Sas, protesta per l'assunzione | "Papa Francesco ci ascolti" - Live Sicilia

Sas, protesta per l’assunzione | “Papa Francesco ci ascolti”

Una storia che si trascina da anni. Le richieste dei lavoratori.

PALERMO- Giornata “calda” per le sorti dei dipendenti della Sas, società partecipata della Regione. Questa mattina, in sessanta hanno occupato la sede in piazza Castelnuovo, a Palermo. Il clima della protesta è pacifico, ma nelle stanze degli uffici si respira la tensione del vivere in un limbo che va avanti da dieci anni.

La storia è ormai nota: dopo un lungo periodo di precariato, i dipendenti hanno avviato contenziosi con la Regione per farsi riconoscere il diritto all’assunzione a tempo indeterminato. Alcuni hanno vinto fino in appello, altri hanno perso ma non hanno alcuna intenzione di darsi per sconfitti. La questione rimane aperta nonostante l’intervento diretto dell’Ars. Prima con l’articolo 90 della legge n.8 dell’8 maggio 2018, in cui è riportato testualmente che “la Sas è autorizzata ad avviare percorsi di sottoscrizione di atti di conciliazione”; poi con un emendamento del collegato alla Finanziaria, con il quale la posizione di 44 lavoratori era stata preservata in attesa della pronuncia della Cassazione. In sostanza però il nuovo amministratore unico, Marcello Caruso, ha il via libera della Regione per chiudere i contenziosi con accordi di transazione.

“Siamo qui per incontrare l’amministratore Caruso e chiedergli perché ciò non sta avvenendo senza intoppi come stabilito”, spiega Gaetano Tarantino, rappresentante sindacale Ursas e voce della protesta. “Abbiamo appurato che mandare avanti procedimenti mastodontici non conviene a nessuno. Allora perché si continua su questa strada? Forse in Sas ci sono altri fini di cui nessuno ci informa ufficialmente, ma a breve ci faremo sentire anche in tutta Italia”. L’incontro è poi avvenuto. Tarantino è diventato il simbolo della condizione dei suoi colleghi il 27 giugno scorso, dopo aver tentato il suicidio, attirando l’attenzione del presidente dell’Ars Gianfranco Micciché che si era speso personalmente perché venisse inserito l’emendamento del collegato alla Finanziaria.

La protesta è ancora viva, ma le speranze sono sempre meno; tanto da portare Tarantino e i colleghi a rinnovare un appello a Micciché ma anche a sottoporre la questione al Papa, in occasione della sua imminente visita nel capoluogo siciliano. “Evidentemente Micciché non basta, i controinteressati a non chiudere la partita sono troppi – è la conclusione di Tarantino – ma noi siamo disposti a tutto e non ci fermiamo: durante l’incontro con Papa Francesco al Politeama, il 15 settembre, cercheremo in ogni modo di ottenere l’attenzione di Sua Santità perché ci venga riconosciuta la giustizia che ci spetta e che in troppi ignorano”.

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