Aldo, l'auto e il morto alle Poste | Il presepe dei clochard di Palermo - Live Sicilia

Aldo, l’auto e il morto alle Poste | Il presepe dei clochard di Palermo

Non solo Aldo, ucciso a piazzale Ungheria. Chi sono le altre ombre delle nostre notti.

Quella notte faceva freddo a Palermo. Un giovane cronista, appena terminato il turno di nera, aprì lo sportello arrugginito della sua Polo e dentro l’abitacolo scoprì un uomo addormentato. Non lasciava mai l’auto chiusa, non ce n’era bisogno. Era talmente malridotta che nessun ladro perbene avrebbe mai immaginato di torcerle uno specchietto. L’uomo addormentato si svegliò; pronunciò qualche parola farfugliata: “Vieni amico, ho trovato questa vecchia carcassa per riscaldarmi. C’è posto per due, se vuoi”. Fu in quel momento che il giovane cronista si interrogò a fondo sulla qualità dei vestiti e dei mezzi di locomozione che utilizzava. Vagli a spiegare che quella macchina era in effetti una macchina. Finì che l’uomo addormentato, ormai sveglio, venne accompagnato alla Missione ‘Speranza e Carità’, da Biagio Conte, dove ricevette cibo, premura e coperte. Faceva davvero troppo freddo, quella notte, a Palermo.

Chiunque abbia incontrato un clochard sul suo cammino sa che è come fissare negli occhi una stella, qualcosa che non ha un epicentro, che ti confonde con la sua bellezza, con la sua lontananza. E ce ne sono di violenti e di incattiviti tra coloro che vivono sul marciapiede, ma moltissimi conservano una dignità dell’esistenza rara perfino nei palazzoni residenziali.

Aldo, ucciso a piazzale Ungheria, era una stella che illuminava il buio con un irradiarsi gentile. Non parlava tanto. Non si metteva in mostra. Soprattutto ti guardava, mentre attraversavi i portici, inseguito da quei pensieri futili che sembrano a tutti importantissimi. E c’era un lampo di garbata ironia nei suoi occhi. Era Peter Pan, Aldo. Ai pirati che alzano le vele col teschio indicava la strada per l’Isola che non c’è, pur sapendo che non l’avrebbero imboccata.

Ed è stato vittima di violenza, di quella ferocia che, non sempre con esiti estremi, destinati necessariamente a ‘fare notizia’, colpisce normalmente le ombre che abitano le nostre notti. Parecchi casi di cronaca sono recenti. Renzo Messina, anima della Comunità di Sant’Egidio, ha messo in guardia su certe gang da arancia meccanica che prendono di mira più deboli. Ma è stato sempre così, forse con percentuali minori.

Vicè Vogghiufumari – il titolo gli era stato affibbiato per l’insistenza con cui domandava una sigaretta – fu colpito dai pallini di un fucile in via Archirafi, mentre riposava alla fermata dell’autobus, anni fa. Qualcuno inaugurò la caccia al barbone con lo sprezzo degli idioti che perseguitano gli indifesi. Vicè era un vecchietto innocuo, con due occhi che somigliavano a capocchie di spillo. Aveva mani maculate dalle troppe cicche spente. Viveva intabarrato in uno sproposito di coperte che avrebbero dovuto renderlo invulnerabile, proteggerlo. Quei pallini gli ferirono la carne in superficie e il cuore in profondità. Da quelle parti – raccontano – non fu visto mai più.

Un altro Vicè era detto ‘delle poste’ proprio perché si rannicchiava sulla scalinata delle Poste di via Roma. Aveva lineamenti delicati, quasi femminei, i capelli raccolti a crocchia. E non parlava con nessuno.

Alcuni ragazzini gli tiravano sassi e cartacce, di tanto in tanto: chi sta a terra diventa il bersaglio preferito di tutto ciò che è inumano, magari senza saperlo. Poi Vicè si ammalò. Una porzione di città lo aiutò, donandogli coperte e cibo. Ma non era facile intrecciare rapporti con un essere umano che era sopravvissuto come una bestia braccata. Solo l’ultima sera il clochard delle Poste accettò il braccio del medico che era accorso con l’ambulanza. Chi c’era racconta che ebbe appena il tempo di qualche passo malcerto, prima di spirare sulla lettiga con la faccia rivolta alle stelle.

Le stelle segnano tutti i sentieri oltre i muri. E su quei muri qualcuno muore di stenti. Altri vengono assassinati, feriti, offesi. E non si ricordano mai abbastanza. Oggi siamo tutti in piazzale Ungheria per Aldo, per la sua anima luminosa. Ma quanto è abbandonato il presepe dei clochard di Palermo, di notte, quando fa freddo.


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