Congressi locali dopo le primarie| Scontro sulle regole nel Pd - Live Sicilia

Congressi locali dopo le primarie| Scontro sulle regole nel Pd

La commissione regionale per il congresso contestata dai sostenitori di Piccione. Ora è caos date.

PALERMO – Ancora turbolenze sul congresso del Partito democratico siciliano. Il nodo del contendere che ha acceso lo scontro di questi giorni ieri sera è stato sciolto. Si trattava di fissare le date per i congressi di circolo e provinciali. Date che erano state individuate dalla direzione regionale. Nel frattempo però erano piovuti i ricorsi. Su cui ieri si è pronunciata la commissione regionale di garanzia del partito, presieduta da Giovanni Bruno, sostanzialmente ribadendo il deliberato della direzione. E così ieri sera la commissione regionale del congresso, presieduta dal segretario uscente Fausto Raciti, si è riunita per affrontare lo spinoso tema. L’ala che sostiene Teresa Piccione puntava a rispettare il calendario stabilito dalla direzione, che prevedeva prima il voto degli iscritti nei congressi di circolo e provinciali e poi le primarie aperte il 16 dicembre per eleggere il segretario regionale. L’ala renziana di Davide Faraone invece pareva più orientata verso un rinvio dei congressi locali dopo i gazebo. E alla fine, così ha deciso la commissione. Non senza polemiche al suo interno. I congressi locali, come apprende Livesicilia, si terranno dal 21 al 31 dicembre. E quindi dopo le primarie. E quindi in un arco di tempo diverso da quello inizialmente previsto dalla direzione regionale, il 2 dicembre.

La stessa commissione ha fissato i termini, già scaduti secondo il deliberato della direzione, per la presentazione delle candidature al 20 dicembre. Una decisione che i sostenitori della Piccione sono pronti a contestare. “La commissione di garanzia del partito ha deciso che si rispetti il deliberato della direzione. La commissione del congresso non può cambiare le regole – afferma Lillo Speziale –. Qui si scontrano due idee diverse di partito: quella che ritiene gli iscritti centrali e quella che considera gli iscritti un peso, un fardello da sopportare”. Anche Giuseppe Lupo ritiene che quanto deciso dalla commissione presieduta da Raciti non abbia valore: “Il deliberato è nullo – commenta Lupo –. La commissione non può cambiare le regole fissate dalla direzione, deve seguire il suo deliberato. Un partito si governa sulle regole: basta con le polemiche interne, adesso parliamo dei programmi”.

E adesso? Lo scenario si fa molto complesso. Perché, da un lato ci sono le date per i congressi locali votate dalla direzione. E riconosciute dai sostenitori di Piccione. Che hanno presentato le candidature entro la scadenza fissata. E che continuano a ritenere che i congressi vadano avviati il 2 dicembre, tra una settimana. Dall’altro, ci sono i sostenitori di Faraone, che ieri cantavano vittoria, che invece si affidano alla delibera assunta ieri dalla commissione regionale del congresso, presenteranno le candidature entro il 20 per celebrare i congressi nell’ultima decade dell’anno. Se le due parti in causa non troveranno un punto di incontro, si potrebbe persino arrivare allo scenario traumatico di congressi locali dimezzati, celebrati la settimana prossima solo da una parte del partito. Sarebbe una prova di forza che rischierebbe di spaccare, forse in modo insanabile il Pd siciliano.


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