Salvini, polemica sui beni confiscati | Orlando: meno Facebook e più fatti - Live Sicilia

Salvini, polemica sui beni confiscati | Orlando: meno Facebook e più fatti

Il ministro: "Ai palermitani le ville confiscate alla mafia". Il sindaco replica: "Mesi di annunci"

Nuovo duello
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PALERMO – Nuova settimana e nuovo duello a distanza tra il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, e il sindaco di palermo, Leoluca Orlando. Nella serata dell’Epifania Salvini ha lanciato l’ennesima stoccata al sindaco, protagonista di una serie di botta e risposta con il Viminale sugli effetti della legge Sicurezza, ma questa volta il terreno di scontro sono i beni confiscati alla mafia: “Spero che nelle prossime tre ville confiscate alla mafia che avrò presto la gioia di riassegnare ai cittadini di Palermo, il sindaco non ci piazzi dentro gli immigrati”, le parole del ministro nel corso di una diretta Facebook.

Oggi la replica di Palazzo delle Aquile, sempre via social, con un post in cui Orlando accende i riflettori sugli annunci del ministro rispetto alla consegna dei beni confiscati. Il sindaco di Palermo evidenzia quattro date: 3 luglio, 12 ottobre e 1 novembre 2018, oltre al 6 gennaio 2019. “Signor ,ministro, meno Facebook e più fatti”, scrive Orlando che poi rincara la dose: “Da mesi, ormai più di 6 mesi, annuncia che verrà a consegnare ai palermitani delle ville confiscate, ma oltre gli annunci niente. C’è qualche problema? Se stesse un po’ meno su Facebook e un po’ più al Ministero saprebbe perché i suoi uffici non fanno la consegna. Noi, i palermitani, aspettiamo”. In calce anche un post scriptum, rivolto sempre a Salvini: “Le ricordo anche che ci sarebbero una quarantina di famiglie di palermitani nella lista di emergenza abitativa che aspettano lei per l’assegnazione di un alloggio confiscato”.

Salvini, dal canto suo, oggi non è rimasto in silenzio: “Non sarà certo qualche sindaco di sinistra in cerca di visibilità a ostacolare il diritto alla sicurezza, all’ordine e alla legalità degli italiani”, il suo commento a un sondaggio che lo vede vincere tra le preferenze rispetto a Orlando che capeggia la ‘rivolta’ dei sindaci contro la legge sulla sicurezza. Da Orlando, inoltre, una nuova stoccata al  ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, come già avvenuto venerdì davanti ai manifestanti riunitisi a Palazzo delle Aquile per esprimere la propria contrarietà alla legge Sicurezza: “Ha poteri decisionali riguardo l’apertura dei porti e dimostra tutt’ora di essere in balìa delle decisioni nervose del ministro degli Interni”. E sulla decisione di sospendere il provvedimento che blocca l’iscrizione all’anagrafe di richiedenti asilo, Orlando ha detto che “se c’è qualche magistrato che pensa che io abbia commesso un reato, per favore mi indaghi. Per evitare di aspettare – ancora -, ho dato predisposizione avanti al Tribunale civile perché in quella sede mi presenterò e chiederò che venga sollevata la questione alla Corte Costituzionale”. Alla domanda se Luigi Di Maio si dimostra più aperto alla questione rispetto Salvini. Orlando, intervistato da Radio Cusano Campus, ha risposto: “E allora quanto altro tempo vuole aspettare prima di prendere la decisione in mano? Sostanzialmente Di Maio, Toninelli e Salvini sono tre personaggi talmente nervosi che avrei difficoltà anche a metterli su un palcoscenico nell’opera dei pupi”.

L’ennesimo scontro sull’asse Roma-Palermo arriva nel giorno in cui Fabio Citrano, componente dell’ufficio stampa del Comune di Palermo, chiede scusa per il tweet volgare rivolto a Salvini nei giorni in cui la tensione tra Palazzo delle Aquile e il Vimiale era al massimo. Oggi Citrano scrive:  “Ho commesso un errore. La volgarità è un errore in qualsiasi contesto. Lo è ancora di più se permette di distogliere l’attenzione da problemi ben più gravi. Ho sbagliato nel non valutare che la mia posizione di libero cittadino, inevitabilmente, si sovrapponeva al mio ruolo di dipendente pubblico e di componente dell’ufficio stampa del Comune di Palermo. Ho agito di pancia e involontariamente ho contribuito ad inasprire il clima già difficile tra il sindaco e il ministro”.


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