Due delitti di mafia irrisolti | I pentiti parlano, tre arresti - Live Sicilia

Due delitti di mafia irrisolti | I pentiti parlano, tre arresti

Sono stati commessi a Partinico nel 2011.

PALERMO – Il pentimento di Domenico Mammi ha offerto il riscontro al racconto del suo capo, Sergio Macaluso, che lo aveva anticipato nella scelta di collaborare con la giustizia. I carabinieri hanno arrestato tre persone per due omicidi. Sono Francesco Lo Iacono e i fratelli Corrado e Domenico Spataro. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Roberto Tartaglia e Amelia Luise. Del pool faceva parte anche Annamaria Picozzi, nel frattempo nominata aggiunto.

Come avevano ricostruito Livesicilia e il mensile S nei mesi scorsi quando mostrarono un album fotografico a Mammi. Alla foto 23 iniziò il racconto: “Riconosco Corrado Spataro, cognato di Macaluso Sergio. È sempre stato un soggetto a disposizione della famiglia di Resuttana e di Macaluso. Spataro aveva partecipato personalmente a uno dei due omicidi commessi a Partinico mentre all’altro partecipò Domenico Spataro ma sempre insieme a Macaluso”.

I particolari si fecero macabri: “Corrado Spataro mi disse che durante la commissione dell’omicidio si era sentito male tanto che al ritorno aveva dovuto guidare Macaluso. Da quello che diceva capii che era pentito e che non avrebbe più partecipato ad un simile atto… sono sicuro al mille per mille che il Macaluso, Spataro Corrado e Spataro Domenico furono coloro che commisero i due omicidi”.

Gli omicidi sono gli stessi su cui aveva già riferito Macaluso con cui Mammi ha condiviso una condanna per estorsione. Il 2 settembre 2011 moriva Giuseppe Cusumano, 34 anni. Prima picchiato e poi freddato con tre colpi di pistola calibro 7,65. Il corpo fu ritrovato nell’atrio di una palazzina di via Filippo Testa, nel centro di Partinico. La vittima viveva di lavori saltuari in agricoltura e nell’edilizia. Nel 2001 era stato arrestato dai carabinieri che lo trovarono intento a prendersi cura di una piantagione di marijuana nelle campagne di Menfi, assieme al nipote del boss Giovanni Bonomo. Due mesi prima del delitto gli era stata bruciata la macchina. Forse un avvertimento. Evidentemente non ascoltato.

Giuseppe Lo Baido, 36 anni, piccolo imprenditore, fu assassinato il 13 luglio 2007, sempre a Partinico. I killer attesero che parcheggiasse il suo fuoristrada per esplodere tre colpi: uno in volto e due alla nuca. Già nel 2006 Cosa nostra aveva deciso di eliminarlo, ma la polizia intervenne appena ascoltò due uomini del pizzo che parlavano della sua condanna a morte. Prima che lo ammazzassero Lo Baido era stato negli Stati Uniti dove aveva incontrato il boss Francesco Nania e veniva considerato vicino al capomafia di Altofonte Mimmo Raccuglia. 

Quando è stato arrestato Macaluso innanzitutto ha svelato la sua vera identità: è il foglio del boss di Partinico Francesco lo Iacono ed è fratello di Maurizio che nel 2005 tentò la scalata al potere ma fu crivellato di colpi. Ed è per vendicare la morte del fratello che furono commessi i due omicidi fnora irrisolti.

 


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