Bilancio 2019, ok dalla giunta| Calano le entrate dalle tasse - Live Sicilia

Bilancio 2019, ok dalla giunta| Calano le entrate dalle tasse

La manovra prevede 160 milioni di investimenti e 52 milioni dalle multe agli automobilisti.

PALERMO – Il comune di Palermo, per una volta, potrebbe anticipare i tempi. La giunta Orlando ha infatti approvato prima di Natale il bilancio di previsione 2019: un mezzo miracolo, se si considera che il previsionale 2018 è stato esitato dal sindaco e dai suoi assessori lo scorso ottobre, quando già nove mesi erano abbondantemente trascorsi. Un impegno che l’assessore al ramo, Antonio Gentile, aveva preso con Sala delle Lapidi e che è stato rispettato, tenuto conto anche della bacchettata rifilata dai Revisori dei Conti all’amministrazione proprio per gli enormi ritardi dei documenti contabili.

Eliminati i disallineamenti, Palazzo delle Aquile può vantare conti in ordine e crediti dubbi coperti oltre a mezzo miliardo di euro che dovrebbe arrivare dalle tasse, con un trend che negli ultimi anni è stato crescente passando dai 488 milioni del 2016 ai 543 del 2018, scendendo a 524 nel 2019. Niente mutui però (anche se ci sono 262 milioni ancora da pagare) e spese per circa un miliardo.

“Continua il cammino virtuoso dell’Amministrazione comunale con le sue partecipate – commenta Orlando – Bilanci consolidati, armonizzazione contabile ed eliminazione sostanziale dei disallineamenti fanno del Comune di Palermo un riferimento positivo nel panorama nazionale della amministrazioni comunali. Sicuramente di grande rilievo sono le previsioni di spesa per diritti sociali e contrasto alla povertà, per investimenti nel settore della mobilità e della rigenerazione urbana, insieme al mantenimento di importanti risorse per cultura e diritto allo studio. Se si tiene conto dei tagli regionali e statali che continuano a colpire i Comuni, quella di Palermo può sicuramente essere annoverata fra le amministrazioni comunali che in Italia godono di migliore salute sotto il profilo finanziario”.

Andiamo ai numeri: nel 2019 le entrate ammonteranno a oltre 2 miliardi, in linea con le uscite. Sul fronte dei tributi si prevedono 98 milioni dall’Imu, 122,4 dalla Tari (che quindi non dovrebbe aumentare), 13 dalla Tosap, quasi cinque dalla pubblicità e 2,5 dalla tassa di soggiorno. Da Regione e Stato arriveranno 211 milioni, quasi otto dall’Unione europea. In totale, sul fronte tributario si contano entrate per mezzo miliardo, mentre calano quelle extra tributarie, da 132 a 95 milioni, soprattutto alla voce “repressione irregolarità e illeciti”, quindi lotta all’evasione.

Le spese ammonteranno invece a 813 milioni di cui 94 per il sociale, 132 per la tutela dell’ambiente, 49 per l’ordine pubblico, 36 per territorio ed edilizia abitativa, 96 per trasporti e mobilità, 34,7 per le scuole, quasi sette per la cultura, anche se la parte del leone la fanno i 291,6 milioni per i servizi generali e istituzionali. Due milioni per il turismo e altrettanti per sport, giovani e tempo libero.

Gli investimenti stimati sono pari a soli 160 milioni, finanziati per la maggior parte (quasi 105) da risorse ordinarie. Sul fronte del deficit strutturale, Palermo è in positivo per sei dei dieci parametri previsti, quindi uno in più di quanto richiesto per legge. Per quanto riguarda il personale la nuova pianta organica prevede 7.517 dipendenti ma solo 6.734 in servizio con una spesa di 228 milioni, cioè oltre un quarto del totale delle spese.

I servizi a domanda individuale, cioè quelli che vanno pagati con tariffa, sono coperti per appena il 20%: gli asili incassano appena mezzo milione ma costano 4,6 milioni; gli impianti sportivi portano 570 mila euro, ma ne costano 4,5 milioni; le mense incassano 540 mila euro e costano quasi 2,3 milioni; i musei comportano incassi per 317 mila euro, ma implicano spese per 5,7 milioni; i cimiteri incassano 2 milioni e ne costano 3,7.

Ben 52 milioni dalle multe per infrazioni al codice della strada, di cui 38 dai ruoli, anche se l’entrata netta sarà di 23,4 visto che quasi 26 vengono assorbiti dal fondo crediti di dubbia esigibilità per sanzioni di cui non c’è certezza di incasso. Il bilancio include nel triennio 320 milioni di euro per accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità e oltre 27 milioni al fondo rischi contenziosi fino a coprire il 100% delle cause a rischio soccombenza, pari a oltre 82 milioni di cui 55 milioni già coperti nel 2018.

“E’ la prima volta che il Comune di Palermo predispone nei tempi il bilancio di previsione, ponendo le basi per un’azione di governo programmata e più incisiva già dall’inizio dell’anno – dice l’assessore Gentile, che esprimere un plauso alla Ragioneria generale – E’ chiaro che lo schema dovrà scontare le variabili delle manovre di bilancio statale e regionale. Emergerà, così, in maniera chiara l’impatto di ulteriori tagli ai trasferimenti che arriveranno dalla legge di bilancio rispetto agli equilibri raggiunti. La complessità e mutevolezza dei fattori d’impatto sarà, comunque, affrontata con lo strumento delle variazioni di bilancio. Saranno così eliminati non solo gli effetti sanzionatori collegati al ritardo (blocco dei trasferimenti e delle assunzioni), ma anche gli effetti negativi sulla gestione come le criticità nel riferire la gestione finanziaria agli stanziamenti di spesa dell’anno precedente in presenza di riduzione delle risorse, difficoltà di approvare efficaci manovre di riduzione della spesa ad esercizio finanziario inoltrato, difficoltà di attivare fonti di finanziamento nazionali e comunitari da destinare agli interventi da investimenti, mancata approvazione del Peg con riflessi negativi sulla valutazione della performance della dirigenza e del personale”.

LE REAZIONI

“Il bilancio 2019 – dice Tony Sala, capogruppo di Palermo 2022 – segna un’importante inversione di tendenza: per la prima volta, infatti, viene approvato in giunta con largo anticipo, avviando così un iter che si concluderà nel breve termine a vantaggio della città che si dota di uno strumento finanziario che sarà finalmente al passo con i tempi, potremo affrontare le emergenze volta per volta e con strumenti più adeguati; non subiremo penalizzazioni per i ritardi, come il blocco dei trasferimenti; potremo approvare manovre correttive efficaci e programmare spese e gare d’appalto. Una piccola rivoluzione, che però segna il ritorno alla normalità e a una pratica di buona amministrazione”.


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