Dal Russiagate al danno erariale | Storia di un prof fantasma - Live Sicilia

Dal Russiagate al danno erariale | Storia di un prof fantasma

La Corte dei Conti (foto di archivio)

Joseph Mifsud deve pagare 49 mila euro. Per Giuseppe Vella e Maria Immordino citazione inammissibile

CORTE DEI CONTI
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PALERMO – Il danno erariale c’è, ma può essere contestato ad uno solo dei tre imputati, ma il condannato è contumace. Ormai da mesi, infatti, si sono perse le tracce di Joseph Mifsud, professore maltese, per alcuni anni presidente del Consorzio universitario di Agrigento. Il suo nome fa capolino nel Russiagate che coinvolge il presidente americano Donald Trump.

La Corte dei Conti lo ha condannato a sborsare 49 mila euro in favore del Consorzio. Non dovranno pagare il conto, invece, Giuseppe Vella, ex direttore amministrativo del Consorzio ed ex segretario della Provincia (una doppia carica contestata in sede contabile), e oggi segretario della città metropolitana di Palermo, e l’ex presidente del Consorzio, Maria Immordino (subentrata a Mifsud). Il collegio ha dichiarato l’inammissibilità dell’atto di citazione che sarebbe avvenuto fuori tempo massimo. Appare scontato che la Procura contabile appellerà la decisione, certa di avere rispettato tempi e procedura.

Il processo riguardava un compenso pagato nel 2010. Il danno erariale complessivo era stato calcolato in 179.600. Fu Mifsud a firmare l’incarico di Vella al Consorzio agrigentino. “In ordine al danno erariale contestato, appaiono condivisibili le argomentazioni della Procura – si legge nella motivazione – secondo le quali, all’atto del conferimento dell’incarico di responsabile amministrativo del Consorzio al dott. Vella è stato pattuito un compenso annuo lordo di 42.000 euro, oltre tredicesima mensilità, non ancorato ad alcun parametro di riferimento e notevolmente superiore a quanto corrisposto al dott. Siragusa che aveva preceduto il Vella nell’incarico sia presso la Provincia regionale sia presso il Consorzio”.

Nel delicato capitolo del Russiagate l’ipotesi è che il prof avrebbe offerto ai collaboratori del futuro presidente Trump migliaia di e-mail hackerate di Hillary Clinton. Mifsud avrebbe stabilito un contatto con George Papadopoulos, consigliere di Trump durante la campagna elettorale, favorendo un incontro tra il candidato alla Casa Bianca e Vladimir Putin”. “Sciocchezze, l’amicizia è amicizia, ma quello che ha raccontato Papadopoulos non è vero”, disse ad un cronista di Repubblica che lo raggiunse alla Link University di Roma in cui presiedeva il corso di Relazioni internazionali. Dalla nomina agrigentina, voluta nel 2009 dal presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, ala spy story internazionale: la storia di Mifsud è davvero singolare.

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