Ars, scivolone per il governo | Stop alle variazioni di bilancio - Live Sicilia

Ars, scivolone per il governo | Stop alle variazioni di bilancio

Maggioranza ko sulla norma per la pulizia dei fiumi. La norma da sola valeva un sesto di tutta la manovra. Miccichè sospende l'aula.

PALERMO – Stop inaspettato all’Ars per un vistoso scivolone della maggioranza che fa andare sotto il governo Musumeci su uno dei punti chiave del disegno di legge per le variazioni di bilancio: quello sugli 11 milioni per la pulizia degli argini dei fiumi, i “lavori di somma urgenza sul demanio idrico fluviale”.  L’aula ha votato l’emendamento che eliminava la previsione di spesa: i favorevoli alla soppressione sono stati 31 mentre i contrari 29. La norma da sola valeva un sesto di tutta la manovra.

Gianfranco Miccichè così, per ricompattare le fila, si è visto costretto a chiudere la seduta rinviandola a domani alle 15. Per il presidente dell’Ars ci sarebbero delle questioni tecniche che inciderebbero sugli equilibri di bilancio così da ritenere dubbio l’esito della votazione.

A venire meno non sarebbero stati i numeri ma piuttosto l’attenzione. Si è trattato, probabilmente, di una grave défaillance, dato che sette deputati presenti ma non votanti erano della maggioranza: Rosanna Cannata * e Luigi Genovese di Forza Italia, Antonio Catalfamo e Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia, Totò Cordaro e Giuseppe Gennuso di Popolari e Autonomisti e Danilo Lo Giudice del gruppo Misto.

Che possa non essere stato un tentativo di affossare il governo di qualche franco tiratore lo dimostra il fatto che la maggioranza ha tenuto per tutte le votazioni di una seduta fiume iniziata alle cinque del pomeriggio e andati avanti fino alle dieci circa. C’è stata qualche interruzione. I nodi sono stati risolti uno per uno e spesso è accaduto che si sia resa necessaria una riscrittura e una copertura di qualche milione per fare fede al patto di maggioranza e all’accordo di leale collaborazione con le opposizioni.

La seduta ha visto l’ok alla norma su Catania. L’articolo uno, quello per gli interventi per le autonomie locali, è stato il terreno della battaglia. Poi si è proceduto speditamente all’approvazione dell’articolo due: la norma “salva stipendi”. Infine c’è stato l’inciampo sull’autorizzazione di spesa alla pulizia degli alvei fluviali.

Il contributo a Catania

La prima delle questioni da risolvere era quella del contributo di 8 milioni al Comune di Catania per pagare gli stipendi dei dipendenti. Il Movimento Cinque Stelle è stato duro verso la norma. “Dobbiamo tutelare tutti i Comuni – ha detto il leader del M5s Giancarlo Cancelleri -, non possiamo scrivere in una legge che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Non può passare il messaggio che chi stia in un grande centro possa essere salvato”. Per la maggioranza, ha difeso la norma il capogruppo forzista Giuseppe Milazzo ma sono bastati i numeri, pure se risicati, per salvare la norma dagli emendamenti e dare il via libera. Con 32 voti favorevoli e 31 contrari, il contributo è stato accolto.

Maggioranza risicata

Insomma, la maggioranza c’era sebbene risicata e così si è andati avanti. A garantire i numeri, in aula c’erano tutti i membri del governo che hanno anche la carica di deputato: il presidente della Regione Nello Musumeci, l’assessore agli Enti locali, Bernadette Grasso, il titolare della Formazione Roberto Lagalla, l’assessore al Territorio Totò Cordaro e quello all’Infrastrutture, Marco Falcone.

Ma un solo voto di differenza significava attribuire ad un deputato il ruolo di ago della bilancio. E l’occasione è stata utilizzata dal componente del Misto Danilo Lo Giudice che ha tenuto sotto scacco la maggioranza sul comma che riguardava i fondi per i comuni virtuosi con performance di differenziata superiori al 65%. Lo Giudice ha minacciato di votare contrario sul tema se non fossero stati riscritti i criteri contenuti nella norma della finanziaria.

Ripristinato il fondo per i Comuni virtuosi

Dopo più di un’ora è arrivata la soluzione. Il governo ha proposto che i fondi per i Comuni virtuosi nella raccolta differenziata siano divisi solo sulla base della popolazione e non già sulla popolazione e la densità demografica.

È stato rivendicato da tutti, invece, il ripristino del fondo per un ammontare di 5 milioni dopo che il testo originario prevedeva un taglio di 3 milioni. “È giusto – hanno commentato  i dem Giuseppe Lupo e Anthony Barbagallo – riconoscere l’impegno dei sindaci e delle amministrazioni che hanno lavorato bene e raggiunto risultati importanti in questo ambito”. Anche Claudio Fava ha plaudito al risultato: “Bene la scelta di ripristinare l’intera dotazione come avevamo chiesto, insieme ad altri deputati e forze parlamentari. Adesso questi fondi vanno erogati è finalizzati ad interventi specifici per l’ambiente”.

I contributi

I deputati hanno dimostrato sensibilità per pagare gli stipendi dei lavoratori. Così sono stati rimpinguati di 100 mila euro le risorse per le Opere riunite “Florio e Salamone”, 47 mila euro per il lavoratori del dipartimento di Protezione civile. Al Brass Group vanno 415 mila euro. Questa misura ha trovato le critiche delle opposizioni ma è stata approvata perché l’ente non sarebbe riuscito a partecipare a bando per la spartizione del Furs, il fondo regionale per lo spettacolo. Sono state autorizzate le spese per i lavori urgenti nelle scuole per 400 mila euro e infine la maggioranza ha potuto destinare 300 mila euro all’impianto di risalita di Piano Battaglia.

Ha diviso in modo particolare il finanziamento del fondo per attivare le macchine dell’Esa. Stefano Zito (M5s) ha ricordato al presidente Musumeci di quando definì l’Esa “l’ultimo carrozzone della prima repubblica”  rimproverandogli di proporne il rifinanziamento. Ma Vincenzo Figuccia ha difeso il governo contro il movimento penta stellato: “Nel Collegato avevamo proposto la soppressione dell’Esa ma voi non l’avete approvata”.

Rimangono però numerosi emendamenti da approvare e alla fine della giornata risuona il monito che Riccardo Savona ha fatto durante la seduta all’Aula. “Siamo fuori tempo massimo – ha detto il presidente della commissione Bilancio – e richiamo di mandare alla malora tutto il lavoro fatto. Venerdì abbiamo allertato gli uffici della Gazzetta Ufficiale  ma così non ci sarà il tempo per fare tutto”.  Comunque domani l’Ars ci riproverà: la corsa contro il tempo per salvare gli stipendi è ricominciata.

*Rosanna Cannata afferma che pur avendo votato a favore a causa di un problema al sistema di votazione la sua presenza non sarebbe stata registrata.


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