Il senso del sacro di Cateno | La politica soprannaturale - Live Sicilia

Il senso del sacro di Cateno | La politica soprannaturale

Cateno De Luca e i fiori alla Madonna

Cuffaro affidò la Sicilia alla Madonna, Crocetta fece lo stesso, Musumeci assicurò: "Dio è con noi".

Con la telefonata narrata di Papa Francesco al sindaco di Messina, Cateno De Luca, un guizzo di soprannaturale irrompe nell’afoso almanacco dei ballottaggi siciliani. C’era, fin qui, un usuale contorno di consuetudini, elettrizzanti come le interviste del dopo-partita. Ecco il bacio al pupo. Ecco il ponderoso comunicato di analisi. Ecco il tiè non espresso ma amorevolmente dedicato egualmente all’avversario di turno. Ed ecco il pontefice che chiama, scompaginando la noia del dopo voto, con tanto di Var delle occasioni perdute.

L’episodio è stato appunto raccontato sulla pagina facebook del nuovo sindaco dello Stretto e confermato nell’intervista a questo giornale. Sua Santità, colpito dall’omaggio floreale alla Madonna del suddetto, si è complimentato con accenti affettuosi e, ovviamente, da Papa, ha pregato col suo emozionato interlocutore. Un caso di evidente discontinuità, oltretutto, se è vero che il precedente sindaco, il famoso Renato Accorinti, quello delle magliettine, teneva per il Dalai Lama di cui però non risulterebbero telefonate complimentose.

E chissà se Papa Francesco, nella sua dolcissima semplicità, avrà accettato dallo scatenato Cateno un invito a Messina, magari per consumare un gustoso piatto di baccalà a ghiotta.

Comunque, non è la prima volta che il sacro si manifesta nelle vicende politiche siciliane, lasciando un odore di incenso in queste contrade profane. Anche se, di solito, non telefona lui, personalmente in persona. Viene, semmai, invocato. Ricordate quando Totò Cuffaro affidò la Sicilia alla Bedda Matri, formalmente, non a casa sua, con una cerimonia al santuario della Madonna delle lacrime? Non si può dire che la circostanza gli abbia portato fortuna.

Rosario Crocetta, governatore politicamente e ideologicamente agli antipodi, ne ricalcò le orme, qualche anno dopo. Riportiamo le parole del presidente, estratte dall’archivio: “Amatissima Madre, in questo momento difficile della nostra storia ti affido le sofferenze delle famiglie, dei giovani, dei poveri, degli anziani, dei malati, dei disoccupati, degli emarginati. Guidami tu, o Maria, perché possa attuare una politica che sollevi le condizioni di chi è più povero e che dia dignità, lavoro, giustizia ad ogni figlio di questa terra”. Pure qui, non si può affermare che quella preghiera fu interamente esaudita; un’interferenza doveva esserci.

Ancora Crocetta si rivolse alla Madonna del Carmelo in un frangente umanamente difficilissimo: erano i giorni dell”intercettazione fantasma’ su Lucia Borsellino e delle polemiche roventi. Saro – gli va dato atto – dimostrò di essere un incassatore di qualità, resistendo a colpi che avrebbero atterrato chiunque.

Conclude la carrellata di esempi – ma quanti se ne potrebbero aggiungere – l’attuale governatore Nello Musumeci che, al culmine di una accesa campagna elettorale, durante un comizio, alzò le braccia al cielo e declamò: “Ce la faremo, perché Dio è dalla nostra parte”. E chissà se il Padreterno avrà fatto in tempo a effettuare il cambio di residenza per dare il suo voto a Nello.

Se ne deduce che la politica, non solo qui, anche altrove, ma certamente qui, ama prendere sul serio i santi – sia detto col massimo rispetto per la fede di ognuno e per i percorsi dissimili di chiunque – dopo avere scherzato con i fanti, per arruolarli in questa o in quella avventura di urna e di (non a caso) santino elettorale. Un’attitudine, forse, un tantino eccessiva. Ma, grazie a Dio, in Paradiso e negli immediati dintorni, avranno ormai maturato un provvidenziale senso dell’umorismo.


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