"Un pentito ha parlato di me" |L'avvertimento dell'usuraio - Live Sicilia

“Un pentito ha parlato di me” |L’avvertimento dell’usuraio

Salvatore Di Venuto per dimostrare la sua caratura criminale alla vittima avrebbe citato un verbale del collaboratore Navarria. I retroscena.

L'inchiesta della Squadra Mobile
di
3 min di lettura

CATANIA – Le parole di un pentito diventano il “biglietto da visita criminale”. Salvatore Di Venuto è stato accusato dal pentito Carmelo Aldo Navarria, killer ed ex reggente della squadra di Belpasso dei Santapaola, di avergli commissionato l’organizzazione, poi mai avvenuta, dell’omicidio – come già raccontato sulle colonne di LiveSicilia – di alcuni esponenti della famiglia Laudani del paese etneo. E pare che Salvatore Di Venuto, chiamato “u ghiacciaru”, questo verbale lo abbia “utilizzato” per intimorire un imprenditore vittima di usura. E quelle parole, pronunciate mentre sorseggiava  un caffè in uno dei chioschi tipici catanesi, ha davvero messo nel panico il commerciante che ha deciso di affidarsi alla polizia.

In meno di dieci giorni dalla denuncia i suoi presunti usurai sono finiti in manette. Oltre a Salvatore Di Venuto, anche “l’intermediario” Nunzio Barbera. È proprio quest’ultimo che propone all’imprenditore di accettare il prestito di “Salvo” per i suoi affari. Si susseguono settimane di inferno: tassi usurai che oscillano dal 20 al 50% mensili. Gli assegni consegnati però per una serie di ragioni sono scoperti. E il prestito lievita. Da 2700 euro arriva a sfiorare i 5000 euro. E in pochissime settimane. Al posto degli assegni l’imprenditore consegna alcune piccole somme. Ma non basta. La mancata restituzione dell’intero importo (con gli interessi) fa arrabbiare Nunzio Biagio Barbera e Salvatore Di Venuto che per accelerare le cose passano dalle “buone” alle “minacce”. E usano il nome altisonante della famiglia Santapaola-Ercolano.

A fine luglio si presentano a casa dell’imprenditore e lo avvertono: “Ti finisci mali e ti tagghiu a testa”. “U ghiacciaru” avrebbe strattonato la vittima dal bavero della camicia. L’imprenditore si sarebbe dovuto presentare al “Fortino” il giorno dopo, perché la somma apparteneva a qualcuno “gravitante in quella zona”. Barbera, nel suo ruolo da intermediario, è chiaro con il commerciante: massima puntualità, perché poi “questi diventano brutti”. E gli ricorda che “Salvo” sarebbe un affiliato dei Santapaola con alcuni fratelli in carcere. Alla fine è fissato l’appuntamento del 9 agosto in piazza Europa per la consegna di una parte del “dovuto”.

Le cimici della Squadra Mobile registrano Barbera mentre rassicura Salvatore Di Venuto: “Sì! Io l’ho calmato”. Ma è schiacciante – secondo gli inquirenti – il messaggino che gli invia l’8 agosto 2018. “Trovo sempre occupato, tutto risolto – scrive Barbera a Di Venuto – finalmente domattina mi darà l’appuntamento così ci vediamo per un caffè e gli auguri di buone vacanze”. Il giorno dopo “u ghiacciaru” gioca d’anticipo e manda un sms invitando Barbera a contattarlo quando avrebbe avuto i soldi in mano. “Quando si parte per venire a casa mia mi avvisi”. Barbera quel messaggio non lo ha mai inviato, perché appena la vittima gli ha consegnato il denaro nel corso dell’appuntamento in piazza Europa ad attenderlo ci sono stati i poliziotti della sezione Antiracket della Squadra Mobile. Davanti alla mazzetta di 1200 euro, tutte in banconote da 50 euro, non c’è stato nulla da fare per Barbera che è stato arrestato in flagranza. Il pm della Dda di Catania, invece, per Di Venuto ha spiccato un fermo poi convalidato dal Gip Salvatore Ettore Cavallaro. Il giudice ha poi emesso per i due un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Dietro i nomi di Barbera e Di Venuto ci potrebbero essere un giro di usura ben collaudato. Il giudice nel provvedimento cita una intercettazione “eloquente”. L’imprenditore non sarebbe l’unica vittima “del sistema usuraio”. Infatti in una delle conversazioni captate Di Venuto invita Barbera a passare da tale “Pino, della zona di Ognina”. Ma l’intermediario risponde a Di Venuto di non avere tempo in quel preciso momento: “ah… Ognina… ora non posso, onestamente.. magari domani, magari domani ci passo…”. Certo non poteva immaginare che “domani” si sarebbero aperte per lui e “u ghiacciaru” le porte del carcere.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI