Il presidente, la Lega, le Europee | Diventerà Bellissima ora decide - Live Sicilia

Il presidente, la Lega, le Europee | Diventerà Bellissima ora decide

A Catania l'assise dei musumeciani. Quasi diecimila i tesserati del movimento.

Il congresso
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PALERMO – L’ora della verità è arrivata. Dopo tanti rinvii, Diventerà Bellissima dovrà decidere cosa fare da grande. Il movimento del presidente della Regione si riunisce a Catania per il congresso regionale. Attesa la folla delle grande occasioni allo Sheraton, solo i delegati sono oltre 450. Sarà l’occasione per sciogliere finalmente un nodo che i musumeciani hanno lasciato lì ad attendere, cioè cosa farà il movimento in occasione delle Europee di maggio.

Diventerà Bellissima arriva al congresso regionale al termine di una campagna tesseramenti che ha dato grandi soddisfazioni alla creatura di Nello Musumeci. Ottimi i risultati di Palermo, che ha doppiato Catania, alto anche il numero di Agrigento (poco meno di Catania) e Messina. Il movimento ha infatti chiuso il tesseramento, al 31 gennaio scorso, con 9.139 iscritti.

Nomi e numeri

Proprio nello scorso fine settimana sono stati eletti i coordinatori delle nove province: Gioacchino Alfano (Agrigento), Paolino Mattina (Caltanissetta), Francesca Catalano (Catania), Lorena Pignato (Enna), Giosuè Giardina (Messina), Angelo Pizzuto (Palermo), Giuseppe Alfano (Ragusa), Carmelo Pisano (Siracusa) e Giulia Ferro (Trapani), insieme ai delegati per domani. Il Movimento alle scorse regionali in Sicilia ha preso 114.708 voti, contribuendo all’elezione di Nello Musumeci a governatore. Oggi #DiventeràBellissima può contare su diversi esponenti negli Enti locali: 27 sindaci, 34 assessori e 115 consiglieri comunali. A livello regionale, #DiventeràBellissima può contare su 5 deputati regionali (Alessandro Aricò, Giusy Savarino, Giorgio Assenza, Pino Galluzzo e Giuseppe Zitelli) e un assessore (Ruggero Razza). La compagine del Movimento si completa con un esponente a Palazzo Madama (il senatore Raffaele Stancanelli). Per quanto concerne l’attività del gruppo parlamentare all’Assemblea regionale siciliana, in questi primi 14 mesi di legislatura, fa sapere il Movimento, risultano presentati: 68 disegni di legge, 24 interrogazioni, 15 ordini del giorno e 7 mozioni.

Il presidente e le Europee

L’assemblea e la direzione dovranno eleggere tra l’altro il presidente del partito. Un incarico fin qui ricoperto da Musumeci, che vorrebbe passare la mano ma sarà riconfermato a furor di popolo. I nuovi coordinatori invece saranno designati in un secondo momento. Per ora il partito è retto da un triumvirato formato da Giuseppe Catania, Giovanna Candura ed Enrico Trantino. La formula dei coordinatori multipli si potrebbe riproporre visto che al momento un nome condiviso non c’è.

Ma il cuore della discussione riguarderà le Europee, che sono ormai alle porte e sulle quali nel partito di Musumeci esistono idee diverse. Che si confronteranno domani a Catania per arrivare a una conclusione. Le opzioni sul tavolo sono due: chiudere un accordo con uno dei partiti del centrodestra oppure saltare un giro e non far nulla in una sostanziale neutralità. La seconda opzione è sembrata ultimamente la più probabile delle soluzioni anche se Musumeci ha detto in un’intervista qualche settimana fa che non finirà così. Il ragionamento che sta dietro a questa idea è che è meglio lavorare alla creazione di un nuovo soggetto del centrodestra con Giovanni Toti, presidente della Liguria e il tempo per un’operazione del genere non è quello strettissimo che separa dal voto per Strasburgo. E allora meglio restare alla finestra a questo giro. L’idea per esempio sembra convinca Giusy Savarino, deputata e presidente della commissione Ambiente, ma anche Alessandro Aricò, capogruppo.

Poi c’è l’ipotesi di un patto con una delle liste del centrodestra. E questo comporta tre sotto-opzioni. Una è ripetere la collaborazione con Fratelli d’Italia, che c’è già stata alle Europee e ha portato all’elezione di Raffaele Stancanelli. Che sarebbe apopunto il big sponsor del patto con la Meloni. Una seconda è l’alleanza con la Lega. I sicilianisti insieme a chi al momento spinge per la “secessione mascherata” delle regioni del Nord. L’ipotesi, raccontano, non sarebbe dispiaciuto a Ruggero Razza. Oltre all’assessore alla Salute anche Giorgio Assenza, pur ribadendo la sua distanza dal Carroccio, ha detto che dal punto di vista del calcolo elettorale la soluzione sarebbe forse la più conveniente. Ma la prospettiva si è sempre più allontanata. Infine, ci sarebbe Forza Italia, dove i problemi di spazio in lista però non mancano.

Di certo c’è che nessuno si è scoperto più di tanto e il dibattito fin qui è rimasto sotto traccia. Ma l’impressione prevalente è che alla fine la scelta ricadrà sul non scegliere e cioè sul non indicare candidati a questo turno rimandando al dopo Europee, quando nel centrodestra si farà la conta, il progetto del nuovo contenitore.


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