Amat, i disallineamenti restano| L'azienda chiede un nuovo contratto - Live Sicilia

Amat, i disallineamenti restano| L’azienda chiede un nuovo contratto

Michele Cimino (foto Ponente)

M5s: "Sono l'azienda e il comune a dover risolvere i problemi, assurdo chiederlo ai revisori".

PALERMO – L’Amat, almeno per il momento, non stralcerà i disallineamenti. In una nota invita al comune di Palermo, la società partecipata mette nero su bianco che non potrà approvare il proprio bilancio 2017 entro il prossimo 15 ottobre, così come invece chiesto dal sindaco Leoluca Orlando. Il motivo, come spiega l’amministratore Michele Cimino, è che il revisore dell’azienda non si è ancora messo in contatto con il collegio dei revisori del Comune per discutere dei disallineamenti che ammontano a 30 milioni di euro.

Una posizione che Cimino aveva già espresso al Professore, nel corso di un incontro che si è tenuto il 26 settembre, e che si basa su un orientamento della Corte dei Conti che prescrive come, nel caso di disallineamenti fra un ente locale e una sua partecipata, debbano essere i revisori delle due parti a quantificare la cifra dovuta. Cosa che a Palermo non è successa e che adesso Cimino chiede a gran voce, anche per prendere tempo: in ballo ci sono 30 milioni che Orlando vorrebbe che Amat stralciasse dal proprio bilancio, ma l’azienda finora non si è attenuta alla direttiva “imperativa e vincolante” del primo cittadino chiedendo che a entrare in gioco siano i revisori.

Il 27 settembre Cimino ha scritto alla società di revisione esterna chiedendole di avviare l’iter coi revisori comunali, ma il vero nodo è il contratto di servizio: Amat chiede al Comune più soldi, anche per coprire i costi del tram, e soltanto dopo potrà approvare il piano di risanamento e il budget 2019. Peccato che finora Palazzo delle Aquile abbia fatto orecchie da mercante, non convocando l’incontro chiesto dall’azienda: “Incontro più volte sollecitato e rimasto senza esito già nei precedenti anni – scrive Cimino l’11 ottobre – In mancanza della revisione del contratto, rimaste inalterate le condizioni di squilibrio tra corrispettivi stabili e prestazioni obbligate, appare non realizzabile la definizione di un piano industriale, contenente il percorso di ristabilizzazione dell’equilibrio economico-finanziario”. Insomma senza il nuovo contratto Amat non potrà chiudere il bilancio 2017, né redigere un piano di risanamento e un budget, con buona pace dei disallineamenti che per il momento resteranno.

“La richiesta del presidente dell’Amat alla società di revisori appare irrituale e assai curiosa – dicono i consiglieri del Movimento cinque stelle – Sembra che la governance della società non voglia assumersi le responsabilità che gli competono rispondendo, una volte per tutte, alla direttiva (che riteniamo extra-ordinem) del sindaco, o contestandola oppure dandone esecuzione. Si chiamano in causa, invece, i revisori della partecipata invitandoli a intervenire, insieme a quelli dell’ente locale, per ‘indicare quanto necessario per una piena attendibilità nelle asseverazioni dei rapporti di credito-debito. È una richiesta tanto assurda quanto paradossale, visto che sono la società Amat e il Comune che devono definire le reciproche partite economiche e determinare quale sia la corretta applicazione del contratto di servizio. Fatto ciò, le asseverazioni richieste per legge e per giurisprudenza contabile costante sarebbero una conseguenza naturale. Questa situazione di incertezza non può non riverberarsi sul rendiconto 2017 che, senza una definizione dei disallineamenti, non potrà essere approvato come è dimostrato, del resto, dalla valutazione non positiva dello stesso resa dal collegio dei revisori”.


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