Frane e alluvioni: cantieri in attesa | La “mappa del rischio” in Sicilia - Live Sicilia

Frane e alluvioni: cantieri in attesa | La “mappa del rischio” in Sicilia

Ecco l’elenco degli interventi contro il dissesto idrogeologico. Quasi tutti fermi (foto d'archivio)

PALERMO – I soldi ci sono ma mancano i progetti esecutivi. O a volte ci sono i progetti, ma mancano i soldi. E così, ecco che in Sicilia si può tracciare una mappa del “rischio idrogeologico”. Una emergenza che ha assunto le forme della tragedia negli ultimi giorni in Sicilia, spingendo anche la commissione ambiente dell’Ars ad affrontare il tema, pochi giorni fa.

Quanti sono i soldi per i progetti

A disposizione della Sicilia per far fronte al rischio frane e alluvioni ci sarebbero infatti più di 650 milioni di euro: i fondi del Patto per il Sud, pari a 591 milioni, i fondi Poc (programma operativo complementare), pari a circa 40 milioni per la mitigazione del rischio idrogeologico, sei milioni di fondi Pac (patto di azione e coesione) per ripristinare i letti dei fiumi e dei torrenti e, infine, 16 milioni di risorse stanziate dal Cipe, comitato interministeriale per la programmazione economica, e altri 6 dal ministero dell’Ambiente per finanziare la realizzazione della programmazione esecutiva degli interventi.

A queste risorse si aggiungono poi le risorse a disposizione dell’Autorità di Bacino, poco più di sei milioni che però, stando al delegato della struttura che oggi ha preso la parola in Commissione, sono stati pochi e sono già finiti. In questi primi mesi di attività, l’Autorità avrebbe monitorato i bacini individuando 500 interventi da fare, 60 dei quali urgenti. Le risorse però sono bastate soltanto per 26 attività, iniziate a ottobre e in parte ancora in corso.

Mancano i progetti (e il personale)

La commissione, nel corso della seduta presieduta da Marianna Caronia, ha analizzato i dati sullo stato d’avanzamento della spesa di tutti i fondi. I sei milioni dei fondi Pac, per esempio, sarebbero destinati a 28 interventi: per 15 di essi sono stati approvati i progetti esecutivi, mentre per altri 13 interventi gli uffici del Genio Civile non hanno mai trasmesso i progetti necessari a sbloccare le risorse.

Sotto accusa andrebbero così gli uffici del Genio Civile, e tutti gli uffici incapaci di produrre i progetti cantierabili. I deputati del Movimento Cinque Stelle, proprio nel corso della commissione, hanno sferrato un attacco contro la burocrazia inefficace, arrivando a chiedere la testa dei dirigenti responsabili dello stallo e criticando anche la struttura commissariale per il dissesto idrogeologico. Anche per Marianna Caronia il problema principale sta nell’assenza di risorse umane: “Non si potrà mai gestire seriamente il problema del dissesto idrogeologico – ha detto la parlamentare – se non consentiamo ai Comuni di fornirsi del personale adeguato per riscrivere i piani regolatori generali, che sono gli strumenti attraverso cui si pianificano le opere pubbliche e si decide quale parte del territorio è edificabile e quale no”.

Sarebbero invece stati spesi tutti i soldi che il Cipe ha stanziato per far realizzare a ingegneri e architetti i progetti immediatamente cantierabili contro il dissesto idrogeologico. Tali progetti sarebbero 71, ma per la realizzazione delle opere progettate non ci sarebbero le risorse stanziate. Insomma, in Sicilia ci sarebbero soldi da poter spendere in interventi senza progetti esecutivi, e progetti esecutivi per cui invece mancano le risorse. Una contraddizione tutta siciliana per cui sarebbe allo studio una soluzione: modificare gli stanziamenti disposti per gli interventi del Patto per il Sud, togliendo tutte quelle opere senza progetto esecutivo e aggiungendo quelle opere che possono avere facilmente il via libera per l’attuazione.

La “mappa del rischio” in Sicilia

Ma allo stato attuale, l’elenco dei progetti previsti dal Patto per il Sud è una vera e propria ‘mappa del rischio’: la necessità di intervento si traduce in pericolo concreto. Ogni provincia siciliana ha le sue zone a rischio frana o alluvione la cui messa in sicurezza è già programmata ma ancora pendente. Ecco alcuni degli interventi previsti, suddivisi per province.

