Bar e benzina, i rimborsi dei 5 Stelle | Il microcredito? Mistero sui prestiti - Live Sicilia

Bar e benzina, i rimborsi dei 5 Stelle | Il microcredito? Mistero sui prestiti

Cambia qualcosa nelle indennità grilline. Aumenta la parte "trattenuta", con gli "scontrini" si arriva oltre i 6mila euro. E c'è il giallo del Fondo.

Da quando ha fatto il suo ingresso a Palazzo dei Normanni il Movimento 5 stelle ha già restituito quasi 5 milioni di euro. E precisamente 4.890.254,72 euro, tra la scorsa e l’attuale legislatura. Attualmente i parlamentari regionali pentastellati sono i soli che restituiscono parte delle indennità. I soldi che non trattengono dai propri stipendi vengono versati in un conto corrente intestato all’Associazione Movimento 5 stelle Sicilia e da lì vengono prelevati all’occorrenza per finanziare diverse iniziative. Una scelta meritoria che non ha eguali nel panorama politico. Ma non mancano i dubbi.

Il mistero del microcredito

Qualcosa intanto sta cambiando nell’uso che i Cinquestelle fanno di questi soldi. Soldi che sono loro, comunque. Tra le prime cose realizzate ci fu il microcredito siciliano, per aiutare tutti quei giovani e meno giovani imprenditori dell’isola che avevano difficoltà ad accedere al credito tradizionale. Ma qui, ecco il primo “mistero”. A chi vanno i soldi che i grillini mettono da parte per destinarli al fondo del microcredito? Questo non è possibile saperlo. O almeno, chiedendo informazioni al Movimento, la risposta è che quei dati sono ignoti agli stessi Cinquestelle: regole bancarie impongono la segretezza per questo tipo di finanziamenti. E allora: quali aziende beneficano dei soldi dei deputati?

Oltre al microcredito, ecco anche i finanziamenti per opere pubbliche, come la trazzera della Palermo-Catania, e le iniziative di solidarietà, come l’acquisto della casa per la famiglia Guarascio di Vittoria e le borse di studio per gli atleti disabili. E altre iniziative sono in programma nei prossimi mesi. Una la anticipa il vicepresidente grillino dell’Ars, Giancarlo Cancelleri: “Stiamo pensando di finanziare i progetti di alcuni comuni con 20 mila euro ciascuno”. Un’iniziativa, però, che segna la differenza con il passato: non riguarderà tutti i comuni siciliani ma soltanto i comuni guidati da sindaci pentastellati, precisa il leader siciliano dei 5 Stelle.

Attualmente il microcredito è attivo soltanto a livello nazionale. Quello siciliano si è esaurito. “Quello siciliano – precisa Cancelleri – si è rivelato troppo lento e farraginoso”. E soprattutto, si è esaurito il fondo di garanzia che consentiva a Banca Etica di effettuare prestiti “a chi non riesce ad accedere al credito tradizionale a causa di mancanza di garanzie reali”. Ecco come funzionava: il Movimento 5 stelle aveva versato 1.300.000 euro alla Fondazione Comunità di Messina che aveva creato un fondo con cui finanziare “le micro, piccole e medie imprese con sede legale ed unità produttiva nel territorio della regione Sicilia”. I prestiti erano erogati poi, praticamente, da Banca Etica, ai tempi guidata a Palermo dall’attuale senatore del Movimento 5 stelle Steni Di Piazza. Attraverso un moltiplicatore furono erogati fino a 4.500.000 euro a soggetti selezionati dopo una pre-verifica dell’ammissibilità effettuata da Impact Hub Sicilia. La lista dei soggetti finanziati non è nota per via delle ragioni di privacy che regolano il settore bancario.

Però “molti soldi non sono ancora rientrati del tutto e attualmente il fondo si è esaurito e fino a che non rientreranno queste somme non si potrà ripartire. A meno che i deputati siciliani non decidano di rimpinguarlo”, spiega Di Piazza. Ma Cancelleri chiarisce che questa eventualità non è nei piani dei venti pentastellati dell’Ars. Altre le direzioni che prenderanno questi soldi. “Le racconteremo presto”, annuncia il capogruppo all’Ars, Francesco Cappello.

