Uccise la mamma dell'ex fidanzata | "Scemata capacità di intendere" - Live Sicilia

Uccise la mamma dell’ex fidanzata | “Scemata capacità di intendere”

Giuseppe Lanteri, reo confesso dell'omicidio di Avola

Giuseppe Lanteri, per i periti psichiatrici, aveva un vizio parziale di mente al momento del delitto

Il delitto di Avola
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SIRACUSA – “Scemata la capacità di intendere e di volere” al momento dell’atto omicida, ossia quello che potrebbe configurarsi un vizio parziale di mente. È quanto riportato nella perizia psichiatrica a carico del 19enne Giuseppe Lanteri, reo confesso dell’omicidio della stimata caposala all’ospedale di Avola, Loredana Lopiano, mamma della sua ex fidanzata. Davanti al gip del tribunale di Siracusa, Carla Frau, è ripreso l’incidente probatorio con il deposito della perizia redatta dalla psichiatra Elettra Cultrera, nominata dal gip nell’udienza dello scorso novembre. Secondo la consulente del tribunale il 19enne sarebbe affetto da epilessia post traumatica e sarebbe un soggetto mentalmente debole. Condizioni che ne avrebbero, appunto, scemato le capacità di intendere. Può tuttavia, secondo il responso psichiatrico, seguire regolarmente il processo.

L’imputato necessita inoltre, secondo quanto deposto dalla dottoressa Cultrera, di trattamento terapeutico, supporto psicologico e neurologico costante. Quest’ultima deduzione farà sì che il legale del 19enne, avvocato Antonino Campisi, avanzerà presto la richiesta di misura cautelare alternativa: il ricovero in una comunità terapeutica. L’omicidio è avvenuto lo scorso 27 settembre ad Avola, nel Siracusano. Secondo quanto ricostruirono gli investigatori e gli inquirenti il 19enne Lanteri, nessun precedente penale, famiglia umile e perbene, si era appostato davanti casa di quella famiglia che con lui era sempre stata affabile. Aveva atteso che Loredana Lopiano, stimata e benvoluta caposala al reparto Oncologia dell’ospedale di Avola e mamma della sua ex, uscisse per andare a lavoro e si era avvicinato. Era stato fatto accomodare nel piccolo androne di quell’appartamento di due piani che aveva frequentato per tre anni fino alla primavera precedente: poche battute e poi l’aggressione. Cinque coltellate, una delle quali mortale che non diede modo alla vittima nemmeno di difendersi. Fu trovato nascosto nella scogliera di Avola dopo la mezzanotte dello stesso giorno. Ammise le responsabilità e non ha mai saputo spiegare il perché del gesto.

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