Gela, si chiude l'era Messinese| Dal Consiglio la sfiducia al sindaco - Live Sicilia

Gela, si chiude l’era Messinese| Dal Consiglio la sfiducia al sindaco

Seduta tesissima. Il malore del primo cittadino e le dimissioni dall'ospedale, ma l'aula ha votato

Era stato eletto nel 2015
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GELA (CALTANISSETTA) – Il consiglio comunale di Gela ha sfiduciato il sindaco Domenico Messinese: alla fine a votare la mozione sono stati 26 consiglieri su 28 presenti. Non è bastata la lettera di dimissioni inviata via pec dall’ospedale, dove si era recato a causa di un lieve malore, per consentire a Messinese di evitare il voto dell’aula. Seduta tesissima, con Messinese finito in ospedale.. Da lì il sindaco ha inviato via Pec la lettera di dimissioni, riservandosi tuttavia venti giorni di tempo per ritornare sui suoi passi. L’aula, intanto, ha ripreso la trattazione della sfiducia, la terza da quando messinese è alla guida del Comune di Gela.

In mattinata l’ex sindaco pentastellato, eletto nel 2015, aveva annunciato in aula le dimissioni in blocco della giunta. Hanno lasciato così gli scranni dell’aula il vice sindaco Simone Siciliano e gli ormai ex assessori Valeria Caci, Gianni Mauro, Giuseppe Licata. In aula sono presenti tutti i consiglieri tranne Giuseppe Guastella (ex Megafono, lista Crocetta) e Giovanni Panebianco (Diventerà Bellissima). In città c’è grande fermento e attesa per l’esito del voto della mozione di sfiducia. Un maxi schermo è stato installato nei pressi dell’ingresso dell’aula consiliare assiepato da una folla di cittadini. I lavori, presieduti dal Presidente Alessandra Ascia, sono stati introdotti dal consigliere Totò Farruggia primo firmatario della sfiducia che ad oggi ha accolto la firma di 21 consiglieri.

Toni accesissimi in aula. I consiglieri comunali a turno intervengono motivando la firma alla mozione della sfiducia. Per Salvatore Gallo “con questa amministrazione tutte le strutture sportive sono state chiude”. Enzo Cirignotta chiede “Come avete speso i 4 milioni di euro per i rifiuti?. Questa manovra improvvisa delle dimissioni la rimandiamo al mittente”.

“Ci riprendiamo la dignità politica che ci è stata tolta. In questi tre anni si è fatta la guerra al massacro. Andiamo a casa consapevoli del disastro di questa amministrazione. Inutile elencare le disgrazie di questa amministrazione. Lei è disonesto intellettualmente e politicamente”, ha detto Salvatore Scerra, Forza Italia che ha ricordato come il sindaco “ci abbia definito mandanti morali dell’attentato incendiario al vice sindaco”. Simone Morgana, consigliere comunale del Movimento, ha chiesto “scusa per avere candidato un soggetto che ha mortificato i consiglieri quindi i cittadini.”. “L’azzeramento della giunta – ha proseguito – è la prova dell’incapacità di fare politica di questa giunta. Dall’ultimo tentativo di sfiducia non c’è stato il minimo tentativo di costruire una maggioranza politica. Chiediamo scusa Non abbiamo compreso cosa stava accadendo. Gli abbiamo chiesto di tenere una linea di governo e finirla con i proclami scegliendo di governare col metodo ‘a modo mio’. La sfiducia è l’atto peggiore che un sindaco possa subire. Non siamo contenti, non gioiamo. Qui abbiamo aperto un nuovo modo di fare politica col M5S ma questa giunta ha deciso che bisognava andare alle vecchie maniere. È la morte politica di questa giunta che ha dimostrato di non avere dignità politica”. Anna Comandatore dichiara di astenersi “Astensionismo”. Difende l’amministrazione la consigliera Mario Pingo, ex Megafono. Salvatore Sammito ha poi rilanciato l’accusa ai Cinque Stelle: “È loro la responsabilità, lei non doveva neppure presentarsi e pensando di scegliere il meglio hanno scelto il peggio. Una soap opera politica quella a cui abbiamo assistito”. “Chiudiamo il libro dei sogni, fallimento di questa città. I gelesi sono stati traditi”.

*Aggiornamento
Sulla sfiducia a Messinese arriva il commento di Alessandra Ascia, presidente del consiglio comunale di Gela:  “Non voglio etichettare l’amministrazione attuale come il governo dei rifiuti – dice -. E’ stato ed è un problema importante e irrisolto. Ma non l’unico ed è la situazione generale che mi fa decidere di lasciare. Se non siamo riusciti a centrare gli obiettivo, non permettiamo di continuare a sbagliare. Avrebbe dovuto capirlo l’amministrazione e farsi da parte per non arrivare al punto in cui siamo oggi, Avrebbe dovuto evitare l’onta della sfiducia. E invece no. Non ha mai risposto ai nostri input per costruire, reagendo con la politica del baratto a cui non tutti sono disposti a sottomettersi – prosegue Ascia -. Perché al di sopra di questi incarichi c’è un valore che si chiama dignità a cui non tutti sono disposti a rinunciare. Non sono un’eroe, ma è proprio questo che, pure essendo uno dei più giovani di questo civico consesso, che rimprovero ai nostri amministratori: quello di non aver saputo ascoltare il Consiglio comunale”. E ancora: “Ho assistito ad un muro contro muro che oggi ci ha portato a votare favorevolmente una mozione che interpreta il sentire popolare. Noi siamo i rappresentanti del popolo, quello che chiede servizi, pulizia, opportunità di inserimento, che paga i tributi per avere questo e che invece raccoglie spettacoli indecorosi, solitudini e resta inascoltato. Per questo la mia dignità di professionista, madre e donna mi ha imposto di dire si alla mozione. Non so se domani sarà peggio, forse, ma so che la mia formazione cristiana mi ha spinto a dare il mio contributo ad una svolta di una sindacatura dove sono stata protagonista e che lascio con rammarico ma per necessità contingente”. Secondo Virginia Farruggia, capogruppo del Movimento cinque stelle in consiglio comunale “la città oggi registra l’ennesimo fallimento politico, comunque sarebbe finita sarebbe stata una sconfitta; la consolazione è quella di aver fatto ciò che da tempo ci chiedeva la città – sottolinea -. Ma c’è poco da festeggiare. Anche oggi il sindaco ha dimostrato la sua totale incapacità politica cercando di tirare fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro per salvare se stesso. Il consiglio comunale, con coerenza, ha fatto un atto di grande responsabilità”.


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