"Ci passi la penna e scrivi il nome" | Tre consiglieri "aiutati" dai boss - Live Sicilia

“Ci passi la penna e scrivi il nome” | Tre consiglieri “aiutati” dai boss

Sarebbe stato condizionato anche il voto nei comuni di Trapani ed Erice.

PALERMO – L’11 giugno 2017 si votò a Trapani ed Erice per il rinnovo dei consigli comunali. I fratelli Virga, Pietro Cusenza e Franco Orlando (ex consigliere del partito socialista), tutti arrestati nel blitz, si adoperarono per la raccolta dei voti in favore dell’architetto Vito Mannina e della figlia Simona. “Che faccio ti lascio qualche fac-simile… qualche cosa oh…”, diceva Mannina padre in corsa a Trapani. Virga lo tranquillizzava”. “Ma lei lo sa… anche se non me li lasci è lo stesso… quindi io fino a dieci, perché non è che posso… fare tanto bordello… perché è un danno per te… ed è un danno pure per altri”.

Delle candidature Cusenza ne parlava con Orlando: “…. guarda lui stamattina mi diceva magari una quarantina di voti… diceva… li dobbiamo trovare… alla fine che cazzo me ne fotte io l’unica cosa che tiro è per la figlia di Vito (Simona Mannina, candidata a Erice ndr) va l’unica cosa che mi preme assolutamente va te lo dico bello chiaro tutto il resto… tutto il resto se capita…”.

Per evitare di sbagliare Cusenza aveva chiesto a Vito Mannina dei normografi: “Senti Vito mio posso avere due stampini questi con Mannina? Lo sai questi che ci passi la penna e scrivi il nome. Lo so che sono cose… del 15 – 18 ma purtroppo, capita…”. Poi, chiamava il tipografo: “Perfetto, la diciamo quella miniatura che è stata fatta è perfetta ma non era questo quello che serviva a noi. A noi serviva che ci scrivi con la penna di dentro, e lascia il nome, hai capito? Quindi forato, e possibilmente fatto di plastica, di qualche materiale più duro”.

Sempre Cusenza, in macchina con Francesco Virga, incrociando Vito Mannina, spiegava: “… 100 voti glieli porta suo suocero… ed è consigliere uscente… Vito 100 voti devi averli per forza sopra sua figlia… e altri 100 li sto portando io…”. Alla fine Simona Mannina, inserita nella lista “Erice che vogliamo – Toscano Sindaco”, raccolse 252 voti e veniva eletta consigliere comunale ad Erice. Suo padre Vito, invece, aveva ottenuto 218 voti, ma il commissariamento del Comune di Trapani annullò il risultato.

A Erice si era candidato anche anche Giovanni Maltese, consigliere uscente, impiegato presso il Distretto sanitario di Trapani. La sua posizione è più delicata, atnto che è stato arrestato per voto di scambio politico-mafioso. Già l’11 luglio 2016, dunque quasi un anno prima delle elezioni, i carabinieri hanno monitorato l’inizio di una serie di incontri. Francesco Virga una volta confidò a Maltese di avere ricevuto la visita di Luigi Manuguerra e del figlio Alessandro, candidato al consiglio comunale di Erice e successivamente eletto. I Manuguerra avrebbero chiesto a Virga se stesse candidando Maltese: “Portate a lui ?”. Virga aveva tagliato corto: “Senta, noi non portiamo a nessuno”. Era comunque la conferma che i Virga venivano considerati catalizzatori di voti.

Un’altra volta era Cusenza a spiegare a Maltese che “abbiamo molto amici… molti amici assai”. Maltese badava più alla qualità che non alla quantità dei collettori di voti: “… già ci bastano quattro di quelli… che noi già sappiamo… di quelli buoni, tutti gli altri che vengono d’appresso non ci interessano”. Secondo i carabinieri, Maltese si sarebbe prodigato due volte favorire i suoi grandi elettori. Si interessò per fare rilasciare la patente a Giovanni Candela, a cui era stata ritirata per guida in stato di ebrezza, e per velocizzare la pratica per un busto sanitario da consegnare al “figlioccio” di Orlando.

A pochi giorni dal voto ci fu l’ennesima riunione fra Francesco Virga, Giovanni Maltese e Domenico La Russa. Era Maltese a suggerire a Virga di attivarsi per garantirgli il voto: “… vedi acchiappalo e gli dici…vieni gli dici non sbagliare”. E Virga lo tranquillizzava: “No a questo ora ci telefono”. Maltese suggeriva la strategia per controllare che gli elettori rispettassero i patti: “Vedi che me ne accorgo gli dici: lo so dov’è che voti… e poi ti raccomando che dobbiamo controllare perché, doco, in queste zone specialmente che sono segnalate”. Maltese non fu eletto e oggi è stato arrestato per voto di scambio politico mafioso.

 


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