Aumentano le tasse universitarie | Micari: "Una scelta necessaria" - Live Sicilia

Aumentano le tasse universitarie | Micari: “Una scelta necessaria”

Protesta delle associazioni studentesche ma il rettore difende le scelte gestionali dell'Ateneo.

PALERMO – “All’Università di Palermo sono state aumentate le tasse”. Questa la denuncia dei rappresentanti degli studenti Vincenzo Calarca, Chiara Puccio, Rosario Signorino Gelo Antonio Di Naro e Serena La Russa con le rispettive associazioni Onda Universitaria, UniAttiva ,Vivere Ateneo, Run Palermo e Nuova Realtà Giovanile. “Il nuovo regolamento sulla tassazione per l’anno accademico 2018-2019 – specificano i rappresentanti presso il Senato accademico e il Cda dell’Università di Palermo – alza complessivamente le tasse agli studenti dell’ateneo palermitano e dei poli decentrati di sua competenza”.

“Le tasse – raccontano – crescono del 3% per tutta la platea degli studenti. Infatti, anche se è vero che esiste una ‘no tax area’ (ndr. esenzione totale dalle tasse universitarie per gli studenti con Isee sotto i 13mila euro), per accedervi occorre avere raggiungere un certo numero di crediti formativi. E, se lo studente non li raggiunge l’aumento viene comunque subito. Inoltre – continuano – oltre a questo aumento la misura che incide principalmente come appesantimento della tassazione sugli studenti è quella riguardante le scadenze delle rate e le successive more. Prima di tutto – spiegano – perchè rispetto all’anno scorso non è più possibile pagare senza more entro il 31 dicembre. Poi perché, oggi, le scadenze per pagare sono fissate al 30 settembre per la prima rata e al 24 dicembre per la seconda. Le more sono di due tipi: con un aggravio di 30 euro al mese fino a un massimo di 90 euro per la prima rata e con una mora di 50 euro al mese fino a tetto massimo di 250 euro per la seconda rata. Così, la combinazione fra scadenza e mora fa risultare chiaro il rischio di risultare morosi. Il conseguente aggravio per le tasche degli studenti è decisamente possibile. A questo riguardo – concludono – avevamo proposto, invece, la creazione di più rate per agevolare i pagamenti in tempo”.

Gli studenti giustificano con questi argomenti la posizione negativa rispetto al regolamento. “Dobbiamo sottolineare – aggiungono, poi – che, anche questa volta, come per il calendario didattico, si è registrato da parte dell’amministrazione il segno di un cambio di rotta che privilegia le politiche di bilancio alle reali esigenze degli studenti”.

Il rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari, difende le nuove politiche di tassazione, motivando ciascuna delle scelte, proposte dall’amministrazione da lui guidata e approvate negli organi superiori dell’Università. “È chiaro – dice Micari – che la posizione dei rappresentanti sia quella di proteggere il più possibile gli interessi immediati degli studenti. Ma il lieve innalzamento della tassazione che abbiamo applicato, di fatto, nelle fasce di reddito superiori ai 30 mila euro, è stata una scelta necessaria. Con l’applicazione della ‘no tax area’, nell’anno accademico 2017-2018 – prosegue il rettore -, abbiamo riscontrato un minore gettito dovuto al fatto che abbiamo la tassazione più bassa d’Italia. Il 25% degli studenti dell’Università di Palermo ricade nella ‘no tax area’ e il 20% è nella fascia protetta con buone agevolazioni in termini di tassazione. Abbiamo così pensato a questa forma di aumento lieve per tutte le fasce con redditi superiori”.

Ma il rettore ricorda anche delle misure positive. “Possiamo vantare – dice Micari – il fatto che la tassazione nell’area medica sia rimasta invariata, a fronte di un innalzamento avvenuto lo scorso anno. Mentre un’altra misura in favore degli studenti è quella che prevede, nelle scuole di specializzazione medica, che gli studenti con Isee sotto i 30mila euro abbiano una decurtazione di 500 euro sulle tasse da pagare”.

Poi il rettore passa al tema del numero delle rate e delle more. “Gli studenti – afferma Fabrizio Micari – hanno fatto delle proposte rispetto al numero delle rate che saranno vagliate nei prossimi mesi. Le attuali scelte sono rette dalla volontà di rendere più efficienti il sistema e i servizi universitari. Con una prima rata entro il 30 settembre speriamo di spingere tutti gli studenti che vogliano iscriversi a farlo tempestivamente. Così conosceremo i fabbisogni di aule e di personale e per organizzarci di conseguenza. Inoltre, se i circa 40mila studenti pagassero in tempo saremmo in grado di anticipare, ancora di più rispetto a quanto già fatto, l’erogazione all’Ersu delle risorse di nostra competenza per il pagamento delle borse di studio. È naturale però che per spingere a pagare prima, occorre inserire una piccola mora. Oltre tutto – conclude il titolare di Palazzo Steri – la prima rata è calcolata nella misura del 30% del contributo totale, per cercare di non gravare sulle famiglie”.


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