Le lacrime felici di Palermo | I volti di chi attende il Papa - Live Sicilia

Le lacrime felici di Palermo | I volti di chi attende il Papa

La gente in preghiera al Foro Italico

Un giorno fra la folla di fedeli e curiosi. Si mescolano dialetti e generazioni. LE FOTO

VIAGGIO TRA I FEDELI
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PALERMO – La mattinata inizia presto per i fedeli che desiderano incontrare il Santo Padre. Una città diversa da quella in cui si muovono abitualmente i palermitani. Niente macchine e moto. Solo tanta gente a piedi.

LE FOTO

Il Foro Italico è un tappetto di ventagli e ombrelli. Niente pioggia però, soltanto un modo per contrastare il sole cocente. “Ieri pioveva, oggi il cielo è un’esplosione di azzurro e raggi solari”, Maria che cerca refrigerio sotto un cespuglio di oleandri. Una suora si ripara con un cappellino con la scritta: “Attendo il Papa come ogni fedele presente, il vicario di Dio”.

Si sentono dialetti diversi nella Palermo in festa. La gente arriva da ogni parte della Sicilia. C’è un confronto fra generazioni: dai neonati sui passeggini agli anziani. Una nonna: “Aspettiamo la predica di Francesco, il suo amore contagi tutti noi”. I più piccoli soffrono la fatica: “Non vengo più è l’ultima volta”. La mamma sorride e risponde: “Non credo che capiterà ancora”. Sventolano le bandierine con la scritta “benvenuto fra noi”. Non mancano i venditori ambulanti di gadget, fasce, braccialetti e sciarpe. “Lì terrò nella mia stanza in ricordo di questa giornata”, dice Paola.

In cerca dei posti migliori, l’odore di incenso invade l’aria, nei volti i sorrisi sinceri di chi non chiede ma aspetta. Zone delimitate da transenne antisfondamento e uomini delle forze dell’ordine a presidiare la zona. Due signore protestano: “Abbiamo il pass, vogliamo entrare”. Il rumore dell’elicottero e gli occhi rivolti in alto: “Il Papa viene dal cielo, evviva Francesco”. Un tedesco suggerisce il punto dove mettersi per vedere meglio. Mani che si muovono, grida da stadio, cellulari pronti a scattare. La papamobile arriva. “Francesco quanto sei bello”, urla qualcuno tra la folla. Il pianto di una donna: “Voglio vederlo, toccarlo, stringergli la mano”.

Ore 11:20 inizia la messa in memoria di don Pino Puglisi. Scende il silenzio al Foro Italico. Qualcuno si inginocchia sull’asfalto. Papa Francesco fa un parallelismo tra Dio e il dio denaro oramai adorato da molti: “C’è da scegliere, il diavolo entra dalle tasche. Se tu sei attaccato ai soldi il cuore si anestetizza con l’egoismo”. Parla di mafia, di soldi come il male di questo millennio. Gli applausi calorosi e spontanei non si lasciano attendere.

Nel corso della sua omelia un chiaro omaggio a don Pino: “Ma padre Pino aveva ragione: la logica del dio-denaro è perdente. Guardiamoci dentro. Avere spinge sempre a volere: ho una cosa e subito ne voglio un’altra, e poi un’altra ancora, sempre di più, senza fine. Più hai, più vuoi: è una brutta dipendenza. Come una droga. Chi si gonfia di cose scoppia. Chi ama, invece, ritrova se stesso e scopre quanto è bello aiutare, servire; trova la gioia dentro e il sorriso fuori, come è stato per don Pino”

E il sorriso contagia tutti gli ottanta mila fedeli nonostante il caldo. Quali gli stati d’animo dopo l’omelia? Gisella Cattafi: “Bellissime parole, autentiche. Toccano il cuore, almeno di chi non ha perso la propria umanità. Parole senza retoriche, vere, sincere come solo lui sa essere”.

Una ragazza porta uno zaino che le copre la pancia. Si chiama Valentina La Corte: “Che abbia detto tutte cose sacrosante nessuno lo mette in dubbio, ma il problema è metterle in pratica. In terre come queste servono i fatti”.

Un padre scatta una foto con la figlia. Michele Di Pasquale: “La Chiesa ha fatto molto per Palermo. Don Pino è l’emblema di un lavoro fatto bene. Le parole di Bergoglio in suo omaggio sono state dovute e condivise”.

C’è chi piange lacrime di gioia. “Papa Francesco è una fortezza dove ripararsi. In questi tempi oscuri, lui è una sicurezza”, dice una piangendo.

Un uomo con una sedia pieghevole tra le braccia e una vaschetta di pasta al forno: “Il mio cuore è pieno di gioia, ora posso mangiare”. “Nella diffidenza, nella crisi di fede il Papa ci fa sperare per tempi migliori” cosi due ragazze di Modica. Chi vorrebbe fermare il tempo e triste afferma: “Ciao Francesco, torna presto”. Un signore sudato e abbronzato con una maglia in testa: “Il Santo Padre come il premier Conte ieri, ha usato stessa metafora del grano”. Il pontefice lascia il foro Italico. Fedeli o semplici curiosi vanno via. A piedi, ma felici.

 


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