Oreto, la meraviglia sconosciuta | "Così potrebbe rinascere" - Live Sicilia

Oreto, la meraviglia sconosciuta | “Così potrebbe rinascere”

Il concorso, le idee e tutto quello che bolle in pentola  per il rilancio del fiume.

PALERMO – Il fiume Oreto è ancora nel futuro dei palermitani. Lo ha dimostrato il concorso FAI “I luoghi del cuore”, chiuso in testa alla classifica ma di cui si attende lo spoglio finale a febbraio, e lo dimostra anche la partecipazione della cittadinanza nel reclamare la riqualificazione dell’iconico corso d’acqua. Eppure questa “bolla”, che sembra scoppiare solo adesso, ha preso forma da lontano.

Ben prima del concorso, qualcuno aveva avanzato delle proposte per l’Oreto mettendo a disposizione le proprie competenze. Igor D’India, videomaker e regista, ha attraversato il fiume palermitano a piedi due volte e ormai ritiene di conoscerlo intimamente. “Mi sono sempre lamentato del suo stato ma non ho mai detto la mia sul possibile recupero”, dice D’India in uno dei suoi video in giro per il web. Da qui l’idea, con pochi ingredienti: un grafico disegnato a pennarello su un foglio, la telecamera che inquadra il disegno prender forma, un piano decennale di partenza. “Da fognatura a Unesco” grazie al parco, facendo in modo che quest’ultimo diventi fonte di incassi: “è inutile che lo facciamo se nessuno ci guadagna – dice il videomaker – perché cercherà di guadagnarci in un altro modo”. D’India, però, ha sempre ammesso di voler fare da input ma di non avere le competenze necessarie a uno sviluppo concreto del piano.

Proprio in questo senso, parallelamente, si è mosso qualcun altro. Fin dagli albori della campagna per “I luoghi del cuore”, l’immagine simbolica di un progetto in particolare è rimbalzata tra le testate giornalistiche di tutta la Sicilia; non sempre, però, sono state approfondite le finalità del progetto e l’identità degli autori. Supervisionati dal professor Ferdinando Trapani, gli studenti del Dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo Maria Giulia La Piana, Francesca Anzalone, Ester Galioto e Alessandro Corso, hanno realizzato un progetto che ha partecipato al concorso nazionale Urbanpromo 2017 e si è piazzato secondo per votazioni online.

Il gruppo ha lavorato alla foce dell’Oreto, occupandosi della sua riqualificazione in chiave ecosostenibile, in piena armonia con leggi o vincoli vigenti. “Non è stato previsto né alterato nulla che la legge non consenta – dice Trapani rispondendo alle critiche di chi parla di utopia – e nemmeno inserito qualcosa di non fattibile tecnicamente. Per cui tutto il progetto non è solo un’idea, risulta realizzabile concretamente e nel pieno rispetto delle norme”. Il progetto Oreto River Park (da cui è tratta la foto) prevede l’introduzione di vegetazione mediterranea, giardini condivisi e frutteti che consentirebbero la produzione agricola ai cittadini stessi. Gli edifici nel parco accoglierebbero dei “tetti verdi” agli ultimi piani, mentre i circa 33 mila metri quadri dell’area dell’ex gasometro verrebbero convertiti in distretto energetico, con pannelli solari, impianti eolici e zone di compostaggio. “Abbiamo una risposta reale alla domanda ‘Cosa si può fare concretamente?’– riassume Trapani –. A mio avviso, il discorso da fare sarebbe socio economico o legale, più che ambientale: solo per fare un esempio, lungo l’asta dell’Oreto ci sono varie proprietà private, e spesso i proprietari impediscono l’accesso al fiume per controllarne lo stato. Legalmente, non dovrebbe essere così. Durante le varie riunioni avrei voluto spiegare come organizzare la programmazione, ma ho notato che ci si è concentrati su altro. Sono stati ‘dimenticati’ studi di fattibilità già esistenti, abbiamo persino il progetto…”.

Vincendo il concorso FAI si potrebbe trovare una soluzione? “Potremmo quantomeno avviare un primo progetto pilota. Non ci mancherebbe nulla: avremmo i soldi necessari, il progetto dei ragazzi, e la già dichiarata disponibilità dell’eccellenza mondiale Florin Florineth”. Il professor Florineth è un bioingegnere naturalistico e docente all’università di Vienna ; la sua nomina consulente a titolo gratuito era stata resa nota a novembre dall’assessore all’Ambiente, Toto Cordaro. A quasi un anno di distanza, e dopo un importante riscontro dell’opinione pubblica, cos’è cambiato? Tra i fautori della campagna, nessuno ha perso l’interesse per il fiume; associazionismo e proposte si sono fatti strada fino a un primo traguardo: l’annuncio di un disegno di legge per l’istituzione del cosiddetto “Parco locale intercomunale sull’asse fluviale Oreto”.

“L’idea nasce dalla necessità di dare al parco una connotazione normativa ben precisa – dice la deputata regionale Marianna Caronia, che ha fortemente voluto il ddl ​ – così da renderlo attrattore di fondi specifici come quelli di Natura 2000. Inoltre, questa precisa veste del parco prevedrebbe investitori sia pubblici che privati. Il disegno di legge è quasi finito e conto che venga presentato dopo la manovra finanziaria”. L’Ars, i Comuni di Palermo, Altofonte e Monreale, l’Autorità di Bacino, l’Assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente: sono già tante le parti coinvolte, e altre ancora mancano all’appello; Caronia ha chiesto il coinvolgimento di tutti i Comuni del bacino dell’Oreto, e non solo dei tre maggiormente interessati, “per l’attività progettuale da trasmettere al Commissario straordinario Rolle in materia di depurazione e trattamento delle acque”.

Le prime riunioni tra le parti in causa hanno già dato risultati, come la recente stipula del Contratto di Fiume, strumento fondamentale di tutela e rigenerazione. Si deve ancora attendere febbraio, va ribadito, per la destinazione ufficiale dei finanziamenti FAI al corso d’acqua del capoluogo. Si tratterebbe di 50mila euro per il primo posto, e altri 5.000 euro per aver conquistato almeno 50mila voti . Inoltre, anche in caso di vittoria, rimane un punto interrogativo la fetta più consistente della spesa, pubblica e privata, da affrontare per rimettere in sesto il fiume e crearvi attorno l’intero parco urbano. Al momento si procede per step: all’orizzonte, oltre alla realizzazione del progetto pilota in caso di vittoria, c’è la creazione di un vero e proprio pool formato da residenti, cittadini disinteressati e studiosi. E c’è anche una data indicativa in cui questo organico potrebbe prender forma: “È ancora tutto in divenire – dice D’India incarnando le intenzioni delle associazioni coinvolte – ma l’intenzione è di stringere il cerchio entro la fine di gennaio. Vogliamo arrivare preparati alla vittoria del FAI, se l’Oreto dovesse vincere, e avere le forze giuste per continuare ugualmente se dovessimo perdere”. ​

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