I giorni difficili di Orlando | Il sindaco sempre più accerchiato - Live Sicilia

I giorni difficili di Orlando | Il sindaco sempre più accerchiato

Dai conti alle partecipate, il Comune in una stagione oscura. E i successi della cultura non bastano

Palermo - Il punto
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“Ma il Sindaco lo sa fare ancora?”. La battuta, contenuta in un comunicato della consigliera comunale di Palermo Sabrina Figuccia, è forse fin troppo facile ma fotografa bene il momento di grande difficoltà che attraversano Leoluca Orlando e la sua amministrazione. Un periodo buio, forse il più buio nella lunghissima storia dell’eterno sindaco di Palermo. Che viene ormai bersagliato dalle opposizioni a colpi di richieste di dimissioni.

L’ultimo colpo incassato è quello che arriva dalla Sezione di controllo per la Sicilia della Corte dei conti che ha fatto a pezzi i bilanci consuntivi del 2015 e 2016. Una bocciatura in piena regola per il Comune. Del quale, tra l’altro , i magistrati contabili mettono in evidenza la bassissima capacità di riscossione delle multe e dell’evasione fiscale. I conti a Palazzo delle Aquile traballano e la mazzata di ieri della Corte dei conti non è il primo dispiacere per Orlando su questo tema. Qualche giorno fa era arrivata la notizia del commissariamento da parte della Regione per il non aver rispettato il termine del 30 aprile per l’approvazione dei bilanci riferiti al 2017. Anche in quel caso le opposizioni avevano picchiato duro. E persino dalla maggioranza, in particolare da Sinistra Comune, erano arrivate voci critiche. Il fuoco amico è in effetti una delle spie della gravità delle difficoltà in cui naviga Orlando. E d’altro canto, la sofferenza di questa sindacatura è talmente evidente che nasconderla come polvere sotto il tappeto è impossibile. Anche negli ambienti fin qui più clementi e pazienti verso l’amministrazione.

Non ci sono solo le difficoltà legate ai conti, che vedono peraltro il Comune in buona compagnia, viste le note sofferenze degli enti locali siciliani. C’è poi la grana dei rifiuti. Il Comune di Palermo è ancora inchiodato a percentuali di raccolta differenziata assolutamente inadeguate ed è finito, insieme alle altre grandi città siciliane, nel mirino della Regione. Il difficile cammino della Rap negli ultimi tempi è stato particolarmente sofferto, anche sul fronte della raccolta rifiuti, che è andata a singhiozzo per i continui e numerosi guasti ai mezzi, che hanno fatto accumulare a più riprese la spazzatura per strada, dal centro alle periferie. Ieri finalmente la partecipata ha chiuso la sua lunga e sventurata stagione acefala, con la firma della nomina dei nuovi vertici. Lo stesso si dica per l’Amat, l’azienda del trasporto pubblico, altro grande malato palermitano. Al nuovo amministratore unico Michele Cimino, già politico di lungo corso (una nomina parecchio contestata la sua) toccherà la patata bollente di una società dai conti drammatici, con passivi pesantissimi ed enormi incognite sul futuro, a partire dal tram, che rischia di diventare un flop epocale.

E così i buoni dati sul turismo, le ottime performance di aeroporto e Teatro Massimo, la vetrina internazionale di Manifesta, non sembrano più sufficienti al momento a lenire gli effetti di una serie di criticità incancrenite, che si traducono tra l’altro in costi per la collettività a fronte di servizi scadenti.

Dal canto suo, ieri sera il sindaco ha diramato una nota che risponde ai suoi oppositori accusandoli di sfascismo. “Puntuali i soliti sfascisti, perennemente candidati, tornano ad usare toni da campagna elettorale – ha detto tra l’altro il Professore -. Si rassegnino, perché il processo di messa in ordine dei conti e di consolidamento della realtà comunale e delle aziende pubbliche non subirà né rallentamenti né tantomeno cambiamenti di rotta”.

Un’era politica è giunta al suo tramonto? È forse presto per dirlo. C’è ancora tempo per provare a invertire la rotta. E il sindaco nella sua nota di ieri ha cercato di rispondere punto per punto alle critiche, sottolineando il percorso di “messa in sicurezza” di conti pubblici e partecipate. Un passaggio importante sarà quello del rimpasto, fin qui rinviato dal sindaco, che però appare sempre più asserragliato. E accerchiato da uno stillicidio di emergenze che rischiano di trasformare in un calvario la sua permanenza a Palazzo delle Aquile se la musica non cambierà.


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