La maratona di 'Giggino' il siciliano | Strette di mano, promesse e soldi - Live Sicilia

La maratona di ‘Giggino’ il siciliano | Strette di mano, promesse e soldi

Il viaggio del vicepremier nella Sicilia dei disastri e delle speranze. Ecco cosa ha detto.

CATANIA – Più che una macchina, un aereo, 700 chilometri in dieci ore a cavallo tra due province, disastrate da terremoti e alluvioni, 12 Comuni, un’infinità di mani strette di sindaci, consiglieri e simpatizzanti e il serio rischio che, per rispettare gli impegni assunti, servirebbe un nuovo, pesante, ritocco alla programmazione economica – vacillante – del Governo.

#MaratonaDiMaio ha concluso il tour emergenziale tra l’Etna e la Piana di Catania, accompagnato dal catanesissimo Dino Giarrusso, ex Iena folgorata dal Movimento 5 stelle e oggi nello staff del ministro dell’istruzione, vera e propria star che, tra Palagonia e Ramacca, in provincia di Catania, ha rischiato di rubare la scena a Di Maio, che ha sottolineato: “La Sicilia è nel mio cuore e in quello del governo perché se riparte la Sicilia, riparte l’Italia”.

LE TAPPE – Paternò, Ragalna, Santa Maria di Licodia, Biancavilla, Adrano, Piazza Armerina, Ramacca, Palagonia, Militello, Scordia, Francofonte e Carlentini tutte d’un fiato, con una presenza di circa 15 minuti in ciascun Comune e la tappa caldissima a Scordia, devastata dall’alluvione pochi giorni fa. “Noi qui – ha aggiunto il ministro – abbiamo da rimettere a posto strade che sono state colpite dall’alluvione, altre che sono state colpite dal sisma della politica e non della calamità naturale e tante infrastrutture da costruire in questa terra. Il nostro obiettivo è quello di dare una mano a quante più persone possibile”.

MANI ROVENTI – Quando a Biancavilla si è materializzato il sindaco di Catania Salvo Pogliese, per un tratto è sceso il silenzio. Una frazione di secondo, nessuna incertezza tra gli sguardi e poi una stretta di mano che vale 400milioni di euro (almeno così spera Pogliese). Il sindaco di Catania – fresco di elezione con la benedizione di Berlusconi, Meloni, Salvini e Musumeci – ha chiesto di salvare la città, niente spiccioli, ci vuole un miracolo o la modifica di una manovra economica. Servono tre bonifici da 130milioni di euro, in caso contrario scatterà il dissesto: il Comune non ha più i soldi per gli stipendi dei 6mila dipendenti. E tra poco, anche per pagare l’impresa che ha vinto l’appalto rifiuti.

IL PALLOTTOLIERE – Di Maio dovrebbe, dopo la giornata catanese, mettere sul piatto, oltre ai 400milioni per Catania, i soldi per fronteggiare lo stato di emergenza, che sarà dichiarato formalmente nei prossimi giorni e quelli per lo stato di calamità. Ci sono migliaia di imprese in ginocchio, danni irreversibili all’agricoltura e ci sono anche le città, come Biancavilla, costruita con la polvere cancerogena della cava di fluoroedinite, piegata da una scossa di terremoto da 5 gradi. E poi anche i 160 licenziati del Cara di Mineo, in seguito al decreto di Matteo Salvini, che ha modificato le regole dell’appalto del più grande centro rifugiati d’Europa.

I SOLDI – Di Maio è consapevole della carenza di fondi, ma vuole puntare sulla sovranità, cioè una la rivendicazione della possibilità di decidere come destinare i soldi della finanziaria. “Non ci sono più soldi – ha detto – per gli investimenti nella sanità, nella scuola e nei servizi. Quindi sovranità è una bella parola che significa che appartiene al popolo. Anche a chi si spaventa della parola popolo, populismo, ricordate la Costituzione”.

GLI INSEGNANTI – “Agli insegnanti – ha detto Di Maio – dico che resta una priorità del governo rifondare la Legge 107, che significa eliminarla quasi del tutto e fare una legge nazionale sul diritto allo studio. Lo dico a tutti gli insegnanti che in questo momento vogliono tornare a casa e che sono vittime di un algoritmo impazzito. L’anno prossimo, quindi da gennaio, ci mettiamo al lavoro sul superamento della cosiddetta legge sulla ‘Buona scuola’ e ridiamo soprattutto dignità a tanti insegnanti che sono stati sballottati in giro per l’Italia”.

IL MUOS – “Nei prossimi giorni ci saranno novità”. Questa la frase sul Muos, il centro di comunicazione satellitare della marina militare Usa realizzato nel sughereto di Niscemi, in provincia di Caltanissetta.

L’IMPEGNO – Resta da monitorare cosa accadrà nei prossimi giorni. Di Maio dovrebbe confrontarsi nuovamente con Matteo Salvini e l’Europa. I vincoli strettissimi sono stati già superati. Gli applausi che hanno coccolato il vice presidente del Consiglio sono il segno della speranza di una terra martoriata. Ma al ministro restano gli impegni da mantenere, per passare dalle parole ai fatti, ed evitare che questa maratona tra 10 Comuni, resti alle cronache come la solita passerella, che tanto sa di passato, in pieno “governo del cambiamento”.


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