'Leopoldina', rotta verso i moderati | Faraone: "No a un Pd nordista" - Live Sicilia

‘Leopoldina’, rotta verso i moderati | Faraone: “No a un Pd nordista”

Cautela dopo l'apertura del senatore ai centristi. Salta la Festa dell'Unità.

La kermesse di Palermo
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PALERMO – Tracciare “i confini di un nuovo campo politico”, aprire ai moderati, superare le etichette. Si parla di Pd, ma non solo, alla “leopoldina” del Mezzogiorno organizzata da Davide Faraone a Palermo e la sensazione è che sia in atto, partendo da un Pd ormai fragile, un tentativo di creare un fronte comune, un “tutti per uno uno per tutti” contro l’avanzata di Lega e M5s. “Abbiamo invitato tutti tranne loro”, ha confessato Faraone in apertura dei lavori di ‘Mezzogiorno tutti i giorni’. Quindi, fuori quelli che durante gli interventi vengono definiti “populisti”, ma fuori anche la sinistra del partito. E infatti di partigiani, corrente nata in seno al Pd siciliano, non c’è traccia. E l’autunno che doveva segnare il ritorno della Festa dell’Unità è invece, e ancora, l’autunno della kermesse renziana in salsa sicula. E il congresso è alle porte.

La proposta di Faraone
“Ieri abbiamo tracciato i confini di un nuovo campo politico da costruire, oggi ci concentriamo sui contenuti e vogliamo, da qui, dalla Sicilia, dal Sud, far passare un messaggio. Il Pd deve smetterla di essere un partito nordista nella classe dirigente, nelle idee e nelle proposte – dice Faraone -. Abbiamo il dovere di rispondere non soltanto con un no al reddito di cittadinanza, ma con un no accompagnato da un’alternativa che faccia crescere il Mezzogiorno oggi, subito. E la proposta alternativa che lanciamo da questa Leopolda del Sud è quella di fare del Mezzogiorno un’area a zero tasse per le imprese che investono”. E “se per questo c’è bisogno di un conflitto con l’Europa noi ci saremo”, conclude Faraone.

E sembra una risposta alle parole di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars e coordinatore regionale di Forza Italia che ieri,ospite d’onore della kermesse, ha ammonito Lorenzo Guerini – “ogni volta che usi l’espressione ‘noi europeisti’ perdiamo migliaia di voti” – e ha invitato a pensare di “cambiare profondamente questa Europa, perché così com’è non ci piace”. E se combattere i rigidi vincoli dell’Unione europea serve “non per misure di vecchio assistenzialismo, ma per consentire alle imprese di poter investire nel Sud a zero tasse e produrre lavoro vero, su questo scontro con l’Europa noi ci stiamo – conclude Faraone – e siamo disposti ad accompagnare Salvini, Conte e Di Maio con la manina a Bruxelles”.

Un nuovo partito?
Il presidente dell’Ars è stato protagonista, e ospite inaspettato,  della sessione di ieri; una circostanza che suggerisce cautela in molti dei partecipanti della “leopoldina” che non hanno gradito molto essere stati messi in ombra dallo “show” del coordinatore azzurro e costringe qualcuno a prendere le distanze dalle dichiarazioni di Faraone che parla di “un nuovo campo” e ipotizza che “il Pd potrebbe non esistere più” in un prossimo futuro. Tra il pubblico, al Teatro Santa Cecilia di Palermo, c’è anche il capogruppo del Partito democratico all’Ars Giuseppe Lupo: “Lavoriamo tutti affinché il Pd possa crescere, migliorare e dare nuova speranza. Ma – precisa – se è Pd non può guardare a destra, nasce ed è un partito di centrosinistra. Miccichè rappresenta Forza Italia e per il futuro di un partito di centrosinistra non si può guardare a Forza Italia”. “Sono contrario al cambio del nome – ha detto Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera dei deputati – l’aspetto fondamentale è la direzione che il partito deve prendere”. “Il partito non è il suo nome – è l’opinione invece di Baldo Gucciardi –  un partito è fatto di storie, di culture, di tradizioni, della sua capacità di rappresentare la società. Non ci sono più destra e sinistra, la società è profondamente cambiata”. 

Niente Festa dell’Unità per i Partigiani
“Se il Pd è pronto ad andare verso un fronte unico con Miccichè, noi non possiamo che augurare buon viaggio, ma non saremo a bordo”. È la posizione di Antonio Rubino, tra i fondatori dei Partigiani del Pd, in netto contrasto con quello che una volta era il renzismo dominante, nati con l’obiettivo di “ricostruire una moderna forza di centrosinistra”. Qualche mese fa, nella ricerca di una nuova identità attraverso il riconoscimento nei simboli del partito, avevano rilanciato la Festa dell’Unità, che avrebbe dovuto tenersi proprio in questo periodo. “E invece hanno preferito organizzare la ‘leopoldina’, una manifestazione senza nemmeno il simbolo del Pd”, afferma Carmelo Greco, uno dei fondatori dei partigiani, dimissionario della segreteria regionale del partito. Il dito è puntato contro il segretario provinciale del partito, Carmelo Miceli, deputato e vicino a Davide Faraone, che – dicono i partigiani – si sarebbe dovuto occupare di organizzarla in maniera unitaria. “È una polemica sterile e fuori contesto – replica Miceli, che ieri Delrio ha indicato come uno dei ‘giovani promettenti di cui ha bisogno il Pd’ -. Sarebbe stato assurdo organizzare una Festa con i problemi finanziari che ha il partito. Se dobbiamo organizzare delle collette, non mi pare il caso di farlo per una festa, pensiamo piuttosto a trovare l’unità che ci serve per combattere i soggetti che stanno governando e che stanno modificando l’assetto geopolitico dell’Italia”.

E, intanto, con il congresso alle porte, anche i partigiani si dividono e uno dei fondatori, Antonio Ferrante, ha già scelto cosa fare. “Sosterrò Matteo Richetti in Sicilia”. “Rappresenta la terza via tra renziani e antirenziani e ha un fitto programma che riguarda soprattutto i giovani e i territori, i cardini su cui deve fondarsi il partito secondo me”. Gli altri sembrano più attratti dalla candidatura di Nicola Zingaretti, ma sull’adesione al progetto restano ancora cauti. “Appoggiare Richetti, renziano di ferro, sarebbe come rinnegare tutto quello per cui abbiamo lottato”, dice Greco. Ma Rubino aggiunge delle perplessità su Zingaretti: “Se è anche l’uomo di Lupo e Cracolici, allora non può essere il nostro candidato ideale. Vedremo”.


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