Partono i Cantieri di lavoro | I soldi ai Comuni: tutte le cifre - Live Sicilia

Partono i Cantieri di lavoro | I soldi ai Comuni: tutte le cifre

Saranno 1701 i progetti. Gli stanziamenti per ogni ente e le procedure prima dell'inizio lavori.

PALERMO – La Regione ha stanziato 70 milioni per l’avvio dei cantieri di lavoro. Per i Comuni sotto i 150mila abitanti sono disponibili 50 milioni mentre 20 milioni sono destinati agli enti di culto. Queste ultime risorse andranno nella misura del 70% agli enti di culto cattolici mentre la rimanente parte sarà destinata alle altre confessioni.

Ma per ciò che riguarda i fondi destinati ai Comune, la Regione ha già fissato un costo per ogni cantiere di lavoro, il numero di quelli finanziabili e le risorse che ciascun Comune potrà avere. A partire dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, gli enti che possono ricevere le risorse dovranno fare richiesta di finanziamento entro 90 giorni.

Saranno finanziati 1701 cantieri e le risorse disponibili per ognuno sono pari a 29.394,48 euro. Ai Comuni a cui sono stati riconosciuti come finanziabili il maggior numero di cantieri, 12 andranno più di 352mila euro. Questi sono: Caltanissetta, Ragusa, Vittoria, Siracusa, Marsala e Trapani.

Dal numero dei comuni finanziati rimangono fuori le città metropolitane che hanno più di 150mila abitanti e i comuni di Motta Sant’Anastasia, Leni e Militello Rosmarino. Questi ultimi non hanno aderito alla manifestazione di interesse. Ai due capoluoghi di provincia non citati, Agrigento ed Enna, vanno rispettivamente 235mila euro e 205mila euro.

Consulta qui l’elenco con gli stanziamenti per ogni Comune

I comuni più piccoli, invece, potranno richiedere il finanziamento per due cantieri per un massimo di circa 58mila euro. Fra i Comuni con più cantieri e quelli con meno ci sono cinque fasce di soglie di finanziamento. E così saranno disponibili 117mila euro per quattro cantieri, 146mila euro per cinque, 176mila euro per sei. Infine 205mila euro saranno disponibili ai Comuni che vorranno attivare sette cantieri e 235mila per i ventidue enti locali che potranno attivare otto attività.

Ai cantieri possono partecipare i disoccupati o gli inoccupati, gli ex detenuti ed ex tossicodipendenti in uscita dalle comunità protette e i soggetti a rischio di esclusione dal mercato del lavoro per età e per scarsa qualificazione professionale. È necessario però che chi intenda partecipare sia iscritto presso un centro per l’impiego.

Prima che inizino i lavori però, occorrerà aspettare del tempo. Nei prossimi tre mesi i Comuni dovranno presentare l’istanza di finanziamento con tutta la documentazione tecnica e amministrativa. Le opere da realizzare devono essere opere che richiedono un collaudo e sono espressamente vietate le opere di giardinaggio, quelle di impiantistica e le opere di manutenzione delle strade. La manutenzione sarà consentita solo se realizzerà modifiche e miglioramenti ai beni già esistenti. Infine, per essere ammissibili a finanziamento è specificato che i computi metrici devono prevedere le spese per il personale per più del 50%.

Una volta ottenuto il finanziamento, gli enti dovranno selezionare il personale che può partecipare all’esperienza lavorativa. Le stazioni appaltanti, che sono i Comuni anche per i cantieri negli enti di culto, poi, selezioneranno i soggetti che devono pare al programma di lavoro e terranno la formazione sul rispetto della sicurezza. Infine, ma comunque entro 60 giorni dalla data del decreto di finanziamento, partiranno i lavori veri e propri. È ragionevole pensare così che prima che i cantieri siano attivati passino almeno sei mesi.

I cantieri rappresentano una esperienza lavorativa e formativa che ha lo scopo di riqualificare lavoratori rimasti troppo tempo fuori dal mercato del lavoro. Entrambe i decreti infatti prevedono che i fondi stanziati servano “a contrastare gli effetti della crisi economica che investe le fasce più deboli della popolazione, per mitigare le condizioni di povertà ed emarginazione sociale scaturenti – prosegue l’articolato del decreto – dalla carenza di opportunità occupazionali e per favorire l’inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro di persone in cerca di occupazione”.


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