L'attrice, l'assessore, il console |L'incredibile storia di Carmelo - Live Sicilia

L’attrice, l’assessore, il console |L’incredibile storia di Carmelo

Fiori nel luogo in cui riposava Carmelo

E' morto sotto le stelle qualche giorno fa. Riuscirà a riposare in patria.

PALERMO- Questa è una storia di speranza, anche se  ha avuto inizio con il nero del lutto, con la morte di Carmelo, come lo chiamavano tutti, ovvero del clochard marocchino  Abboudi Abdelghi, trovato in piazza De Gasperi, a Palermo, qualche giorno fa. E la speranza nasce dall’epilogo dopo la tragedia: Carmelo tornerà a casa, dalla sua famiglia, in Marocco. Lì riposerà per sempre. Forse sembrerà poco rispetto alla devastazione dell’ennesima vittima di una notte sotto le stelle. Forse è molto: quell’esistenza e quel nome avranno una memoria che sarà custodita.

Consuelo Lupo, attrice e volontaria di lunghissimo corso della Comunità di sant’Egidio, ha seguito la questione in prima persona. Lo fa di solito, perché è Consuelo che accompagna i morti sotto le stelle di Palermo. Non li lascia mai soli. Si occupa delle pratiche della sepoltura ed è lì per una preghiera e un fiore, quando si celebra, in solitudine, il congedo.

E’ stata lei a impegnarsi con i contatti che le derivano da una lunga attività solidale. Si è mossa, tra consolato, strada e comune, per venire a capo di tutto. “Era importante – dice -. Le vite non possono passare così. Carmelo era voluto bene. La parrocchia vicina lo sosteneva. Le famiglie gli davano una mano come potevano”. E la polleria dei paraggi gli ha regalato più di un pollo per sfamarlo.

Giuseppe Mattina, assessore alle Attività sociali, si è informato, ha appianato le asperità burocratiche. Ora commenta: “Carmelo aveva ricevuto un decreto di espulsione nel 2010. Eppure era qui. La sua è la vicenda di tanti invisibili e migranti che spesso hanno paura di essere aiutati per non venire allo scoperto. Mi pare una dimostrazione di come siano inutili certe prove di forza con l’illusione della sicurezza. Noi stiamo facendo il nostro per alleviare la sofferenza, tra centri diurni e presa in carico. Contiamo di fare ancora di più”.

Ma l’intervento decisivo è stato quello del consolato del Marocco che ha rintracciato la famiglia di origine e si è messo a disposizione per favorire il rientro. Il console, Fatima Baroudi, ha seguito la vicenda punto per punto. Siamo ormai alle formalità nell’imminenza del rimpatrio.

Ed è forse una storia come altre, oppure è una storia incredibile nel tempo delle chiusure e della ferocia. Dalla polleria al console, passando per la chiesa e per il comune, senza dimenticare la generosità di Consuelo, è stata tessuta la stoffa di un piccolo miracolo.


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