PALERMO – Sono le 20:38 del 23 febbraio 2010, il giorno in cui Enzo Fragalà viene aggredito sotto il suo studio. I difensori di Francesco Arcuri, uno degli imputati dell’omicidio, hanno scovato un video in cui si vede un uomo con in mano qualcosa. I legali non hanno dubbi: si tratta di un bastone.
Proprio con un bastone di legno il povero penalista fu picchiato a morte. Sarebbe deceduto dopo alcuni giorni di agonia in seguito alle ferite riportate.
Le indagini difensive degli avvocati Michele Giovinco e Filippo Gallina provano a smontare la ricostruzione dell’accusa. Mettono sul piatto una nuova ipotesi che smentirebbe quella per cui si sta svolgendo il processo in Corte d’assise.
Chi è l’uomo? Davvero impugna un bastone? Passava da lì per caso? Studiando gli atti di un’altra indagine i legali hanno scoperto l’esistenza della telecamera, piazzata dagli investigatori in via Volturno. Hanno chiesto copia delle immagini integrali alla Procura della Repubblica.
Ed è visionando tutti i fotogrammi che è emersa la figura dell’uomo filmato mentre passa davanti a un bar a pochi metri da Porta Carini in direzione del Palazzo di giustizia.
L’aggressione viene collocata alle 20:40. In due minuti, se davvero ha avuto un ruolo nella tragica vicenda, l’uomo avrebbe avuto il tempo di raggiungere il luogo dell’agguato in via Nicolò Turrisi.
I legali hanno chiesto di acquisire il video. Il pubblico ministero non si è opposto. Altri difensori, prima di esprimersi, vogliono visionare. La Corte si è riservata sull’acquisizione.
Secondo i legali, le immagini offrono altri elementi importanti. Alcuni testimoni hanno raccontato di avere visto due uomini fuggire in sella a uno scooter subito dopo l’aggressione in direzione di via Volturno. La telecamera, piazzata nella stessa strada, quella che ha ripreso l’uomo con il bastone, non ha filmato lo scooter che, dunque, secondo la difesa, non sarebbe passato da lì.
Sotto processo per l’assassinio del legale ci sono, oltre ad Arcuri, Antonino Siragusa, Salvatore Ingrassia, Antonino Abbate, Paolo Cocco e Francesco Castronovo.
