"In albergo con i soldi dei disabili" | Condannato l'ex presidente Aias - Live Sicilia

“In albergo con i soldi dei disabili” | Condannato l’ex presidente Aias

La Corte dei Conti

L'Associazione italiana assistenza agli spastici era il bancomat di Giorgio Di Rosa.

PALERMO – Il conto in appello è meno salato per la prescrizione di alcune “spese pazze”. Giorgio Di Rosa deve restituire, e stavolta la sentenza è definitiva, 274 mila euro e non 578 mila euro. Sono i soldi che, secondo l’accusa, l’ex presidente dell’Aias (Associazione italiana assistenza agli spastici) di Palermo ha speso per fini personali: l’acquisto di una macchina, le spese per alberghi e carburante, il pagamento di consulenze affidate a parenti, una parcella legale per una causa che nulla aveva a che fare con l’ente.

“Le indagini hanno rivelato un totale azzeramento della struttura associativa Aias – si legge nella motivazione della sezione d”apeplo della Corte dei Conti presieduta da Giovanni Coppola – con ciò smascherando quella che è stata negli anni la condotta tenuta dal Di Rosa finalizzata unicamente alla realizzazione di vantaggi personali, per sé e per amici e parenti, attraverso la distrazione e/o appropriazione di pubbliche risorse”.

Non è passata la linea difensiva che aveva affermato “unicamente la natura privatistica del rapporto che ha legato l’Aais all’Asp senza minimamente entrare nel merito della natura delle spese sostenute”.

L’associazione era diventata il bancomat personale del presidente. Di Rosa assieme al figlio Antonio è sotto processo in sede penale. La Procura regionale della Corte dei Conti nel frattempo ha lavorato sul materiale investigativo raccolto dai finanzieri del Gruppo Palermo.

La fetta più consistente del denaro Di Rosa padre li avrebbe intascati a titolo di rimborsi chilometrici per i viaggi quotidiani dalla sua casa di Modica alla sede dell’Aias, nonostante la legge consentisse il rimborso solo per gli spostamenti dalla presidenza dell’associazione ai centri dipendenti dalla sezione o per curare le pubbliche relazioni presso gli uffici amministrativi e istituzionali della città.

Anche i trasporti del figlio Antonio furono rimborsati, figlio a cui il padre aveva assegnato una consulenza da mille euro al mese per cinque anni. Un incarico assegnato, secondo l’accusa, “senza che ricorressero né reali esigenze da parte dell’associazione per ricorrere all’attività esterna, né specifiche conoscenze tecniche nel settore da parte del nominato”.

Altri 30 mila euro Di Rosa li ha utilizzati, pagando in assegni intestati all’Aias o in contanti, per pernottare con moglie, figlio e nipoti all’hotel San Paolo di Palermo. Si faceva speso accompagnare dai parenti. Infine ci sono soldi utilizzati per pagare i propri difensori impegnati ad assisterlo in un procedimento a suo carico. Ed ancora Di Rosa avrebbe truffato il consiglio direttivo dell’Aias sostenendo che fosse necessario sostituire la macchina aziendale – una Nissan Xtrail – in quanto ormai vecchia, nonostante avesse solo un anno di vita. La macchina sarebbe stata data in permuta a una concessionaria per 14 mila euro e Di Rosa l’avrebbe poi ricomprata intestandola al figlio.

 

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