La morte del rais Cataldo | Un uomo entrato nel mito - Live Sicilia

La morte del rais Cataldo | Un uomo entrato nel mito

L'Unesco lo aveva dichiarato "tesoro umano vivente".

PALERMO – Classe 1941, Gioacchino Cataldo portava con sé “tutta la cultura della pesca del tonno dal XII secolo”. Così lo chef Carlo Cracco celebrò a Masterchef, poco tempo fa, l’ultimo dei rais di Favignana che si si spento a 77 anni.

Alto un metro e 90 centimetri era un gigante buono. Quarantaquattro anni vissuti da pescatore, di cui undici a dettare gli ordini durante la mattanza. “Da bambino – raccontò di sé – vedevo mio padre che tirava i tonni ma non potevo mai pensare che la pesca portasse tanta adrenalina”.

Nel 2006 Gioacchino Cataldo era stato dichiarato “tesoro umano vivente” ed era stato iscritto nel Registro delle eredità immateriali della Sicilia, un vero e proprio riconoscimento dell’Unesco promosso dal’assessorato ai Beni culturali. Lui stesso aveva detto: “La cultura della tonnara va sparendo. Si parla sempre del passato. Quando finirà la generazione di chi ha 40-50 anni si perderanno molti mestieri legati alla pesca perché i giovani non imparano più”.

Dopo il 2007, anno dell’ultima mattanza, Gioacchino aveva iniziato a divulgare dell’arte della pesca del tonno nelle scuole. Raccontava le tradizioni di Favignana e narrava le storie delle mattanze che è stata la sua vita. Era non solo un pescatore, ma anche un esperto delle tecniche di cucina del tonno. E aveva fatto da prof a tanti chef e studenti dell’alberghiero. 


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