Tutto sui "manager" dello spaccio |Droga dai Santapaola e Cappello - Live Sicilia

Tutto sui “manager” dello spaccio |Droga dai Santapaola e Cappello

I profili di Giuseppe Allegra e Antonino Guglielmino, gli indagati chiave del blitz dei carabinieri.

L'inchiesta "Bivio"
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CATANIA – Li hanno definiti i “manager della droga” o “capi piazza”. Sono Antonino Mirko Guglielmino e Giuseppe Allegri, i due indagati chiave dell’inchiesta Bivio che ha permesso, ieri, di azzerare due luoghi “vicini” dello smercio di cocaina e marijuana. Due take-away di ‘erba’ e polvere bianca che frutterebbero – almeno secondo le stime degli investigatori – 7 mila e 500 euro ciascuno. E parliamo di “incasso” giornaliero. Guardando le 230 pagine dell’ordinanza si può ben delineare il numero imponente di cessioni che emerge dall’analisi dei filmati registrati dalle telecamere installate in quel “bivio” dello spaccio tra via Alogna, via Trovato e la parallela via Trovatelli. In alcuni giorni, la media delle cessioni (che si conta) è di una ogni due minuti.

Prima di decidere di installare “il grande fratello dello spaccio”, in quella zona si erano registrati arresti e sequestri sospetti. In particolare all’inizio del 2017 in via Trovato 29, in un immobile abbandonato, i carabinieri scovano 3 pistole (una brawning calibro 9X21, un revolver calibro 38 speciale, una calibro 9, tutte con le matricole abrase) e numerose cartucce. L’arsenale è nascosto insieme a 4 chili e mezzo di marijuana e 50 grammi di cocaina. Le indagini portano a individuare Antonino Mirko Guglielmino, 26 anni, che viene deferito insieme a Paolo Giuseppe Denaro per detenzione di armi e droga.

In via Alogna, dove si registra in modo costante la presenza del capo piazza Guglielmino (detto Coccolino), il turno di “lavoro” dei pusher, delle vedette e dei lanciatori (che ‘lanciano’ le dosi da vendere dai balconi) inizia alle 14 e termina a tarda notte (nel weekend anche alle 7 del mattino). Il cambio turno avviene intorno alle 21,30 – 22,00. Un elemento preciso del “sistema di spaccio di via Alogna” era la “interscambiabilità” dei ruoli tra le vedette e gli spacciatori. Il “capo piazza” è il giovane “Coccolino”, che a più riprese svolgeva non solo il ruolo di “gestore” dello spaccio ma anche compiti operativi di vendita e controllo. Il suo fedelissimo è – secondo gli inquirenti – Giovanni Bellamacina. “La presenza di Guglielmino – scrive il Gip – è costante, egli è quasi un impiegato di stanza nella piazza di spaccio”. È lui che si occupa di rifornire di droga, del coordinamento del gruppo, del ritiro dei soldi e del pagamento, a fine giornata, dei suoi spacciatori e vedette. La piazza di via Alogna sarebbe rifornita – così ha detto il pm Rocco Liguori in conferenza stampa – dai Santapaola.

La piazza di spaccio specializzata in cocaina è quella di via Trovatelli. I pusher si sarebbero riforniti di polvere bianca direttamente dai Cappello. Il 2 maggio 2017 sono arrestati in flagranza Giuseppe Allegra, Rosario Bonforte e Alfio Rapisarda. Il primo (ritenuto il “capo piazza”), nonostante fosse ai domiciliari, consegna attraverso le sbarre della porta di ferro che dà accesso al palazzo dove vive le dosi di cocaina da smerciare. Le indagini hanno documentato la gerarchia del gruppo di spaccio a gestione familiare (diversa da quella di Gugliemino, ben strutturata e organizzata). L’epicentro è la via Trovatelli dove Allegra abita. La sua casa infatti è usata proprio come “putia” della cocaina. Ai suoi ordini il vicino di casa Gaetano Silvestro Musumeci e il suocero Alfio Rapisarda.


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