Lite sulle variazioni di bilancio | Spettro del ritardo sugli stipendi - Live Sicilia

Lite sulle variazioni di bilancio | Spettro del ritardo sugli stipendi

Scontro a Sala d'Ercole sul calendario dei lavori nelle commissioni. Cracolici e Cancelleri contro Miccichè

PALERMO – Scontro tra maggioranza e opposizione all’Ars. Al centro della contesa il ddl sulle variazioni di bilancio presentato dal governo, che avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 novembre e che quest’anno è teso a rimpinguare i fondi con cui si pagano gli stipendi dei lavoratori pararegionali, come ad esempio gli ex Pip, l’Esa, e gli Enti parco. Il ritardo e l’urgenza di approvare i documenti sono stati così un motivo di lite a Sala d’Ercole.

Alla base dello scontro c’è la scelta di dimezzare i tempi per approvare le variazioni di bilancio. La decisione comunicata dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e votata a maggioranza dalla conferenza dei capigruppo. Il 12 dicembre chiuderà la Cassa regionale e dopo per la Regione non sarà più  possibile effettuare un pagamento. Prima di quella data dovrebbe essere così approvata la legge altrimenti non si potrebbe provvedere a pagare gli stipendi non essendo presenti fondi nei capitoli.

Così la conferenza dei capigruppo, scandendo il timing per l’approvazione della legge per le variazioni, avrebbe tagliato di quattro giorni i tempi fissati dal regolamento per l’esame nelle commissioni di merito, che normalmente è di otto. Il calendario stabilito prevede tempi stretti. Entro il 3 dicembre le commissioni dovranno emettere il proprio verdetto. Poi entro il 6 dovrà arrivare l’ok della commissione Bilancio. Infine, nelle giornate del 6 e 7 dicembre l’Ars dovrebbe approvare i documenti. Solo in questo modo il 10 e l’11 dicembre gli uffici avrebbero il tempo per mettere in liquidazione gli stipendi.

In  aula le opposizioni hanno alzato le barricate contro il colpo di mano della maggioranza. Il tentativo è stato quello di mettere sotto la lente il ritardo del governo nella trasmissione dei documenti. “Non si può ricattare questo Parlamento dicendo che la cassa regionale chiude il 12 dicembre per accelerare i tempi – le parole del grillino Francesco Cappello -. Il governo ha avuto tutto il tempo per presentare i documenti per la variazione”. A Cappello è seguito l’intervento del collega di partito Giancarlo Cancelleri, che ha rincarato la dose: “La responsabilità se qualcuno non avrà gli stipendi è solo del governo”. Poi il leader del Movimento 5 stelle ha proseguito: “Se andate avanti così, siamo pronti ad azioni eclatanti”. Duro l’intervento anche del deputato del Partito democratico Antonello Cracolici che ha attaccato Miccichè: “Ha dimostrato di essere inadeguato ai ruoli. Lei ha sostenuto la teoria per cui la maggioranza può cambiare nella conferenza dei capigruppo i tempi previsti dal regolamento. Questo forse può farlo a casa sua, non certo in un parlamento”.

A “difesa” del calendario dei lavori comunicato dalla presidenza dell’Ars sono intervenuti i capigruppo di Forza Italia Giuseppe Milazzo, di Diventerà Bellissima Alessandro Aricò e quello dell’Udc Eleonora Lo Curto. “Trovo strumentali gli attacchi al governo Musumeci sulle variazioni di bilancio approdate oggi in Aula. – ha detto la Lo Curto – È fin troppo ovvio che l’esame del ddl potesse avvenire solo dopo l’approvazione del rendiconto. Fuori da questo parlamento c’è una platea di lavoratori che attende solo il rifinanziamento di capitoli di spesa ex lege che garantiscono lo stipendio e il sostegno al reddito di migliaia di famiglie”. Ma Miccichè stesso ha difeso le scelte della maggioranza affermando: “Stigmatizzerò sempre il ritardo del governo ma non consentirò che la gente rimanga senza stipendio”.

Anche il governo ha poi rivolto il proprio appello accorato perché si superassero le discussioni sul regolamento e si accettasse la procedura indicata. “Non credo che sia uno scandalo – ha affermato l’assessore al Territorio Toto Cordaro – se le commissioni hanno quattro giorni per esaminare cinque articoli di legge. Le variazioni di Bilancio riguardano solo il rifinanziamento di alcuni capitoli che già c’erano. Come potremmo spiegare ai siciliani – si è poi chiesto – che l’esame in commissione, secondo il regolamento, dovrebbe durare otto giorni? I ritardi nella presentazione di questo disegno di legge ci sono stati, è vero, ma non sono dovuti a colpe nostre”.


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