L'invettiva contro Artale | "Don Puglisi? Hanno fatto bene" - Live Sicilia

L’invettiva contro Artale | “Don Puglisi? Hanno fatto bene”

L'episodio raccontato dal presidente del Centro Padre Nostro

PALERMO – Intimidazione al presidente del Centro Padre Nostro di Brancaccio, Maurizio Artale. E’ lo stesso Artale a raccontare l’episodio, avvenuto sabato, davanti alla casa-museo del Beato Giuseppe Puglisi. “Appena sceso dall’auto un energumeno che, puntandomi il dito in faccia, mi ha urlato che per colpa mia lui non può più posteggiare la moto sotto il suo balcone – è il racconto di Artale – e che da quando io ho comprato quella casa, indicando la casa-museo, in quella piazza non c’è più pace”. Ne è nata una discussione che si è conclusa con una frase rivolta ad Artale e riferita a do Puglisi, il parroco di Brancaccio ucciso dalla mafia: “Hanno fatto bene ad ammazzarlo”, ha affermato l’uomo indicando l’abitazione del sacerdote. “Capita che io a quel punto gli risponda urlando, così come lui aveva fatto con me sino a qual momento – racconta il presidente del Centro Padre Nostro. Gli chiedo: ‘Quindi hanno fatto bene ad ammazzare Padre Pino Puglisi? Devi darti una controllata nel parlare, devi decidere da che parte stare’. Capita che lui mi risponda che avevano fatto bene ad ammazzare ‘u parrinu’ e che lui non si spaventa di nessuno e che di tutto questo movimento a lui non gliene fotteva niente”.

“Dopo l’incontro sono tornato a casa – ancora Artale – dove ho riflettuto sull’accaduto. Mi sono chiesto: ‘Ma dove erano pocanzi le centinaia di persone che hanno esposto lenzuoli bianchi ai balconi in occasione della venuta del Papa?’. Come mai nessuno è sceso dalla propria abitazione per cercare di condurre alla ragione l’energumeno? Come mai quando ho alzato lo sguardo verso le finestre e i balconi prospicienti la piazzetta, non c’era nessuno? Questo non deve capitare. Quei lenzuoli bianchi devono diventare lo specchio della coscienza”. Secondo Artale “non è possibile ancora oggi, dopo 25 anni dal martirio del Beato Giuseppe Puglisi, trincerarsi dietro la paura di metterci la faccia, di dimostrare all’energumeno che non la pensano come lui e che la mafia non fa bene quando ammazza una qualsiasi persona. Non è possibile che nessuno degli abitanti di quella piazza non ripudi con fermezza il comportamento dell’energumeno”. E ancora: “Non è possibile che quella piazza vuota, dove il Centro di Accoglienza Padre Nostro ha installato una statua del Beato Giuseppe Puglisi, ed indicato con un medaglione in bronzo il luogo dove egli è caduto Martire, anche per la loro ignavia, non sia oggi per tutti loro un vanto, un motivo di orgoglio. Non è possibile che non considerino un bene il fatto che il Centro di Accoglienza Padre Nostro abbia acquistato la casa dove il Beato Giuseppe Puglisi ha abitato, rendendola fruibile a tutti i pellegrini che vogliono conoscerlo ed ispirare la loro vita al suo esempio. Quella Casa che ha portato a Brancaccio Papa Francesco, quella reliquia che ancora oggi non riesce ad imporsi a coloro che vi abitano accanto; quella reliquia che non viene fatta conoscere neanche a coloro che si recano a Brancaccio a visitare la Parrocchia di San Gaetano, la Parrocchia che fu diretta per circa tre anni dal Beato Giuseppe Puglisi. Questo non può e non deve capitare mai più. Piazzetta Beato Padre Pino Puglisi è il simbolo del riscatto, non solo per la comunità di Brancaccio ma per tutta la città di Palermo”.


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