Assunzioni, corsi e investimenti | "Unipa cresce ma la coperta è corta" - Live Sicilia

Assunzioni, corsi e investimenti | “Unipa cresce ma la coperta è corta”

L'allarme e l'appello del rettore Fabrizio Micari per il blocco alle assunzioni che minaccia i piani dell'ateneo.

PALERMO – La nuova offerta formativa, le assunzioni di 72 dipendenti fra ricercatori e personale amministrativo e tutti gli investimenti in ricerca e servizi che porteranno al raddoppio dei fondi per i dottorati di ricerca. Il rettore dell’Università di Palermo, Fabrizio Micari, stamattina in un incontro con la stampa, ha tracciato un bilancio del 2018 e ha raccontato i piani dell’Ateneo per il 2019.

Un anno, il prossimo, pieno in crescita, con sempre più studenti che si iscrivono ad Unipa e sempre meno corsi a numero chiuso, ma anche un anno di incertezze. Un caso è offerto dal blocco delle assunzioni fino al 15 novembre previsto nella manovra che porterebbe alla perdita di alcuni ricercatori. Nel prossimo giugno più di dieci docenti dovrebbero diventare automaticamente professori associati ma con il blocco perderanno il posto di lavoro. Il blocco, deciso nella finanziaria al vaglio del Parlamento nazionale, poi fermerà anche i piani assunzionali dell’ateneo. “Per questo – ha affermato il rettore – c’è forte preoccupazione per la finanziaria attualmente in discussione. Infatti, quest’anno abbiamo assunto 31 unità di personale amministrativo e 41 ricercatori ma se il blocco fosse confermato dovremmo fermare le assunzioni di altri 64 fra professori ordinari e associati”.

La questione finanziaria è uno dei nodi principali. “Mentre assistiamo a un blocco del Ffo – ha spiegato Fabrizio Micari – siamo felici di registrare l’aumento del costo del personale che consegue alla riattivazione degli scatti. Questi due elementi però fanno diminuire le risorse a disposizione dell’Università. E – ha poi continuato – non possiamo permetterci di fare pagare il costo agli studenti con l’innalzamento delle tasse. Da noi, infatti, il 26% degli studenti ricade nella no tax area. Ecco perché lo Stato non  può pensare di non investire sull’Università”.

I conti però non sono a rischio e si possono realizzare degli investimenti. “Abbiamo creato – ha detto il rettore Micari – dei fondi per eventuali necessità e possiamo permetterci di disegnare la spesa aumentando gli investimenti in alcuni settori”. Con il bilancio di previsione 2019 arrivano, allora, centomila euro per le Borse di dottorato di ricerca che si aggiungono ai 78 mila euro già presenti nel capitolo così da raddoppiare il numero dei posti per dottori. Nel Fondo finalizzato alla Ricerca sono stanziati 750 mila euro. Per le biblioteche ci saranno 200 mila euro in più e 150 mila euro serviranno per il tutorato agli studenti universitari e a quelli stranieri, in Erasmus a Palermo. Infine saranno potenziate le aule e i laboratori con un investimento di 300 mila euro.

L’Università di Palermo cresce anche per ciò che riguarda l’offerta formativa.  Da settembre 2019 partiranno i corsi di Ingegneria edile, di Innovazione e recupero; gli studenti potranno scegliere di iscriversi a corsi professionalizzanti come quello di Ottica optometrica e di Techiche audioprotesistiche ma potranno scegliere anche corsi interamente in inglese come quelli di Infermieristica, di Germanistica o di Scienza e tecnologia del cibo mediterraneo . Un ultimo corso innovativo riguarderà la mobilità elettrica.

Dopo l’accordo con la Regione, l’ateneo palermitano torna a investire nei poli decentrati “dove – per stare alle parole di Micari – è  stata pensata un’offerta capace di evitare che gli studenti emigrino  o si iscrivano alle università telematiche”. Ad Agrigento partiranno tre nuovi corsi che si affiancheranno a quello di Servizi Sociali: Architetture e Ambiente costruito, Economia e amministrazione aziendale e Scienze dell’educazione. A Caltanissetta invece, al corso di Medicina si aggiungono due nuovi percorsi formativi: quello in Scienze e tecnologie Agrarie e quello in Ingegneria biomedica.

Non solo corsi di studi in più ma anche maggiore possibilità di accesso all’Università. “Abbiamo – ha affermato Fabrizio Micari -una politica di eliminazione del numero chiuso in tutte le facoltà dove è possibile evitare i test di accesso”. Rimangono fuori però da questa operazione i corsi di studio in cui  il numero programmato è deciso dall’ordinamento statale. Ci sarà il numero chiuso, inoltre, in tutti i corsi di laurea nei quali l’Università di Palermo registra richieste d’accesso che rendono necessaria una selezione. Si tratta, ad esempio, delle facoltà di ingegneria informatica, di ingegneria gestionale o di quella di lettere. Nel frattempo quest’anno le risorse è cresciuto il numero degli immatricolati. Nell’anno accademico 2017-2018 gli studenti iscritti sono stati 8666 ma ad iscrizioni ancora chiuse gli iscritti sono 8789. “Il 70% dei laureati nelle triennali si riscrive all’Università di Palermo – ha detto il rettore – e questo è segno di quanto sia credibile l’offerta didattica che di questo ateneo”.


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