” al primo turno, anche a causa della scelta di pezzi di centrodestra (la candidatura di Fabio Granata sotto il simbolo – ma sembra senza l’appoggio concreto – di Diventerà Bellissima) di andare per conto proprio, Reale è stato sconfitto da Francesco Italia e da una “squadra” civica, dove in realtà il concetto di “civismo” va inteso nel senso di un progetto capace di mettere insieme uomini dell’uscente Dem Giancarlo Garozzo e uomini – appunto – con un curriculum di centrodestra. Ma più di destra che di centro.

E così, nella Sicilia del voto al contrario, mentre altrove il centrosinistra ammaina bandiere che sventolavano in qualche caso da decenni, il centrosinistra trova persino motivo per sorridere. Proprio la vittoria di Siracusa, insieme a quella di Trapani al primo turno, evita che il Pd, seppur geneticamente modificato, sparisca dalla geografia politica emersa da queste elezioni amministrative. I laboratorio Sicilia ha chiuso. O forse, nel retrobottega, sono già in corso gli esperimenti sulle prossime formule politiche. E qualcosa si intravede già, in questo voto nei Comuni dell’Isola.


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