Il telefonino diventa un microfono | Così parlò il boss di San Lorenzo - Live Sicilia

Il telefonino diventa un microfono | Così parlò il boss di San Lorenzo

Giuseppe Biondino

Fino al 21 gennaio 2016 c'era solo il sospetto che Biondino avesse preso il potere.

PALERMO – Era forte il sospetto che Giuseppe Biondino avesse preso il potere a San Lorenzo. Fino al 21 gennaio 2016, però, era solo un’ipotesi.

Quel giorno le cose cambiano. Squilla un telefono. Non c’è bisogno che si attivi la conversazione per fare partire le intercettazioni. Il telefonino diventa un microfono che capta ciò che accade nell’ambiente in cui è posizionato. Biondino sta parlando con un uomo di nome Mario. Gli confida il rapporto che ha instaurato con la famiglia Liga. A cominciare dall’ergastolano Salvatore, detto tataneddu: “… sta male… gli hanno dovuto levare la gamba”. L’intercettazione fa parte del fascicolo dell’inchiesta “Talea” sulla mafia di Resuttana e San Lorenzo giunta all’avviso di conclusione delle indagini.

Un mese dopo tutto si fa più chiaro. I carabinieri monitorano il primo incontro fra Biondino e il figlio di tataneddu, Francesco Paolo Liga, considerato un pezzo grosso della mafia di Tommaso Natale. Liga avrebbe fatto parte della cerchia di mafiosi che avallarono la destituzione di Giovanni Niosi, aprendo le porte al ritorno di Biondino.

Quella mattina Biondino arriva a casa di Liga senior, in fondo De Castro, in sella a uno scooter. Francesco Paolo Liga lo attende davanti al cancello di ingresso. Stessa cosa avverrà in tanti successivi incontri dove compariranno nuove figure, tra cui Francesco Di Noto e Sergio Napolitano. Quest’ultimo viene considerato il reggente del mandamento di Resuttana, ma è anche titolare del caffè Hilton di Via Libertà. È una ragnatela, anche l’attività commerciale finisce sotto monitoraggio.

Biondino sceglie la strada della prudenza. Si affida ad alcuni “personaggi non coinvolti nelle dinamiche di Cosa nostra” per organizzare gli incontro con Napolitano. “Ieri parlavo di te con Giuseppe”, dice l’intermediario, titolare di un negozio di tessuti a Sant’Agostino, e Napolitano risponde: “Gli dici che passa domani… alle quattro… al solito posto… lui lo sa”.

Ormai, però, lo sanno anche i carabinieri. E così, ad esempio, viene registrato un incontro in un bar di via Nicoletti con Filippo Bisconti di Belmonte Mezzagno. Bisconti, oggi libero, è stato tirato in ballo dal boss di Resuttana e collaboratore di giustizia Sergio Macaluso, che lo indica come big sponsor della nomina di Giuseppe Biondino alla guida del mandamento di San Lorenzo e in attesa di trovare posto nella nuova e ipotetica commissione provinciale di Cosa nostra.

Prudenza, dunque. Come quella che avrebbe portato Biondino e Liga a farsi aiutare da un insospettabile per organizzare gli appuntamenti: “Franci (Francesco Paolo Liga, ndr) se puoi avvicinare vediamo di rintracciare il dottore”, dice il portiere di un residence non lontano da via De Castro dopo avere ricevuto l’ordine da Biondino.


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