Lo Stato chiede 2 milioni ai Riina | Le spese per il boss in carcere - Live Sicilia

Lo Stato chiede 2 milioni ai Riina | Le spese per il boss in carcere

Il "padrino" ha trascorso in carcere, al 41 bis, 24 anni. Il difensore: "Una boutade".

DA RISCOSSIONE SICILIA
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PALERMO – Lo Stato presenta il conto alla famiglia del boss Totò Riina. Ai parenti del padrino corleonese di Cosa nostra, morto il 17 novembre 2017, è stata notificata da Riscossione Sicilia una cartella esattoriale di circa 2 milioni di euro per le spese sostenute per il mantenimento in carcere del capomafia.

Riina, arrestato il 15 gennaio del 1993 dopo 23 anni di latitanza, ha trascorso in cella, al 41 bis, 24 anni. Ad attivare la procedura di recupero del credito sarebbe stato, attraverso il ministero della Giustizia, il carcere di Parma, ultimo istituto penitenziario in cui il capomafia è stato detenuto. “A noi sembra una boutade perché la legge esclude espressamente che il rimborso per le spese di mantenimento in carcere si estenda agli eredi del condannato. Perciò stiamo studiando bene la questione per vedere in che termini è”, ha commentato il legale dei Riina, l’avvocato Luca Cianferoni.

L’articolo 188 del codice penale prevede che “il condannato è obbligato a rimborsare all’erario dello Stato le spese per il suo mantenimento negli stabilimenti di pena (145 n. 2; c.p.p. 692, 535) e risponde di tale obbligazione con tutti i suoi beni mobili e immobili, presenti e futuri, a norma delle leggi civili (c.c. 2740)”. Al secondo comma il codice dispone che “l’obbligazione non si estende alla persona civilmente responsabile e non si trasmette agli eredi del condannato”. Nelle note è spiegato che ”Nel caso il condannato versi in disagiate condizioni economiche e abbia tenuto regolare condotta, può fruire del beneficio della remissione del debito, intesa come rinunzia dello Stato al suo diritto di credito, secondo quanto previsto dalle norme sull’ordinamento giudiziario (art. 56, l. 26 luglio 1975, n. 354)”.

(ANSA)

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