Palermo

Tra i progetti più costosi della provincia del capoluogo risulta proprio quello relativo alla sistemazione idraulica del vallone Perriera di Casteldaccia, il Comune teatro della recente tragedia costata la vita a nove persone, dal costo di 6 milioni 450mila euro. Finanziamento importante anche quello per il Comune di Capaci, al fine di ridurre il rischio frane: 5 milioni circa. A rischio frana anche il quartiere San Giusto di Misilmeri, per cui è pronto un progetto da 5,2 milioni di euro. Altri progetti interessano Collesano, Cefalù, Castronovo di Sicilia, Marineo, Lercara Friddi e San Giuseppe Jato, ma la lista di interventi dal budget intorno al milione di euro è ancor più lunga.

Catania

Acireale è il Comune catanese maggiormente interessato dagli interventi del Patto per il Sud, con il consolidamento e la sistemazione idraulica del Torrente Lavinaio Platani (2,5 milioni di euro), e le sistemazione idrauliche dell’area del territorio comunale tra San Giovanni e Aci Platani (5,2 milioni di euro) e della zona di via Carico (2 milioni di euro). A Mascali, la frazione Nunziata è al centro di un progetto di mitigazione del rischio idrogeologico da 2 milioni , mentre sono previsti vari interventi di riduzione di rischio frane o esondazioni di torrenti a Castiglione di Sicilia, Ragalna, Randazzo, San Gregorio di Catania e Santa Venerina.

Messina

Gli interventi nel Messinese sono i più numerosi dell’elenco. Capofila quello di riqualificazione ambientale e risanamento igienico sanitario dell’alveo del torrente Cataratti – Bisconte, da 30 milioni di euro; considerevoli anche i costi delle opere a Naso (consolidamento del centro abitato versante sud, 9 milioni) e Santa Lucia del Mela (sistemazione idraulica del torrente Mela, 5,8 milioni). Previsti lavori anche ad Alcara Li Fusi, Antillo, Brolo, Furci Siculo, Letojanni, Sant’Agata di Militello e Sant’Alessio Siculo.

Agrigento

Tra le opere che prevedono lo stanziamento più ricco nell’Agrigentino, risulta il completamento del consolidamento della zona est dell’abitato di Ravanusa: 7 milioni di euro. Segue il completamento del consolidamento del costone roccioso San Pellegrino, a Caltabellotta, per 3 milioni. A Cammarata, il consolidamento della zona Sant’Agostino – Terra Rossa costerà 3,6 milioni di euro. A Naro invece è prevista la mitigazione del rischio idrogeologico dell’area urbana per 2,5 milioni. Tra gli altri Comuni destinatari di risorse anche Lucca Sicula e Villafranca Sicula.

Trapani

Progetti anti dissesto anche nelle isole minori: a Favignana è necessaria la mitigazione idrogeologica nel centro abitato di Marettimo (398 mila euro), mentre a Pantelleria 3,3 milioni di euro verranno stanziati per il consolidamento dei costoni rocciosi sovrastanti il Lago di Venere e il Gadir, aree definite di “percorribilità pubblica”. A Castellammare del Golfo serviranno 2,1 milioni per mettere in sicurezza il costone roccioso su cui si erge il centro storico. Mitigazioni idrogeologiche previste anche a Salemi, per 2,1 milioni.

Caltanissetta

Il Comune di Mussomeli è uno dei più interessati dal rischio idrogeologico, con progetti di sistemazione di aree in frana su tratti della strada provinciale Mussomeli – Caltanissetta (13,8 milioni) e su un’infrastruttura in c.da Cordoverse, dal costo di 5 milioni di euro. A Vallelunga Pratameno, la sistemazione idraulica ed idrogeologica del torrente Salacio, a valle del centro abitato, richiede 9,1 milioni.

Enna

Un milione 350mila euro serviranno per completare il consolidamento e la sistemazione idrogeologica della zona Castello del Comune di Aidone. A Leonforte c’è un progetto da 805 mila euro per la sistemazione delle pendici sud, sopra la scuola media G. Verga. Altro consolidamento previsto a Troina, sul versante nord della Rocca S. Pantheon a monte della via Madonna del Soccorso, intervento da un milione 320mila euro.

Siracusa

Nel siracusano, tra le altre cose, sono previste opere per la riduzione del rischio idrogeologico a difesa del centro abitato di Carlentini, per 1 milione 180mila euro.


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