L'Europa ci boccia | Ecco cosa rischiamo - Live Sicilia

L’Europa ci boccia | Ecco cosa rischiamo

La Commissione ha respinto il testo, ecco cosa rischia l'Italia

L’Unione Europea ha bocciato la manovra italiana. La Commissione europea si è appena pronunciata negativamente sulla bozza della legge di bilancio che il governo giallo-verde ha mandato a Bruxelles nei giorni scorsi. Un testo che l’esecutivo avrebbe dovuto riscrivere, almeno secondo la lettera che i commissari Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis avevano inviato al nostro paese, lo scorso 23 ottobre. Ma se l’Europa aveva definito “troppo rischiosa” la manovra proposta da Lega e 5 Stelle, il governo ha deciso di rispedire al mittente le preoccupazioni, lasciando di fatto il documento quasi immutato.  Levata di scudi dal premier Giuseppe Conte, dai vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma anche dal titolare dell’Economia, Giovanni Tria, che aveva affermato: “Ci dispiace, ma il tasso di crescita non si negozia”.

Ma cosa accadrà da oggi all’economia italiana? Il responso negativo appena arrivato determinerà, con ogni probabilità, l’imminente apertura di una procedura di infrazione verso il nostro paese, un complesso di sanzioni che costerebbero all’Italia qualcosa come nove miliardi di euro. Nello specifico, potrebbe partire a breve una sorta di monitoraggio a stretto giro sui conti pubblici, con report periodici conformi alle direttive comunitarie, da sottoporre ai tecnici europei. Proseguendo sulla strada del “muro contro muro”, arriverebbe quella che da molti viene vista come la vera “mazzata”: il congelamento dei fondi strutturali. Con i 73,67 miliardi ricevuti negli ultimi quattro anni, l’Italia è infatti uno dei paesi che ha più beneficato recentemente degli investimenti di Bruxelles. Lo stop bloccherebbe del tutto settori importanti come l’agricoltura, la pesca e le politiche sociali.

L’Italia potrebbe infine perdere il diritto di accesso ai prestiti della Banca europea. Si verrebbe così a creare una situazione diametralmente opposta a quanto accaduto in tempi recenti, grazie agli aiuti del quantitative easing, giunti al nostro paese tramite il lavoro del presidente della Bce Mario Draghi.


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