L'incidente mortale a Tremonzelli | L'addio al giudice Romano FOTO - Live Sicilia

L’incidente mortale a Tremonzelli | L’addio al giudice Romano FOTO

Una toga e una sciarpa del Palermo sul feretro. "Giovanni era un figlio speciale".

VILLAGRAZIA DI CARINI (PALERMO) Ci sono la sua toga e la sua sciarpa del Palermo sulla bara, accanto a due rose bianche e alla sua fotografia. Sono i simboli delle sue passioni, del lavoro di Giovanni Romano, il sostituto procuratore in servizio ad Enna che ha perso la vita lunedì mattina sulla Palermo-Catania. In centinaia hanno affollato la chiesa di Santa Maria delle Grazie di Villagrazia di Carini per dare l’ultimo saluto al magistrato, morto a soli 39 anni.

L’ADDIO AL GIUDICE ROMANO – FOTO

In prima fila, durante la cerimonia celebrata da don Angelo, padre Morello e padre Fasulo, i genitori del giovane pm e la moglie, anche lei magistrato. In lacrime, si sono stretti le mani forte, per darsi coraggio a vicenda. Lo stesso coraggio che ha chiesto loro padre Morello, che da anni conosce la famiglia: “Trovare le parole in queste circostanze è molto difficile. Ma dobbiamo credere nella promessa di vita di Dio per andare avanti, nella forza che i suoi insegnamenti ci hanno lasciato”. “Già – ha proseguito padre Fasulo – sembra inaccettabile trovarsi qui, davanti al papà, alla mamma e alla giovane sposa e allo stesso Giovanni, che aveva ancora una vita davanti a sé. La morte è sempre tremenda, noi non siamo amici della morte, mai possiamo dire parole garbate sulla morte. Anche oggi lo stiamo sperimentando. Non ci sono parole sensate perché la morte è insensata perché neanche Dio sa spiegarla. Non turbatevi – ha continuato – perché non tutto è finito. È la parola della Fede. Per chi crede in Cristo, non tutto è finito e se non ci fosse Dio, non avremmo futuro”.

Nella chiesa strapiena, tanti colleghi di Romano, sia di Palermo che della Procura di Enna, dove era in servizio dal novembre del 2015. Il Csm aveva già dato il via libera al suo trasferimento, che sarebbe avvenuto ormai a breve. Lunedì il giovane pm si stava recando ad un incontro, al Tribunale di Caltanissetta, a cui avrebbe partecipato il vicepresidente del Csm. La tragedia si è verificata all’altezza di Tremonzelli, sulla Palermo-Catania. L’auto di Romano è stata travolta da un tir poi volato giù dal viadotto.

Al termine della cerimonia sono intervenuti, molto commossi, il procuratore capo di Enna, Massimo Palmeri, la moglie e i colleghi di Romano. “Come tutte le cose belle – ha detto Palmeri – anche questa è finita troppo presto. Giovanni lascia in noi una grandissima eredità dal punto di vista umano e professionale, lavorare con lui è stato per tutti noi un privilegio. Le fortune e i privilegi si accompagnano spesso a grandi doveri, per questo porteremo avanti la sua memoria, il suo lavoro, e non dedicandogli semplicemente una stanza prestigiosa dell’ufficio, ma rendendo vivo il suo ricordo ogni giorno, accanto a noi”. “La sera prima – ha detto in lacrime la moglie di Romano – mi aveva mandato un messaggio, ma non me ne ero accorta perché mi ero addormentata insieme al bambino. Mi diceva che non vedeva l’ora di tornare a Palermo e che era felice del trasferimento. Soltanto poche ore dopo sarebbe avvenuto quello che nessuno si aspettava e che ha spezzato per sempre i nostri sogni”. E ancora: “Giovanni – ha poi aggiunto durante un altro intervento, Maria Grazia Vagliasindi, presidente della Corte d’Appello di Caltanissetta – poteva essere figlio di ognuno di noi. Un ragazzo dal profilo professionale brillante, una persona luminosa. Oggi, per la sua famiglia e per la moglie, nessuna parola può essere realmente di conforto. D’altronde, non è il tempo delle parole, ma del silenzio. Vogliamo ricordare Giovanni quotidianamente con il nostro lavoro, perché lui era un figlio speciale, che metteva al primo posto i valori più importanti, ovvero l’amore per la famiglia e per la giustizia. Il suo rigore morale ci accompagnerà”.


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