Cresce lo stipendio “trattenuto”

Intanto, la rendicontazione dei parlamentari del Movimento 5 stelle è pubblica e consultabile sul sito Tirendiconto.it. Due i dati che saltano all’occhio: il primo è che, con il cambio della legislatura, è aumentata la somma che i grillini trattengono dall’indennità: 3.250 euro invece di 2.500. Una decisione presa per allinearsi a quanto accade nel resto dei consigli regionali d’Italia. In secondo luogo, è evidente che la somma che, conti alla mano, i deputati M5s dell’Ars spendono per sé è molto più alta: ogni mese si aggira tra i sei e i sette mila euro. I soldi per affitti, viaggi, pulizie e utenze di casa, trasporti, benzina e “altro”, infatti, vengono detratti dallo stipendio nella sua interezza.

Le spese al bar

Gianina Ciancio, per esempio, trattiene ogni mese una cifra attorno ai mille euro per l’alloggio, diviso equamente tra “affitto” e spese per “utenze/pulizie/manutenzione”. Anche i soldi per il “vitto”, pasti e consumazioni al bar, dentro e fuori da Palazzo dei Normanni, vengono conteggiati a parte. Con qualche picco: la deputata Roberta Schillaci, per esempio, ha speso 2.680 euro tra bar e ristoranti nei soli mesi di agosto e settembre, mesi in cui l’attività del Parlamento è stata esigua: infatti, solo 110 euro sono stati spesi presso la mensa dell’Assemblea regionale siciliana.

Alberghi e benzina

I 20 deputati siciliani “scaricano” anche le spese per l’acquisto di tablet, smartphone e pc, diversi da quelli in dotazione negli uffici dell’Ars: Elena Pagana a luglio e agosto ha speso poco più di mille euro al mese per l’elettronica. E le vacanze? Non sono, ovviamente, specificate, ma Giancarlo Cancelleri, ad agosto, mese di pausa dell’attività parlamentare, ha speso 2.250 euro per l’alloggio, di cui 1.750 euro alla voce “albergo/residence/B&B”.

Discorso a parte per i cosiddetti “rimborsi chilometrici”, che sfiorano cifre esorbitanti anche per i deputati che sono di Palermo e provincia o che, comunque, hanno preso casa a Palermo. Il caso più eclatante è quello di Salvatore Siragusa, deputato questore, residente a Bagheria. Tra luglio e ottobre, ultimo mese rendicontato fino a ora, ha trattenuto dallo stipendio 5.760 euro (1.880 euro soltanto a settembre). Si avvicina Sergio Tancredi, che però è residente a Mazara del Vallo, con 5.223 euro tra luglio e ottobre. Cifre molto alte anche per il deputato Matteo Mangiacavallo che a luglio ha rendicontato quasi 1.700 euro e 1.650 a ottobre. Per Cancelleri 1.754 euro a ottobre e 1.542 a novembre, mentre Francesco Cappello, oggi capogruppo dei grillini, raramente scende sotto i mille euro. Anche per Valentina Zafarana rimborsi chilometrici ben sopra i mille euro nei mesi estivi: 1.849 euro a luglio e 1.156 euro ad agosto.

Eventi e consulenti

Le somme più alte, invece, Giampiero Trizzino le ha utilizzate per “attività ed eventi”: più di 5 mila euro per spese di organizzazione e partecipazione. Inoltre, ogni mese Trizzino trattiene 430 euro alla voce non specificata “altro”. Hanno speso duemila euro ciascuno in “consulenze legali” ad agosto i deputati Valentina Palmeri e Sergio Tancredi. E tutti gli altri? Anche i deputati che non hanno picchi particolari, in fin dei conti hanno uno stipendio “totale” di circa seimila euro al mese.


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