Quattro anni senza di te | Non sei mai scomparso - Live Sicilia

Quattro anni senza di te | Non sei mai scomparso

Francesco e Donata

Il ricordo di chi ha rivoluzionato il giornalismo e non solo. Nel quarto anniversario della scomparsa.

FRANCESCO FORESTA
di
5 min di lettura

10 gennaio 2019. E sono quattro. Quattro anni senza di te e allo stesso tempo pieni di te, visto che in fondo non te ne sei mai andato. Che altro facciamo ogni giorno tutti qui in ufficio, se non continuare la tua opera innovativa? Un’opera rimasta oltre te, perché sei stato maestro senza salire mai in cattedra, leader senza alcuna pretesa di pilotare e modellare idee e contenuti dei cronisti, e da cronista ti sei trasformato in imprenditore autodidatta. Un folle visionario, in estrema sintesi.

Ed è così che anche oggi ti vogliamo ricordare, un albero che si è fatto Foresta superando la vita terrena e lasciando le sue radici in questo mondo affinché si potessero portare avanti i suoi progetti. Sempre a modo tuo, con uno stile rimasto intatto, un metodo di lavoro rigoroso e sempre informale ma eternamente produttivo, una famelica e costante ricerca di notizie e una curiosità che oggi è anche la nostra.

La stessa libertà di informazione, lo stesso dovere di informare che era alla base della tua passione per questo lavoro che hai cambiato nella sua essenza, formando una generazione di giornalisti al di sopra delle parti – quelli della scuola Foresta – lontani da ogni sistema di privilegi e potere da cui ti sei sempre tenuto alla larga.

Fondando I Love Sicilia, S e Live Sicilia per informare senza mai schierarsi, divertire e dissacrare all’occorrenza, rompere gli schemi e non cedere mai alla sterile consuetudine dalla quale rifuggivi cercando sempre nuove strade da tracciare e percorrere, visto che quelle delineate erano sempre già vecchie, per te. Con l’obiettivo di agire sulle coscienze, formare delle menti critiche, andare oltre il fatto e costruire un pensiero collettivo che permettesse alla Sicilia di uscire dagli stereotipi di arretratezza culturale e sociale nei quali era rimasta a lungo, troppo a lungo secondo te, relegata.

Creando aziende e posti di lavoro con ambizione, intelligenza e coraggio – chi avrebbe mai lasciato il posto fisso al Giornale di Sicilia? – alla fine hai vinto pure la morte, restando nei cuori e nelle menti di chi ancora ci segue e ci legge, onorando così la tua memoria. Sai che sono sempre più numerosi? Dalla nuvola sulla quale forse hai trovato la connessione che cercavi – anche se, come sai, tante volte ho sperato non l’avessi, per non vedere quanta cattiveria, quante delusioni, quanto dolore ho sopportato da quando non ci sei – hai visto quanta strada abbiamo fatto? Tante difficoltà, tanti bastoni fra le ruote, tante avversità.

Ma continui a vincere tu, siamo sempre tutti qua. A difendere quel mondo giornalistico che non c’era e che tu hai creato dal nulla, grazie all’apertura innata e fuori dal comune che avevi verso ogni possibile innovazione che con umiltà hai fatto tua e che, da giornalista nato con la Olivetti, hai poi usato per trasformarti in precursore di un giornale senza carta, traghettando così il mondo dell’informazione siciliana nel futuro.

A proposito, hai visto che il sito è sempre il punto di riferimento dell’informazione regionale e che a dicembre abbiamo tagliato un traguardo molto importante, segnando il nuovo record di visite nella storia del giornale? Ecco in cosa si è tradotta la tua eredità, nell’impegno che ciascuno di noi mette, a modo suo, nel portare avanti i tuoi progetti, la tua vita. Per la quale mi sono spesa ogni giorno da quel 10 gennaio, dividendomi tra la mia professione e la tua, fino al punto da farla diventare mia. Con sacrifici e occhi puntati addosso, con critiche e difficoltà.

Però resisto per tenere fede a ciò che rappresento, con lo sguardo fisso sui traguardi ottenuti e su quelli ancora da raggiungere, sgomitando per far sentire la mia voce e sudando ogni successo. Affiancata – è bello dirtelo – da alcuni amici che hanno voluto dare seguito a quanto promesso e mi sono rimasti accanto. Figurati che c’è chi fa dare un bacio alla gigantografia dello ‘zio Ciccio’ a sua figlia quando viene in ufficio!

Ti commuoveresti. Tu che con feroce ironia sfottevi tutto e tutti, e con ruvida schiettezza non le mandavi a dire. Tu, fedele servitore delle notizie e dei tuoi lettori, morto troppo presto. Forse perché – mi piace pensarlo – proprio come James Dean o Jim Morrison, fai parte di quei pochi carismatici che vivono troppo poco perché destinati a vivere per sempre attraverso ciò che hanno realizzato. E che oggi voglio continuare a onorare, nel quarto anniversario della tua scomparsa, con la consueta Santa Messa stasera alle 18 nella Chiesa di San Pietro e Paolo, per chi ha ancora il desiderio di venire a ricordarti, e riconfermando il concorso giornalistico a tuo nome al liceo linguistico Ninni Cassarà. Una staffetta per la vita, un giorno di festa in tuo onore, per far conoscere te e la tua opera alle nuove generazioni, proprio come desideravi.

Grazie alla sensibilità e all’affetto della dirigente Daniela Crimi che ringrazio pubblicamente, insieme alle colleghe che hanno seguito i ragazzi, anche stamattina assegnerò il premio Francesco Foresta a uno degli allievi più meritevoli della scuola, felice di aver saputo trasformare una commemorazione dolorosa in un omaggio a ciò che umanamente e professionalmente hai fatto per il giornalismo in Sicilia, cambiando gli assett esistenti e anticipando i tempi dell’informazione online. Un’opera illuminata che merita di non essere dimenticata, e di essere portata avanti dai nuovi talenti del giornalismo siciliano nei quali credevi fortemente.

Nel solco, sempre e per sempre, di quell’ideale sul quale hai fondato la tua vita e il tuo giornalismo, che non ha prezzo su questa terra e non è cedibile: la dignità. Che chiunque si voglia pregiare di averti avuto come maestro non deve mai dimenticare.

 

 

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