Le mani della mafia sugli appalti |In manette affiliati al clan Ragaglia - Live Sicilia

Le mani della mafia sugli appalti |In manette affiliati al clan Ragaglia

Blitz stamani dei carabinieri della Compagnia di Taormina

operazione portofranco
di
2 min di lettura

MALVAGNA. Avrebbero tentato di mettere le mani sui lavori di completamento della circonvallazione nel centro abitato di Malvagna (ME), aggiudicati da una ditta di Paternò. Sono finiti in manette stamani su ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Messina su richiesta della Dda peloritana, il 25enne Rosario Russo, di Castiglione di Sicilia, ed il 36enne Francesco Confalone, di Malvagna ma residente in Germania, dove è stato raggiunto dal provvedimento. Entrambi, ritenuti elementi di spicco del clan Ragaglia-Sangani, affiliato alla famiglia Laudani, dovranno rispondere dell’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

L’INCHIESTA. “Ceccati un amico bonu di cussa”, questo il contenuto del biglietto minatorio attaccato con dello scotch ad una bottiglia di plastica contenente benzina, rinvenuta appesa alla maniglia di un escavatore, e con vicino un accendino. A denunciarne il ritrovamento il responsabile di un cantiere di una ditta di Paternò, aggiudicataria dell’appalto dei lavori alla circonvallazione di Malvagna, per un importo complessivo di oltre 600mila euro. E’ il febbraio del 2016 ed i carabinieri della Compagnia di Taormina avviano l’attività investigativa per identificare gli autori di quella che sembra inequivocabilmente una richiesta estorsiva. Grazie ad alcune testimonianze, gli investigatori concentrano le indagini su Russo e Confalone, notati mentre si aggiravano attorno al cantiere ancora in fase di avvio. Le successive attività tecniche, avviate dai militari dell’Arma, avrebbero inchiodato i due indagati, intercettati mentre organizzavano le azioni da mettere in atto per costringere il titolare dell’azienda ad accettare il pagamento di denaro in cambio della loro protezione. Ma nonostante le minacce e le pressioni esercitate per ottenere un incontro con le vittime, queste ultime non hanno mai ceduto alla paura. Una resistenza che ha spinto Russo e Confalone ad inasprire ancora di più i toni delle minacce.

Un ulteriore elemento di prova che ha consentito agli inquirenti di aggravare il già pesante quadro indiziario, sono stati i risultati della perizia svolta dagli esperti della Sezione di Grafica dei Ris di Messina sul biglietto rinvenuto nel cantiere. Le comparazioni grafiche hanno consentito di stabilire con massima precisione che a scriverlo sarebbe stato Rosario Russo. Contestata anche l’aggravante del metodo mafioso. I due indagati, come evidenziato dal gip, avrebbero fatto ricorso “ad atteggiamenti obliqui ed insinuanti  formalizzando la richiesta attraverso una formula idonea a evocare una modalità comunicativa tipicamente mafiosa”. Sia Russo che Confalone avrebbero rapporti consolidati con esponenti del clan Ragaglia-Sangani di Randazzo, facente capo ad Antonino Salvatore Ragaglia, attualmente detenuto.

 

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI