I dolci, la festa, i regali per i bimbi | Le ultime ore prima della tragedia - Live Sicilia

I dolci, la festa, i regali per i bimbi | Le ultime ore prima della tragedia

Giuseppe Giordano con la sua famiglia

La famiglia riunita a Casteldaccia, poi il disastro. "All'improvviso siamo stati travolti dall'acqua".

PALERMO – “Mentre i nostri amori dormono, noi ci divertiamo ad organizzare il loro dolce risveglio”. Era tutto pronto: dolci, peluche, giocattoli, frutta di pasta reale. Nella notte tra l’1 e il 2 novembre, Monia Giordano aveva pubblicato su Facebook le foto dei doni che i suoi bimbi e i suoi nipoti avrebbero presto ricevuto, come tradizione vuole in Sicilia per la “Festa dei Morti”.

La donna, 40 anni, è tra le nove vittime della tragedia di Casteldaccia, anche lei si trovava nella villetta di contrada Cavallaro con tutta la sua famiglia e sui social aveva condiviso la sua gioia. Un post scritto soltanto un giorno prima della devastazione provocata dall’acqua che ha invaso l’abitazione, dove anche il suo piccolo Francesco, di 3 anni, ha perso la vita. Poche ore dopo, Monia Giordano, sposata con Luca Rughoo e madre di un’altra bambina che è riuscita a salvarsi, aveva condiviso un messaggio della Protezione civile: veniva precisato che le notizie allarmistiche su eventuali terremoti e trombe d’aria non erano veritiere, erano le 21 circa del 3 novembre.

Era il giorno dell’allerta rossa, della grande paura dopo i danni già gravissimi provocati dal maltempo nei primi giorni della scorsa settimana. Eppure, in quella villetta tra Altavilla Milicia e Casteldaccia, tutto sembrava tranquillo. Al punto che il marito di Monia Giordano, la figlia e la nipote, erano appena usciti per andare a comprare dei dolci da mangiare dopo la cena. All’improvviso, il disastro. Giuseppe Giordano, il quarto sopravvissuto, è stato trascinato fuori dall’edificio dalla furia dell’acqua. Si è aggrappato ad un albero, ha raccontato di aver chiesto aiuto a squarciagola e di avere assistito, impotente, all’esondazione che ha seminato morte e distruzione.

La ricostruzione delle ultime ore della famiglia Giordano racconta un’atmosfera gioiosa, parla di legami forti tra nonni, zii, nipoti, spezzati per sempre da ciò che ha segnato il confine tra la vita e il disastro. A circa duecento metri dall’argine del fiume Milicia si scherzava, ci si divertiva. “Io e i miei parenti cantavamo – ha raccontato Giuseppe Giordano, che ha perso la moglie Stefania Catanzaro, la figlia Rachele e il figlio Federico – i bambini erano felici. All’improvviso non ho più visto nessuno, ero circondato dall’acqua”. La fine è cominciata così.

Il post felice di Monia Giordano si è trasformato, in queste ore, in uno spazio virtuale che corrisponde ad una realtà straziante. Vicino alle immagini che la ritraggono sorridente con il suo bambino, solo messaggi di dolore. Sulle foto dei regali per i più piccoli, il ricordo di chi li aveva conosciuti e non riesce a fermare le lacrime. “Non ho parole, ma immenso dolore – scrive Anna Maria – riposa in pace con il tuo angelo”. “Che dispiacere Monia, ti ricorderò dolce come sempre”. “Troppa tristezza – aggiunge Caterina – non ci sono parole”. “Persone preziose – scrive Federica – una famiglia unita, una rarità di questi tempi”.

Una famiglia che non avrebbe perso occasione per riunirsi e festeggiare. Giuseppe Giordano, che aveva preso in affitto la villetta, ospitava spesso i suoi genitori, ma anche altri familiari, come la sorella con il marito e i figli. L’abitazione veniva quindi messa a disposizione durante l’anno e utilizzata soprattutto durante i fine settimana e in particolari ricorrenze, proprio come in questo caso.


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