La 'banda' delle frodi informatiche |Riesame, ecco chi resta in carcere - Live Sicilia

La ‘banda’ delle frodi informatiche |Riesame, ecco chi resta in carcere

Tutti i nomi.

Operazione Sim Swap
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CATANIA. Restano in carcere con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi informatiche e di truffe online i tre vertici della “banda” delle frodi informatiche scoperta dalla Polizia Postale di Catania, nell’ambito dell’operazione Sim Swap. Alfio Mancuso, Antonio Nucifora e Luca Florio, arrestati lo scorso 2 luglio, rimangono dunque dietro le sbarre. Così ha deciso il tribunale del Riesame che non ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati Claudio Grassi, difensore di Mancuso e Florio, e Maria Elisa Ventura, legale di Nucifora. Alfio Mancuso è ritenuto dall’accusa il capo promotore dell’organizzazione, con base nel comprensorio ionico, che avrebbe portato a segno numerosissime frodi e truffe online. Antonio Nucifora e Luca Forio sarebbero stati i suoi più stretti collaboratori, incaricati di volta in volta di assoldare prestanomi e di recuperare il denaro proveniente dai conti correnti delle ignare vittime.

Cade però l’accusa di associazione per gli altri 11 indagati, raggiunti da misura cautelare agli arresti domiciliari. I giudici del Riesame hanno annullato l’ordinanza di custodia cautelare per quel che riguarda l’accusa di associazione, confermando il resto. Sostituiti gli arresti domiciliari con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e, per alcuni, con l’obbligo di dimora per Michele Bella, Filippo Giuseppe Del Popolo Chiappazzo, Santo Gulino, Giuseppe Luna, Agatino Muscolino, Sara Musmeci, Angelo Pagano, Giovanni Pagano, Davide Patanè, Adriano Tizzone e Marco Antonio Torrisi. Soddisfatto per l’esito del Riesame l’avvocato Giuseppe Testa, difensore di fiducia di Santo Gulino e Giovanni Pagano. Per la Procura di Catania avrebbero fatto stabilmente parte del sodalizio, intestandosi conti correnti, libretti postali e carte prepagate su cui far confluire le somme rubate.

L’INCHIESTA. Prende il nome da uno dei metodi più diffusi di frodi informatiche, Sim Swap, la vasta operazione condotta ad inizio luglio dalla Polizia Postale. Il flusso di denaro dai conti correnti delle vittime, provenienti da tutta Italia, conduce gli investigatori nell’area compresa tra Giarre, Fiumefreddo di Sicilia e Piedimonte Etneo. Nell’area ionica risiedono, infatti, tutti gli intestatari dei conti correnti e delle carte prepagate in cui confluisce il denaro trafugato. Grazie alla sostituzione delle Sim telefoniche usate per l’accesso ai servizi bancari, gli indagati sarebbero riusciti a trafugare dai conti correnti delle vittime ingenti somme di denaro. Non solo. Il sodalizio si era specializzato anche nella commissione di truffe online. Utilizzando noti portali di vendita, gli indagati pubblicavano falsi annunci. Una volta che le vittime pagavano, la merce non veniva spedita. La somma complessiva di frodi e truffe sarebbe superiore a 600mila euro.

 


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