Fabbrica abusiva di barche| Scatta il sequestro a Carini - Live Sicilia

Fabbrica abusiva di barche| Scatta il sequestro a Carini

Il deposito sequestrato

Il proprietario, un 42enne, è stato denunciato.

NEL PALERMITANO
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CARINI (PALERMO) – Era una fabbrica di barche completamente abusiva, in cui venivano utilizzati materiali tossici senza alcuna autorizzazione. A scoprirla, gli agenti della polizia municipale di Carini, coordinati dal comandante Marco Venuti, su richiesta del comandante della Brigata della Guardia di Finanza di Carini, Pasquale Miele, che con i suoi militari ha effettuato i controlli amministrativi e tributari di competenza. Il locale è stato individuato invia De Spuches, dove era stata realizzata una fabbrica di imbarcazioni da diporto, con conseguente lavorazione di materiale altamente tossico.

E’ stato denunciato il titolare LP.S di anni 42 di Isola delle Femmine che dovrà ora rispondere di abbandono o deposito incontrollato di rifiuti, esercizio abusivo di discarica, assenza di autorizzazione all’emissione in atmosfera, getto pericoloso di cose, presenza di due lavoratori in nero, mancanza dei dispositivi di protezione individuali dei dipendenti intenti alla lavorazione della vetroresina per la realizzazione di uno scafo per gommone. Ma non finisce qui, perché sono state accertate anche irregolarità tributarie, assenza di Scia e la mancata iscrizione al registro delle imprese.

Il sequestro è scattato per un magazzino di mille metri quadrati, una imbarcazione da sette metri e ottanta centimetri completa di motore, dieci carrelli per trasportare le barche, due scafi, un sollevatore, un fusto da 300 litri di acetone puro, 20 fusti di vernice, 31 batterie esauste, diversi contenitori di liquido altamente infiammabile e velenosi senza alcun tipo di cautela, sedili in pelle per imbarcazioni, 10 banchi da lavoro e altro materiale vario. Sulle finestre del magazzino non risultavano installate le ventole di areazione, nella stanza adibita alla verniciatura era invece stato praticato un foro con l’applicazione di una ventola, senza filtri, con lo scopo di spingere l’aria, con un’elevata concentrazione di varie sostanze post verniciatura, verso l’esterno del fabbricato. Nella parte esterna c’era un tubo per raccogliere le sostanze scartate post verniciatura, in fusto di martello 300 litri.

“Nonostante le scarse risorse organiche del personale delle forze di polizia presenti sul territorio – dice il sindaco di Carini, Giovì Monteleone – la sinergia instauratasi tra esse e la polizia municipale, grazie alle capacità e sensibilità dei rispettivi vertici, permette di ottenere questi importanti risultati. A loro tutti va il plauso della mia amministrazione. In particolare in campo della polizia ambientale, l’operazione di oggi, che tutela la salute di tutti i cittadini, rientra nella volontà di verificare e perseguire le gravi situazioni di danno all’ambiente su cui da tempo ho disposto controlli mirati sul territorio”.


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