Tagli ai vitalizi, strada in salita | All'Ars c’è già chi dice no - Live Sicilia

Tagli ai vitalizi, strada in salita | All’Ars c’è già chi dice no

Tutto rimandato. Ma tra i deputati del Consiglio di presidenza si fa fatica a trovare qualcuno d'accordo con la proposta.

PALAZZO DEI NORMANNI
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5 min di lettura

PALERMO – Dopo il primo appuntamento in Consiglio di presidenza all’Ars che si è tenuto stamattina, la proposta di taglio e rimodulazione dei vitalizi per gli ex deputati regionali avanzata dal Movimento 5 stelle è ancora in stand-by e lo rimarrà fino a fine settembre. La proposta, che grazie all’introduzione del sistema contributivo dimezzerebbe le entrate per ex onorevoli e gli eredi e in generale la spesa che ammonta a circa 18 milioni di euro l’anno, oggi è stata discussa e passata agli uffici, fra cui quello legale, per i doverosi pareri di fattibilità.

Nell’attesa di conoscere il verdetto di avvocati ed esperti, che verificheranno anche la costituzionalità della modifica che nei fatti potrebbe andare a scontrarsi con i diritti acquisiti dagli ex deputati e le loro famiglie, alcuni componenti del Consiglio sembrano avere le idee chiare. Su undici deputati, il presidente Gianfranco Miccichè, i vicepresidenti vicari Roberto Di Mauro e Giancarlo Cancelleri, gli onorevoli Edi Tamajo, Giorgio Assenza, Giovanni Bulla, Salvatore Siragusa, Alfio Papale, Nello Dipasquale, Stefano Zito e Gaetano Galvagno, solo quattro in questo momento esprimerebbero parere positivo. Per passare, la proposta invece dovrebbe essere condivisa da almeno sei componenti.

Insomma, in questo momento i numeri non ci sono. Se si fosse votato oggi, la proposta sarebbe stata respinta: infatti, a parte i tre voti dei deputati grillini, al momento solo il dem Nello Dipasquale avrebbe dato il suo appoggio alla proposta, proprio come aveva già annunciato Cancelleri più di due settimane fa nel corso della conferenza stampa di presentazione della proposta“Voglio che sia ben chiaro: il taglio dei vitalizi in Sicilia è stato proposto e approvato nel 2012 – ha voluto sottolineare – non lo ha certo inventato il Movimento 5 stelle. Io stesso non lo percepisco più. E’ una modifica portata avanti dal centrodestra e dal centrosinistra ormai sei anni fa. Sarei comunque disposto a votare questa proposta previe verifiche di legittimità – ha ammesso Dipasquale – Ovviamente, in questo momento parlo a titolo personale. Certamente devo confrontarmi con l’intero gruppo del Partito democratico all’Ars, il mio voto è e sarà espressione dell’opinione del mio partito”. A dire il vero, nel Pd il tema non è considerata una “priorità”. 

Una piccola rivoluzione quella proposta prima a Roma dal presidente della camera Roberto Fico e che oggi comincia il suo percorso anche qui in Sicilia. Un ritocco ai vitalizi che si baserà sul sistema contributivo. Per chi farà un solo mandato il minimo garantito sarà di 660 euro, per due mandati invece la soglia minima viene fissata a mille e trecento euro. E in ogni caso il taglio non potrà superare il 50 per cento della cifra totale. Per quanto riguarda invece la reversibilità a favore dei familiari, in caso di morte del deputato verrà erogato il 60 per cento solo ed esclusivamente al coniuge. Qualora l’ex deputato non fosse sposato il vitalizio smetterebbe di essere pagato.

Per attuare questa nuova norma e incassare l’approvazione del Consiglio di Presidenza, Cancelleri lo scorso 5 luglio aveva tirato in ballo anche altri deputati che in passato avevano manifestato la stessa volontà di tagliare “sprechi e privilegi”. Un altro voto su cui dicevano di poter contare i deputati pentastellati era quello di Giorgio Assenza di Diventerà bellissima. Cancelleri diceva di essere ottimista grazie al momento politicamente propizio, vista la nuova alleanza fra un pezzo della destra e il Movimento cinque stelle a livello nazionale. Assenza però sembra avere idee diverse: “Cancelleri eviti di fare previsioni e anticipare le mie decisioni. La proposta va approfondita e valutata anche da un punto di vista legale e costituzionale. In ogni caso – ha aggiunto – al momento così per come è formulata non la voterei”. Per l’ultimo candidato governatore dei grillini, anche Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia sarebbe stato ben disposto nei confronti della proposta visto che in passato il leader Giorgia Meloni aveva portato avanti una proposta analoga in parlamento. Una posizione non confermata ufficialmente. 

Un no secco sarà certamente quello del presidente dell’Assemblea regionale Gianfranco Miccichè, che già in molteplici occasioni ha chiuso la porta di fronte alla proposta bollandola come “una follia”. “E’ una cattiveria – ha detto a LiveSicilia – i grillini vogliono punire della gente solo per aver fatto politica”. Fra chi ancora attende i pareri dell’ufficio legale e non si vuole sbilanciare sulla questione c’è Edy Tamajo di Sicilia futura: “Oggi in Consiglio è cominciata la discussione sulla proposta, per la votazione c’è tempo. Il documento è ancora al vaglio dell’ufficio legale – ha detto – aspetteremo certamente il suo parere per decidere. Non voto atti illegittimi”. Dello stesso parere il forzista Alfio Papale secondo cui “non esiste una discriminante a prescindere, solo perché la proposta arriva dal Movimento 5 stelle – ha spiegato – ma non ho intenzione di esprimermi fino a quando non avrò un quadro chiaro e non avrò letto i pareri degli uffici”.

Al termine della prima riunione di oggi i tre deputati pentastellati continuano a mostrarsi ottimisti: d’altra parte hanno ancora tempo per cercare voti favorevoli, visto che, in base alle dichiarazioni di Giancarlo Cancelleri, i pareri degli uffici non arriveranno prima di fine settembre. “L’importante è che sia stata avviata l’istruttoria e che la sfida sia stata lanciata – ha detto Cancelleri – Gli uffici verificheranno la costituzionalità e l’impatto giuridico ed economico. Dovranno anche analizzare ogni singolo caso e vitalizio erogato. Sarà un percorso lungo e un lavoro immane – ha sottolineato – ma l’importante è che sia cominciato. La questione è stata posta, e anche se dovessero arrivare i pareri negativi, le scelte politiche sono un’altra cosa. Se questi dovessero diventare una scusa per un voto negativo, ogni deputato si assumerà la responsabilità della propria scelta”. Il deputato regionale però conta anche sull’esito della legge a livello nazionale: “A Roma il Movimento 5 stelle porterà certamente a casa il risultato. Perché qui in Sicilia dobbiamo sempre subire l’ordine dall’alto? Possiamo essere noi ad adottare la modifica per primi e dare l’esempio al resto del paese”.


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