"Governo immobile sulle riforme | Nel Pd siciliano è l'ora dell'unità" - Live Sicilia

“Governo immobile sulle riforme | Nel Pd siciliano è l’ora dell’unità”

Parla Luca Sammartino. "Musumeci ancora in campagna elettorale. Io segretario? Sono un iscritto, ormai da anni".

L'intervista
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Onorevole Sammartino, in questi primi otto mesi l’Aula dell’Ars è stata impegnata per lo più in una lunga sessione di bilancio. Che giudizio dà lei su questo avvio di legislatura?

“Sembra che si continui a parlare un linguaggio da campagna elettorale, soprattutto tra il presidente della Regione e il M5s. Musumeci sicuramente ha convinto gli elettori alle urne, ma fino ad oggi non ha messo in campo nessuna delle riforme promesse ai siciliani. Un solo ddl di riforma è arrivato in Assemblea, quello sui rifiuti che si è arenato in commissione. Poi solo leggi di materia contabile. È chiaro che dalla parifica della Corte dei conti è difficile immaginare un governo Musumeci che possa dare una marcia in più. Io auspico che ci riesca, per il bene dei siciliani”.

Lei presiede la commissione Cultura. Com’è andata in questi primi mesi?

“Abbiamo esitato tre disegni di legge, due di riforma. Uno per la valorizzazione dei siti Unesco siciliani, su iniziativa del Pd, con incentivi ai Comuni per i percorsi turistici e il recupero della bellezza che abbiamo da mettere in mostra. Poi la riforma dei parchi archeologici che sta recependo in parte la riforma Franceschini. Auspichiamo che anche i grandi nomi a questo punto possano venire a gestire i parchi archeologici siciliani. E prevediamo anche dei parchi archeologici marini. Era una proposta del Movimento 5 Stelle ma è diventato un disegno di legge della commissione con uno spirito molto collaborativo”.

E il terzo disegno di legge?

“Un ddl del Partito democratico per l’istituzione del forum regionale e dell’osservatorio sulle politiche giovanili. Altre regioni ne sono munite da tempo. La nostra commissione è quella che ha prodotto di più. Abbiamo avuto un grande clima di collaborazione, molto costruttivo”.

E il rapporto con il governo?

“Il governo sta seguendo l’iter in maniera collaborativa. Diciamo che ci viene dietro. A settembre riprenderemo con la riforma del diritto allo studio presentata dall’assessore Roberto Lagalla, poi presenterò il mio disegno di legge di riforma della formazione professionale. Siamo ancora fermi a una norma del 1978. Tutti dicono che chi tocca questo campo si brucia, io ho deciso di provarci. E ricordo anche che nella legge di stabilità io ho inserito il tema dell’insularità, a cui è seguita una delibera di giunta. Al Senato il Pd ha presentato un ddl proprio su questo argomento che tocca direttamente la pelle dei siciliani, chiederemo a gran voce al governo Conte di appostare le somme per finanziare questo diritto dei siciliani a spostarsi. Non dimentichiamo, infine, che anche la delegazione del Partito Democratico al Parlamento Europeo ha chiesto all’Ue il riconoscimento del grave e permanente svantaggio dei nostri cittadini rispetto agli abitanti del resto d’Italia. Mi consenta di aggiungere che è solo l’ennesima dimostrazione del dialogo costante che c’è tra tutti i rappresentati siciliani del Pd in tutte le istituzioni.”.

L’Assemblea regionale funziona a suo giudizio? Perché la produttività del Parlamento regionale non è esattamente impressionante.

“Vedo un presidente dell’Ars molto attento ai lavori parlamentari e che ha messo in campo un’azione di risparmio. Il presidente Micciché dialoga con i presidenti di commissione costantemente. Dispiace notare invece un immobilismo da parte del governo. Ancora una volta mi fa piacere notare che proprio nel nostro gruppo ci sono parlamentari alla prima legislatura che portano vivacità e di conseguenza c’è stata una buona attività”.

I vostri alleati di Sicilia futura spesso e volentieri votano con il centrodestra. Ma non erano una vostra costola?

“I rapporti nel centrosinistra sono ottimi, c’è un dialogo costante e propositivo, che permette di superare i limiti del governo e di dare impulso all’attività dell’Assemblea. Mi auguro che, archiviate le scadenze elettorali, Sicilia Futura continui a dialogare con il nostro mondo e con la nostra parte politica”.

Pensa che una loro uscita dal centrosinistra sarebbe un rischio?

“Sì. Noi auspichiamo che non venga mai meno il principio della coerenza”.

Alla ripresa sarà davvero alle porte il congresso regionale del Pd. Lei che idee ha al riguardo?

“In questo particolare momento storico, tutte le anime del Partito democratico devono superare gli steccati. Il Partito Democratico resta centrale nella dialettica politica a tutti i livelli e deve tornare a essere quella grande e unica casa interclassista in grado di aprire un dialogo con le forze progressiste e con l’area moderata. Questo centrodestra non mi preoccupa, le vittorie nelle ultime competizioni elettorali sono il risultato di un’alternanza naturale dettata dal periodo di grande incertezza e di diffuso odio sociale”.

Sta parlando di Catania?

“In generale questo centrodestra non mi sembra politicamente organizzato, appare spesso come un’accozzaglia di soggetti e proposte profondamente diverse tra loro che non riescono neanche a dialogare, dove prevale chi alza per primo e più forte la voce. Il centrodestra che governa il Paese, invece, è in realtà una destra estremista e sovranista. Noi abbiamo il dovere di affrontarlo con coraggio e soprattutto con preparazione”.

Qual è l’identikit del nuovo segretario del Pd siciliano secondo lei?

“Le ultime competizioni elettorali ci hanno insegnato che per essere credibili bisogna stare tra la gente, toccare con mano le difficoltà che vive chi sta fuori dai palazzi della politica. Dobbiamo tornare tra gli iscritti, rivivere l’attività del partito e ripopolare i nostri circoli. Ma allo stesso tempo è nostro dovere imparare a dialogare con tutti i mezzi e con tutte le tecnologie a nostra disposizione, per non subire sempre, passivamente, gli attacchi dei nostri avversari politici”.

Insomma, lei immagina un partito che esce dal Palazzo.

“Esatto. Il nuovo segretario deve parlare ai circoli, rimettere in moto una rete. Vanno riscoperte le potenzialità di tutta la nostra classe dirigente, facendo rivivere un partito che al suo interno vanta figure ed esperienze qualificate e grande preparazione politica e amministrativa da contrapporre a una dilagante improvvisazione degli altri partiti a tutti i livelli istituzionali”.

Luca Sammartino risponde a questo identikit?

“Io sono un iscritto del Partito Democratico. Ormai da tanti anni”.

Non è che tutto finirà nella solita conta tra correnti?

“La solita sfida tra guelfi e ghibellini? Mi auguro di no, sarebbe una disfatta per tutta la nostra classe dirigente. E’ il momento di stare tutti assieme”.


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